lunedì 26 ottobre 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL CORAGGIO NELLE TASCHE
 
Il vestito di Lia, Sara Marconi, Daniela Costa 
Edizioni Corsare 2020 
 

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
 
"Il corso di teatro non lo vuole fare, e sciare le dà il capogiro; le piace soltanto giocare con la sua amica Emma, suonare il pianoforte e leggere storie di animali. Per questo quel giovedì, la mamma, il papà, il nonno e anche la mamma di Emma si telefonano preoccupati: Chi le darà la notizia?"


Lia è una bambina timida e molte cose le fanno paura. Eppure la notizia le va assolutamente data.
Il papà pensa che mangiando un gelato forse la notizia sarà meno aspra. Purtroppo quel giorno piove, niente passeggiata con gelato.
Il nonno pensa che in mezzo a un bel racconto, infilare la notizia la farà sembrare meno spaventosa. Ma Lia si alza sul più bello e quando torna è il coraggio del nonno a essere svanito.
Non resta che la mamma. D'altronde - si sa - le maggior parte delle mamme hanno coraggio da vendere e non si spaventano davanti a nulla, o quasi. Così prende in braccio la piccola Lia e, tutto di un fiato, le dice che il concerto di pianoforte per la fine del corso è lì a un passo: domenica.
Chiude gli occhi e aspetta di essere investita dall'elenco di tutte le paure della sua bambina e da un perentorio: no! Non se ne parla, io su quel palco non ci salgo.
E invece... Avvolta e protetta nel suo vestito nuovo, quello con le tasche, Lia si sente bella e forte. Sul palco, davanti a tutti, avrà con sé anche un pianoforte e, questo lo sanno persino le rondini, la musica che lei è capace di farne uscire la riempirà così tanto di gioia, che per timidezza e timori bisognerà aspettare un altro tempo.


La percezione, lo sguardo in particolare ma anche gli altri sensi sono coinvolti, per quanto uno ne possa studiare i meccanismi, anche quelli chimico/fisici del cervello, mantiene sempre una sua porzione di mistero. Quindi per quanto uno si sforzi di razionalizzare, di mantenere un oggettiva distanza per poter valutare un oggetto - un libro in questo caso - per quello che è, ad alterare l'analisi subentrano fattori che arrivano da luoghi e tempi diversi.
Qui di seguito, il breve elenco di fattori che hanno alterato l'oggettività di giudizio.
 

Il primo: irrompe dalla memoria - per molte altre cose molto macilenta - il vestito del compleanno di mia figlia Margherita per i suoi 5 anni. Con le tasche, color rosso papavero con fiori stampati qui e là. E largo, che se girava veloce su se stessa si apriva come quello di un derviscio.
Il secondo: quella stessa Margherita che a ogni compleanno fino almeno ai 6 anni compiuti proibiva con pianti dirotti tutte le canzoncine o coretti o anche solo sguardi concentrati su di lei al momento del soffio sulla torta di compleanno.
Il terzo: quella stessa Margherita, che a vent'anni si vergognava a ordinare una pizza per telefono, durante la sua discussione di laurea magistrale alla facoltà di chimica a Bologna (con il tocco e la toga e con un biglietto aereo per la Spagna e un dottorato in tasca) che padroneggiava davanti a un pubblico vario il puntatore laser su molecole sconosciute quanto deliziose, sotto il profilo grafico, nonché su composti dai nomi impronunciabili, ma da lei amatissimi.
Il quarto: la commozione costante che da sempre mi genera la vista dei papaveri. Sia singoli, sia a campi, sia a bordo strada, in filari.
 

Qui di seguito, il meno breve elenco di cose che mi hanno riportato il più possibile a riconquistare una qualche oggettività di giudizio.
In rigoroso ordine di entrata.
Il primo: i colori della copertina. Quattro in particolare, a coppie. Il bianco non troppo bianco del fondo e il nero non troppo nero di matita del pianoforte. I due colori del vestito: opposti e messi con sapienza vicini a suggerire all'occhio di passare da uno all'altro e di goderne in uno dei suoi giochi preferiti: caldo freddo caldo freddo... Buona sensibilità e gusto.
Il secondo: i risguardi. Occupati con intelligenza da una sequenza di topini vestiti che stanno per accomodarsi (forse) nella storia e stanno invitando lo sguardo a pedinarli. Ciò preannuncia che dell'oggetto libro nulla resterà indietro.
Il terzo: la carta. Uso mano, direi. Che è un piacere sfogliare le pagine. E che è anche un atto di rispetto nei confronti dei propri lettori.
Il quarto: la musicalità del testo. le prime quattro righe - che per crudeltà qui non sono scritte - suonano.
 

Il quinto: la conferma che i topi non erano lì per caso, ma a costruire micro racconti paralleli alla storia principale. Ciò conferma un disegno che sa raccontare a sua volta e non si limita ad appoggiarsi solo sul testo.
Il sesto: un disegno che invade lo spazio, domina la pagina in mille diversi tagli di prospettiva, gente che esce o entra dal taglio del foglio, zoom sui dettagli, sequenze di movimento. Ma anche e soprattutto capace di essere nel contempo immaginifico -con animali e piante che sono quasi pattern- come pure attento al dettaglio della realtà raccontata. Di nuovo una gioia per gli occhi che vanno dal generale al particolare e viceversa.
Il settimo: le buone letture del nonno.
L'ottavo: un testo pulito da ogni decorazione che corre dritto al punto senza sbavature didascaliche. Una bella sorpresa che sembra così ben messa lì sul finale, da far supporre che Sara Marconi ne sappia parecchio dello stupore che ci riservano i bambini e le bambine. In altre parole, che abbia la giusta sensibilità per saper raccontare l'infanzia.
 
 
 
Il nono: una buona capacità di regolare in modo diverso il ritmo delle tavole con ogni mezzo a disposizione di un illustratore, e farlo in buona armonia con il testo.
Il decimo: la questione intorno a cui tutto ruota. Anzi le questioni. Da una parte il racconto sincero di una timidezza riconosciuta e protetta dai grandi e dall'altra l'inaspettato coraggio di una bambina che della sua passione fa il suo destriero che la porterà lontano. 
 

Che sia la musica o sia la chimica, l'importante è che ci sia.
 

Carla
 
Noterella al margine. Ce ne sarebbe anche un undicesimo: il formato del libro è esattamente uguale al piatto del mio scanner.


Nessun commento:

Posta un commento