venerdì 5 febbraio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA VOCAZIONE AD ACCOGLIERE
 
Storia di una valigia, Núria Parera, María Hergueta,
(trad. Sara Margherita Cavarero)
Beisler, 2021


NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 9 anni)


"Magí sapeva tutto delle sue vacche. Se muggivano di tristezza, di fame o di gelosia. Sapeva - gli era sufficiente un colpo d'occhio - se il vitello appena nato sarebbe stato forte e sano. Quello su cui invece Magí non sapeva tanto fare era dire a sua figlia 'mi mancherai'. Maria si sarebbe sposata quella domenica e avrebbe lasciato la casa famigliare per andare a vivere con suo marito molto lontano. Troppo lontano. Ecco perché Magí le fece il più bel regalo del mondo: una valigia di pelle, confezionata con le sue stesse mani."


Questa valigia parte con Maria che va a lavorare in fabbrica come operaia tessitrice. La valigia finisce sotto il letto a conservare erbe medicinali e una manciata di terra portata via da casa. Il tempo di Maria, tra figli e fabbrica, è sempre meno e la bella valigia fatta dal padre viene dimenticata. 
 

Fino al giorno in cui lei la regala a Salvador che nel paese di Maria aveva portato una fantasmagoria: il cinema in piazza. Con Salvador la valigia si ferma quando si ferma la bicicletta. Tra i filari di uva lui trova l' amore e smette di girare con le sue proiezioni per occuparsi della vigna di Ángela. La valigia passa nelle mani di Joan il nipote di Ángela che scappa dalla guerra e cerca fortuna a Barcellona. 
Poi serve alla migliore amica di Joan, Violeta, in fuga dalla guerra civile, diretta in Francia...Poi la valigia diventa culla di una neonata, emigra con lei in America per scappare dalla persecuzione e poi diventa di nuovo valigia di quella bambina diventata ormai grande, una musicista pacifista. Poi in qualche modo la valigia torna verso casa per approdare a Ibiza e diventa la valigia di un fotoreporter. Abbandonata da Bru perché troppo vecchia, viene invece conservata da Lola proprio perché così vecchia. Il suo ultimo viaggio - chissà - lo fa verso Oriente e forse diventerà la valigia per contenere tutto ciò che possiede chi è costretto a scappare dalla povertà e dalla guerra, in cerca di una vita migliore. Le migrazioni non si possono fermare.


Il punto di vista è insolito e per questo è degno di interesse. Si tratta di pedinare, seguendo il destino di questo oggetto, i diversi passaggi di mano in mano, i viaggi, gli spostamenti, i diversi utilizzi che le persone ne hanno fatto. Una valigia, si sa, porta in sé un bel po' di simbolismi che anche in questo racconto vengono a galla. Se dovessimo riassumere i vari passaggi che questa valigia fa, potremmo dire che la sua funzione è quella di tenere assieme pezzi di vita e, in linea generale, conferma di volta in volta, a ogni successivo cambio di proprietario, la sua vocazione di contenitore accogliente e protettivo.
 

Su questa questione, la Parera costruisce anche qualcosa d'altro. La valigia non è solo simbolo del movimento nello spazio, ma diventa anche un vettore che attraversa il tempo. Per essere chiari, un lasso di tempo ben più lungo di quello che può essere il viaggio di una vita. In questo suo lunghissimo peregrinare lei è muta testimone di piccole o grandi porzioni di vita di successive persone, ma lo è anche della Storia quella con la maiuscola. In dettaglio, e qui si rende necessaria una mappa ragionata a fine libro dei singoli fatti storici che, per un pubblico di bambini e bambine italiane, non sono così immediati, almeno non quanto lo potrebbero essere per bambini e bambine spagnole. Infatti per i tre quarti del racconto è la storia e il contesto culturale della Spagna a fare da sfondo. 
 

Tuttavia si rivelano non poche le contingenze con quella che è la nostra storia italiana. La migrazione dalle campagne verso le fabbriche è stata fenomeno dell'intero continente. Lo stesso può dirsi riguardo a chi è fuggito dalla povertà, dalla guerra, dalla persecuzione razziale. Idem per il fenomeno della protesta pacifista.
Il destino della valigia, va da sé, si lega inesorabilmente non solo allo spostamento, ma al fenomeno della migrazione, ovvero dello spostamento per necessità. Da quella di Violeta che fugge dalla guerra e dalla persecuzione, fino a quella di Haya e Alì che aspettano in un campo profughi di Lesbo che anche per loro arrivi il momento di una vita dignitosa.
Se dal punto di vista dei testi, la cura non è sempre impeccabile, al contrario è molto ricercata l'impostazione grafica e i bei disegni  rigorosamente in B/N e rosso.
 

Salvo rare eccezioni, a ogni pagina con un testo che si esaurisce sempre in poche righe, corrisponde un'immagine a piena pagina, di norma sul piatto di destra in cui il rosso assume funzione narrativa esso stesso, punteggiando -  in una composizione molto controllata - il lato emotivo dell'immagine: le cuciture della valigia, i papaveri del campo, il sangue dei morti, la coperta della piccola, le unghie smaltate di Lola. E naturalmente, il cannocchiale di quel bambino a Lesbo che guarda il futuro, il suo meritato futuro, al di là del mare...
 
 
Carla

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