venerdì 26 giugno 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LIVRE DE CHEVET

Grolefante e Topolino. Che amicizia bestiale!
Pierre Delye, Ronan Badel
(trad. Eleonora Armaroli)
Terre di Mezzo 2020


FUMETTO PER MEDI (dai 7 anni)

"'Di' Groelefante, secondo te c'è qualcuno sulla luna?' 'Ma certo, guarda, s'illumina tutte le notti'. Quello che conta di più per i nostri amici è il tempo passato assieme: il tempo passato, presente e futuro."



Si sono incontrati d'estate, camminando su due sentieri convergenti. Sovrappensiero entrambi, si sono molto spaventati nel momento dell'incontro: non si erano visti, l'un con l'altro. Dopo essersi fermati, il topo e l'elefante verificano la loro compatibilità reciproca : entrambi con quattro zampe, due orecchi, una bocca, un naso e una coda, senza contare il colore che li accomuna. Sono uguali, U-GUA-LI. si passa quindi alle presentazioni, Grolefante, chissà perché, e Topolino, ovvero piccolo topo.
La loro sintonia è perfetta e quindi decidono di fare strada assieme. attraversano luoghi, stagioni, incontrano altre creature e in tutto questo andare e riposare, mangiare e dormire, fianco a fianco, i due chiacchierano, riflettono sui minimi e sui massimi sistemi.

Ci sono dei libri che fanno più strada di altri e riescono ad arrivare all'ambita sedia-comodino di casa mia. Si possono serenamente definire livres de chevet, perché guadagnano quella posizione in merito al grado di affezione che suscitano nel proprio lettore. Averli sempre vicini, poterli sfogliare prima di spegnere la luce, leggerne qualche pagina per addormentarsi di buon umore, ecco cose così.
Questo va considerato un ottimo livre de chevet.
Di fumetto ne so meno di mezza, quindi non ho strumenti per entrare nel merito di una analisi approfondita. Posso solo dire che si tratta di un libro ibrido che alterna vignette classiche con i suoi ballon a scene scontornate di diversissime dimensioni.
Spesso e volentieri i dialoghi tra i due sono accompagnati da testo libero, di solito sulla cornice superiore o inferiore della pagina, che ha la funzione di essere una sorta di voce fuori campo di commento a quello che sta per succedere o è appena successo.
Del tono che il libro mantiene dalla prima all'ultima pagina, invece, si rende necessario parlare a fondo.


Tutto nasce dal magnifico assurdo che elefante e topo si riconoscono come uguali, ovvero né l'uno né l'altro paiono notare quello che è assodato, ovvero che un topo è minuscolo rispetto a un elefante (lasciamo da parte la leggendaria paura che uno proverebbe nei confronti dell'altro. E' un topos letterario che qui non viene neanche mai considerato, se non forse per smentirlo alla radice).
Dunque, nella stragrande maggioranza dei casi il sorriso di chi legge si genera proprio constatando che il topo e l'elefante non vedano ciò che è sotto gli occhi di tutti. Per esempio quando corrono insieme ed è l'elefante ad alzare un gran polverone, l'elefante si limita a commentare che quando si è in due a correre, questo succede. 



Oppure quando il topo ingiustamente accusa l'elefante di avergli rubato il costume da bagno, o ancora quando sognano entrambi una piccola casette che faccia loro da tana, o devono attraversare un lago ghiacciato.
A parte l'ironia sottile che attraversa queste pagine, sembrerebbe ci cogliere, qualcosa che va ancora più nel profondo, ovvero una consapevolezza che hanno entrambi riguardo al loro sentirsi fino in fondo uguali. Come a dire che l'uguaglianza tra te e l'altro esula dagli aspetti esteriori. Le riflessioni sulla questione le faccia ciascun per sé.
L'altra grande molla che fa sorridere sta nella convergenza di sguardi sul mondo che sfugge all'immediata comprensione. Spesso capita che in situazioni del genere l'uno venga in soccorso dell'altro per dare plausibili spiegazioni di ciò che si palesa davanti ai loro occhi. Come per esempio davanti al dialogo di una serpe e di una rana... 



Di solito è il topo che condivide il suo modo di vedere e ragionare e l'elefante si limita ad annuire soddisfatto. Qui si entra in un'altra questione più profonda che ha a che fare con la fiducia reciproca, e quindi anche con l'amicizia, che li tiene insieme. Ma anche su questo, ognuno potrà ragionare per sé.
Terzo elemento che caratterizza un altro buon numero di vignette li vede semplici testimoni di esilaranti teatrini, quello della cangura che si gratta perché il suo piccolo la sera precedente ha mangiato i biscotti a letto è uno dei migliori.


Per concludere, si può tornare all'assurdo cui si alludeva al principio: anzi, all'apoteosi dell'assurdo. Dal margine destro del foglio vediamo l'elefante correre come un razzo, appena lanciato un potente barrito che, BRAAAAAAAAAAAAAAAA, attraversa l'intera vignetta sottostante,. E perché lo fa, chiede il topo, ovvio, per VEDERE fin dove lo si sente.
E bravi Delye e Badel: un piccolo capolavoro senza il quale si dormirebbe peggio. Soprattutto di questi tempi.

Carla

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