venerdì 14 maggio 2021

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

E L’UOMO INCONTRO’ IL CANE 


Questo è il titolo di un testo divulgativo di Konrad Lorenz, che ho letto nei lontani anni ‘80 e il cui primo capitolo, dove parla della domesticazione del cane, sembra essere molto vicino a quanto racconta Michele Serra nel suo ‘Osso. Anche i cani sognano’, una storia breve illustrata da Alessandro Sanna e pubblicata da Feltrinelli.
In questo racconto, Serra immagina un uomo anziano, sopravvissuto alla recente pandemia; vive in una bella casa ai margini della città e vicino a un bosco, miracolosamente ancora intatto.
 

Nel prato davanti alla casa compare un giorno un cane magrissimo, un segugio perso o abbandonato. Nonostante non abbia mai avuto cani, l’uomo decide di nutrire il cane, il quale, però, si sottrae a ogni contatto diretto. Così, per qualche giorno, l’uomo lascia la ciotola col cibo nel prato, per ritrovarla vuota il giorno dopo.
L’uomo ha una nipotina, Lucilla, che ogni tanto va a trovarlo con la sua simpatica e ingombrante maremmana, di nome Roba; è proprio la bambina a dare un nome al cane randagio: Osso.
Il vecchio e la bambina fanno spesso passeggiate nel bosco, accompagnati dalla rassicurante presenza di Roba e rallegrati dalle incursioni di Osso.
Dunque, lentamente la diffidenza di Osso si fa via via più lieve e il vecchio si diverte a osservarlo mentre corre con Roba, o mangia, o si riposa, sognando sogni di cane.
 
 
Il vecchio, stupito da quanto la sola presenza di un randagio malandato abbia potuto cambiargli la vita, racconta a Lucilla, la nipotina, una storia che potrebbe essere quella vera, della domesticazione del lupo migliaia di anni fa: un gesto di pietà, unito all’utilità di avere delle sentinelle molto affidabili, fece sì che una piccola comunità umana cominciasse a condividere i propri spazi con alcuni cuccioli di lupo, in cambio della loro collaborazione nella caccia.
Lorenz parlava di una discendenza diretta dagli sciacalli e solo parzialmente dai lupi, ma questa tesi, che ritorna per un accenno anche nel libro di Serra, è stata abbandonata da tempo.
Ma al di là di questo, che può incuriosire i più giovani nell’indagare sulla storia di un animale comunissimo e in realtà poco conosciuto, quello che mi ha colpito maggiormente è il parallelismo fra l’incontro del vecchio con Osso e l’incontro antichissimo fra uomo e cane. Come se ogni volta, da entrambe le parti, si stipulasse un patto di reciproca fiducia.
Bisogna avere occhi ben aperti per vedere nel cane la sua animalità e riconoscerne il valore, apprezzando come la sua intelligenza, e soprattutto le sue capacità empatiche, ci consentano di comunicare e di scambiare affetti e compiti, creando legami solidissimi. I cani sono spesso passatempi, o strumenti di lavoro, pochi si soffermano a guardarli per quello che sono, animali che della condivisione con l’uomo hanno fatto una non irreversibile scelta di vita.
Il racconto scorre veloce, con il ritmo e le atmosfere di una storia leggendaria, la storia di un ‘miracolo’ rinnovato, dell’incontro dell’uomo e del cane. E la percezione del ‘miracolo’ deriva dalla constatazione della profondità del legame che si crea fra due creature così diverse nel percepire il mondo e nel viverlo. 
 
 
Alessandro Sanna, con i suoi acquerelli così sapientemente evocativi, sostiene lo sviluppo della storia e ne sottolinea l’aspetto più simbolico. Il suo ‘Osso’ è esattamente come dovrebbe essere, magro, spaventato, incuriosito, esuberante, libero, come è libera la natura che l’ha accolto fino a quel momento.
Lettura consigliata a bambine e bambini amanti degli animali e delle buone letture, a partire dagli otto anni.
 
Eleonora
 
“ Osso. Anche i cani sognano”, M. Serra, ill. di A. Sanna, Feltrinelli 2021





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