mercoledì 6 gennaio 2021

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

DELL’AMORE E DEL CORPO

 

Quando si guarda alla produzione editoriale dedicata alle teenager, si nota come una parte importante sia rappresentata da ‘romanzi d’amore’, o, se vogliamo essere più precisi, testi dedicati alle dinamiche dei sentimenti, alle molteplici sfumature che essi possono assumere, agli intrecci di storie tormentate secondo canoni abbastanza noti.
Poco tempo fa ho parlato di una novità interessante, capace di sparigliare le carte dei luoghi comuni: ‘Un attimo perfetto’, di Meg Rosoff coglie con uno sguardo per niente compiaciuto le relazioni sentimentali ed affettive dei componenti di una famiglia, all’arrivo di un personaggio perturbante.
 

Un altro romanzo di successo è stato ’Ogni giorno’, di David Levithan, pubblicato nel 2013 da Rizzoli. L’idea di partenza è senza dubbio originale: il protagonista, A, vive svegliandosi ogni giorno in un corpo diverso e in qualche modo se n’è fatta una ragione, fino a quando non incontra Rhiannon, con cui si intrattiene mentre è ‘ospite’ del corpo del suo ragazzo. Da quel momento, di giorno in giorno, di corpo in corpo, il suo scopo è rimanere vicino alla ragazza per conquistarne l’amore.
A prescindere dal finale, si vede con chiarezza come questa traccia narrativa incarni l’ideale dell’amore ‘romantico’, celebrando l’incontro fra anime gemelle, che si incontrano e si cercano al di là della corporeità. Tutto il racconto si fonda sull’assunto della ‘persistenza’, cioè sull’idea che l’identità del nostro A sia del tutto disgiunta dai corpi che attraversa. E’ più o meno quello che le ragazze vogliono farsi raccontare: un amore così forte da travalicare i limiti imposti dalla nostra materialità di esseri umani. Ma questo implica pensare che il corpo, con tutte le sue mutevoli implicazioni, non faccia parte dell’identità e, ancor di più, non modifichi il nostro modo di essere attraverso le sensazioni, i cambiamenti fisici, la crescita o l’invecchiamento. Implica pensare che l’amore non abbia niente a che fare con il nostro essere giovani o vecchi, sani o malati, con le nostre sensazioni e con la nostra storia.
Ma noi siamo il nostro corpo e, secondo il mio modestissimo parere, la stessa spiritualità deve fare i conti con la nostra cogente materialità.
Se il corpo per Levithan in fondo è un accessorio, un tramite di contatto col mondo, in Rosoff entra con tutta la sua potenza nel cuore del racconto: è il corpo desiderante dei ragazzi e delle ragazze travolti dalla seduzione di Kit, è il corpo ‘ambiguo’ del/la protagonista, il maschile e il femminile che rispondono insieme al richiamo della trasgressione.
Se non ci fosse la presenza fisica di Kit, nessun aspetto delle vite degli altri personaggi sarebbe modificato, mentre il passaggio seduttivo della sua fisicità mette in discussione tutto.
Abbiamo di fronte due modi molto diversi di vedere il mondo dei sentimenti. E’ interessante questa differenza proprio perché entrambi i romanzi hanno bene in mente il mondo giovanile e rispondono a quella richiesta di chiarezza che un’adolescente pone quando si parla della sfera sentimentale e sessuale. Bello credere nell’amore assoluto, nell’amore salvifico, più forte di qualsiasi ostacolo (o perversione). Peccato che le cose siano più complicate e che si passi buona parte della vita a ragionarci sopra.
Penso sarebbe utile estendere questi confronti a tanti altri romanzi che ruotano intorno a questi argomenti, compresi i romanzoni commerciali che tanto appassionano le ragazze; confrontare i punti di vista, le chimere costruite su misura per gratificare, le implicazioni non subito evidenti. Credo che sarebbe un modo onesto e rispettoso delle giovanili intelligenze per mostrare le complessità che tanto spaventano.
Entrambi i romanzi li vedrei proposti a partire dai quattordici anni.
 
Eleonora


“Ogni giorno”, D. Levithan, Rizzoli 2013
“Un attimo perfetto”, M. Rosoff, Rizzoli 2020



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