venerdì 5 marzo 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

RITRATTI D'INFANZIA
 
Le mani ballano, la bocca canta, Riet Wille, Ingrid Godon
(trad. Laura Pignatti)
Sinnos 2021


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (da 1 anno)

"Una mano scappa, l'altra rincorre.
Due mani nascoste dietro la schiena
tornerete per cena?
Se faccio bene una cosa,
ricevo gli applausi,
che fanno così:
CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP "


Una bambina con i codini e il suo coniglio di pezza sperimentano quante cose si possono fare con le mani e quante si possono fare con la bocca.
Con le mani si può applaudire, si può far finta di telefonare, si può salutare, si possono chiudere a pugno e battere sul tavolo, si possono mettere su un occhio e poi sull'altro, e poi sul naso e poi sulla bocca.
E con la bocca si possono far uscire bei suoni, come una lunga O se la faccio rotonda, una bella A se sono dal dottore. Con la bocca si può sorridere o fare le pernacchie per la puzza esagerata e quando la bocca incontra la mano che cosa può succedere? Meglio nascondersi dietro una porta e... ciucciare in santa pace.


Quadrato, cartonato esce un altro bel libro con i disegni di Ingrid Godon.
Una delle migliori matite contemporanee che sappiano ritrarre con tanta acutezza l'infanzia.
In questo libro fatto di onomatopee e di saltuarie rime e assonanze, Ingrid Godon disegna una delle sue bambine dalla faccia grande e dagli occhi tondi che si distingue per le sue guance sempre colorite, per il suo piccolo naso a patata e per le sue orecchie minuscole e tonde e per il suo collo che non c'è mai. 
 

Porta codini, veste pellicce da tigre, o piume da indiano e fa un sacco di cose con le sue mani e con la sua bocca larga larga che si arriccia tutta quando deve dare i baci. A lei che occupa spesso e volentieri la pagina di destra si alterna il suo pupazzo, un coniglio che non si tira mai indietro. È il suo interlocutore preferito sia quando c'è da far finta di telefonare con la corda per saltare sia quando c'è da cavalcare una scopa come se fosse un purosangue, ma c'è anche quando occorre indossare il camice del dottore o quando c'è da scappare per il cattivo odore. Non si perde l'occasione di esserle a fianco nel lettino quando si sta giù per riposare, o dietro il muro a dar ogni tanto una ciucciatina. Lui, la spia non la fa.
 
 
Il libro per come è concepito è un invito a essere interattivi, tanto nei gesti, quanto nei suoni, circostanza che lo rende un libro da leggere e rileggere per farlo diventare un gioco sonoro, familiare, di pantomima.
E a ogni nuovo giro di pagina abbiamo modo di godere dei disegni di Ingrid Godon che sanno essere contemporaneamente singolari e classici allo stesso modo.
In Italia hanno circolato le sue bellissime tavole con quel segno a matita sempre molto carico in bei libri concepiti per primissima infanzia, e tutti ricorderanno Cosa facciamo con Baby uee uee? (2001) e Un amore di bambino (2002). Accanto ai suoi bebè, impercettibilmente angolosi, sempre con le gote colorite, con poco più che tre peli in testa e gli occhi disegnati come semplici puntini, eppure di massima espressività, c'è un divertente zoo di animali veri e di pezza che costituiscono il loro coro ideale.
Eppure Ingrid Godon è capace di declinare i suoi famosi ritratti d'infanzia anche in modi molto diversi tra loro. Segnare le loro testone con un segno rapido di matita colorata, con la medesima potenza che hanno i disegni dei treenni, su un colore pastello diffuso e soffuso che sconfina oltre ogni contorno, si pensi alla bellissima serie dedicata al Petit Bonhomme (2012, 2016) che tanto ci sarebbe da augurarsi di vedere anche in Italia, finalmente pubblicato. Oppure nei grandi testoni di bambini dallo sguardo enigmatico, come è doveroso che sia, veri e propri ritratti di anime misteriose, nella trilogia con i testi di Toon Tellegen, Ich wou (2011), Ik denk (2014) Ik moet (2016).
Viene il sospetto che Ingrid Godon sia una e trina.
 

Cosa che non è da tutti.

Carla

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