venerdì 13 dicembre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ARTE 'NERO SU BIANCO'

Peter nella neve, Ezra Jack Keats (trad. Giulio Genovesi)
Terre di mezzo, 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (di 3 anni)

"Un mattino d'inverno Peter si svegliò e guardò fuori dalla finestra. Durante la notte aveva nevicato, la neve copriva ogni cosa, fin dove Peter riusciva a guardare.
Dopo aver fatto colazione, si mise la sua tutina e corse fuori. La neve era stata raccolta in grandi mucchi ai lati delle strade, per fare in modo che si potesse passare.
Crick crock crick crock...i piedi di Peter sprofondavano nella neve."

A questo punto il piccolo Peter fa grossomodo tutte le cose che i bambini (e spesso anche i cani) fanno con la neve nuova: ci gioca. Lascia le impronte in così e in cosà, facendo singoli passi oppure lunghe linee che ottiene trascinando i piedi per terra, ci disegna sopra con un bastoncino, la fa crollare dai rami bassi di un albero, ci costruisce un pupazzo di neve, lascia l'impronta di un angelo, ci scivola sopra in discesa e ne raccoglie una manciata, la stringe forte e poi la mette in tasca. Per dopo, a casa.
Il caldo di una casa fa bene a un bambino, ma non tanto alla neve. Peter non smette di pensare al bianco là fuori e, scoperto che quel tepore si è portato via il suo tesoro dalla tasca, teme e sogna che il giorno seguente il sole caldo la la possa cancellare del tutto.
Ma a New York quando nevica, nevica!

Finalmente, a poco meno di sessant'anni dalla sua prima edizione in USA, anche in Italia arriva Peter, il bambino nero nella tutina rossa sulla neve bianca. E in tal modo si aggiunge una ulteriore stella nel firmamento dei classici per l'infanzia che non vanno dimenticati.



Accanto ai nomi di Ruth Krauss, Crockett Johnson, Margaret Wise Brown, Arthur Geisel (in arte Dr. Seuss), Maurice Sendak, Shel Silverstein, William Steig si va ad aggiungere anche quello di Ezra Jack Keats.
Con la maggior parte di loro condivide gli stessi decenni di attività, la stessa provenienza, la stessa povertà di partenza. Figlio di emigrati polacchi, cresce a Brooklyn, quartiere povero che però, anche nel suo caso, si rivela zona fertile per chi voglia cogliere la propria opportunità. A trent'anni cambia il suo nome per uno che abbia un suono più americano e da Ezra Jacob Katz, diventa Ezra Jack Keats. Un talento naturale per il disegno, comincia come vetrinista anche se la sua passione sarà la pittura. Pittura che è sempre presente in molti dei suoi magnifici libri e che conferisce loro un carattere inconfondibile.
I suoi libri sono tutti attraversati da una grandissima audacia che si esprime nel disegno, ma soprattutto nell'uso spregiudicato, quasi violento, del colore. Keats, per i suoi tempi, è davvero un rivoluzionario: disegna la propria città, anche nel suo degrado, senza edulcorare mai la visione di muri scrostati, oggetti abbandonati, poster strappati. E nonostante tutto, riesce a infondergli sempre una grazia particolare, una bellezza inaspettata. 


Rivoluzionario, a suo modo, è stato anche The Snowy Day per il fatto di aver ritratto un bambino afroamericano come indiscusso protagonista. All'epoca l'America si spaccò in due; tra quelli che ne criticarono la scelta (alcuni si chiesero che cosa ne poteva sapere un ebreo bianco di bambini neri) e quelli che gridarono 'Era ora!'. La critica benpensante non apprezzò la scelta, ma a un anno dalla pubblicazione con la storica e benemerita casa editrice Viking, il libro fu premiato con la Caldecott Medal. E tutti si acquietarono. O quasi. Ancora nel 1965 si discuteva se la raffigurazione della madre fosse o no uno stereotipo per esempio della 'mammy' di Via col vento. E si parlò a lungo di tokenismo da parte di Keats. 



Ma Peter sopravvisse a tutto questo e anzi si moltiplicò in molti altri titoli che lo videro come protagonista, accanto a Willie il suo bassotto, a Amy di cui è innamorato e ad Archie, il suo miglior amico.
Queste polemiche da un lato lasciarono interdetto Keats, d'altro canto però il premio conferitogli segnò per lui la conferma che cercava delle proprie capacità, anche in veste di autore dei testi.
Nato dalla sua impellente urgenza di mettere finalmente un bambino di pelle scura sul foglio bianco (è storia risaputa che nel suo studio pendessero già da anni le immagini ritagliate da Life in cui un bambino afroamericano era stato fotografato nell'atto di chiedere l'elemosina), Keats - che della sua arte aveva contezza, ma molto meno della sua scrittura - convocò tutti i suoi migliori amici perché contribuissero a tirare giù un testo che meritasse tale nome.
E così Peter diventò un bambino vero che faceva cose vere sulla pagina. Questo lo rese subito molto amato dai bambini. Da tutti. Ma per quelli afroamericani rappresentò anche un'autentica presa d'atto che fece posare loro la matita rosa e prendere al suo posto quella marrone per disegnarsi.


In The Snowy Day Keats optò per il collage di carte anche molto diverse tra loro (una tela di Fiandra per le lenzuola di Peter, una carta per foderare i mobili diventa il vestito della madre), a grandi campiture di colore, accentuandone così gli aspetti di design, ma utilizzò anche altre tecniche oltre alla consueta pittura: per esempio sbruffò a inchiostro di china con uno spazzolino le due pagine notturne, ottenendone un effetto del tutto originale.
Nei titoli successivi l'arte pittorica prese ancora più spazio e la sperimentazione lasciò indietro il collage per un uso molto originale della guache.
La sua grande umanità, la sua audacia in campo espressivo, il suo talento artistico, il suo valore estetico, il suo dominio assoluto della pagina rendono il corpus dei suoi titoli (un centinaio tra quelli illustrati e quelli in cui è autore unico) una tappa imprescindibile per chi voglia ragionare sull'eccellenza nell'illustrazione dei libri per l'infanzia.


Sentiti i ringraziamenti a Terre di Mezzo.

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