domenica 16 febbraio 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


STILEBORANDO

Niente da fare, Silvia Borando
Minibombo 2020


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Quando in giro non c'è niente da fare... qualcosa da fare prima o poi salta fuori!"

Questo è ciò che capita a un ragazzino dalla maglietta a righe e dai capelli tagliati con la scodella. Si annoia fin dalla copertina e il titolo gli è appena caduto in testa. La noia continua anche dopo, quando si affaccia al bordo della prima pagina in cerca di qualcosa che possa attirare la sua attenzione. 



Un semicerchio grigio, che pare proprio un sasso tondo su cui inerpicarsi, si rivela essere il carapace di una accigliata tartaruga. Si scende e fine del divertimento. Il successivo elemento che attira la sua attenzione è un albero a cui rami sarebbe divertente appendersi. Se non fossero le corna di un cervo indispettito...


Si scende e fine del divertimento. La passeggiata del bambino annoiato prosegue e quel fiorellino diverso potrebbe essere raccolto, se non fosse il codino di un leprotto spaventato...si salta ma poi è fine del divertimento. Con quella palla rossa, nella pagina successiva, potrebbe essere divertente giocarci a calcio, se non fosse che è il guscio di una chiocciola risentita. Forse tutto questo camminare stanca quelle due gambette corte quindi quella sedia gialla arriva al momento giusto, se non fosse che è il fondo schiena di una giraffa seccatissima.
Solo l'ultimo incontro sembra essere foriero di gioco e divertimento in compagnia, ma non per tutti...
Ma per scoprirlo bisogna addirittura chiedere il libro e arrivare con gli occhi attenti fino alla quarta di copertina.

In perfetto 'Stileborando' anche questo libro tutto bianco e silenzioso si può annoverare nella schiera dei 'libri cattivelli' che ogni tanto Minibombo sforna.



In perfetto 'Stileborando' tutto ruota intorno alla forma delle cose. E alla loro relativa trasformazione. Dagli acquerelli magnifici della Agostinelli di Sembra questo sembra quello è stata percorsa diversa strada e qui è tutto molto 'geometrico', compresa la testa e i capelli di quel bambino che non ha niente da fare. Il gioco per un bambino piccolo però si ripete ogni volta con lo stesso gusto (magari un po' meno stimolato sotto il profilo estetico, ma pazienza) e dopo ogni giro di pagina, qui come allora si disvela la forma completa e quindi l'animale che il bambino è andato a disturbare. Il colore che cambia di volta in volta favorisce la comprensione, fatta eccezione per la coda punk del leprotto.
Il particolare che però lo rende più divertente e inaspettato del solito sta nell'uso che la Borando ha deciso di fare del libro, in quanto oggetto, in sé.
Così i risguardi finali sono portatori di un pezzo importante della storia che si può dire effettivamente conclusa solo nell'ultimo spazio utile di un libro: il piatto della quarta di copertina. Ed è lì che si genera la definitiva risata. La anomalia sta nel fatto che di solito al gesto di chiusura di un libro corrisponda il silenzio della storia e non una bella risata che - convenzionalmente - è contenuta tra le pagine e non oltre.
Il dubbio che viene 'maligno', in perfetto 'Stileborando', è che nella paginazione si siano fatti male i conti e che quindi la storia sia andata lunga, oltre lo spazio canonico. Ma invece è decisamente più probalbile che proprio per stupire i propri lettori si siano valicati alcuni confini poco esplorati finora.


Un unico rischio però c'è: il lettore medio e distratto - che non sia troppo avvezzo al fatto che negli albi illustrati tutte, ma proprio tutte, le parti del libro valgono per sé, contribuendo a dare valore e senso a parole e immagini, alla narrazione- se ne accorgerà per tempo che non finisce tutto con un doppio a tennis, dato che su quel campo non sono in quattro, ma in cinque?

Carla

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