lunedì 10 maggio 2021

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

IL VOLTO INATTESO DEL MALE
 

‘Senza una buona ragione’, di Benedetta Bonfiglioli, pubblicato da Pelledoca, è indiscutibilmente una storia ‘nera’. E’ la descrizione di una discesa all’inferno di una ragazza normale, normalissima, quasi banale, nella cui vita entra il ‘male’, impersonato da una compagna di scuola.
Tutto inizia con la partenza di Carlo, fratello della protagonista, Bianca; il ragazzo è stato ammesso alla Sorbona e parte lasciandosi alle spalle la sorella, con cui ha condiviso tutto, e la fidanzata Greta.
Bianca è coinvolta suo malgrado nel dolore di Greta, che è anche una sua compagna di scuola; da quel momento la sua vita precipita in un incubo: dagli scherzi pesanti, a veri e propri sabotaggi, compiti sostituiti, video osceni, ovviamente ‘modificati’, furti, fino alle scritte contro un’insegnante, la cui colpa viene addossata a Bianca. Il risultato è una bocciatura immeritata, con grande dolore dei genitori, che con il loro bar e con mille sacrifici hanno consentito ai figli di studiare.
La colpevole di questa cospirazione, abbastanza machiavellica, è certamente Greta, di questo la protagonista è convinta, ma non osa confidarsi con i suoi amici di sempre Olivia e Chicco, ma solo con la compagna di classe Mila. Alla fine dell’anno scolastico è con lei che partirà per una breve vacanza al mare ed è durante questo viaggio che si svelerà la verità.
Bianca fugge dal pullman su cui stava viaggiando e comincia a vagare fino a essere raccolta da un ragazzo alla fermata di un bus. Sta cercando una volontaria che deve accompagnare a un rifugio in montagna. Bianca approfitta del fraintendimento e inizia la sua fuga dal mondo; nel corso di due mesi, lavorando con compagni silenziosi quanto lei, ma partecipi nei limiti del possibile al suo dolore.
Un passaggio necessario per poter guardare al passato senza disperazione.
Il romanzo è dunque concepito in due parti, la discesa all’inferno, grazie all’intervento sistematico di una coetanea, e la lenta risalita, grazie alla presenza di estranei solidali. La prima parte alterna il racconto dal punto di vista di Bianca, scritto in seconda e terza persona, alle pagine del diario della persecutrice, di cui si intravedono le motivazioni. Da una parte, dunque, l’inconsapevole ‘caduta’ di Bianca che subisce le violenze crescenti senza riuscire ad arginarle, presa in una spirale depressiva che la porta all’autolesionismo. Dall’altra una voce carica di odio e di rancore, come se la distruzione di Bianca fosse l’unico rimedio a una vita non sopportata. Sullo sfondo le famiglie, dove campeggiano inesorabilmente genitori distratti dal lavoro o dai disastri coniugali, fatti di separazioni, adulteri, distrazioni. Padri e madri che poco sanno e meno vogliono sapere dei propri figli, salvo disperarsi quando sono messi di fronte ai loro drammi.
La forza di questo racconto di adolescenze perdute non sta nella plausibilità, perché davvero che nessuno veda, si insospettisca, si ponga dei dubbi è un po’ forzato; così come lo sono le figure di adulti, che sono più che altro attori muti e passivi che fanno da sfondo al dramma che consuma i loro figli. La vera forza sta nel descrivere quello che davvero può succedere fra una vittima e il suo carnefice. Una vittima che in qualche modo introietta la responsabilità di quanto accade e se ne fa annichilire, una carnefice che riesce a trovare una sorta di riparazione ai propri disastri, distruggendo la vita degli altri. Un meccanismo feroce che difficilmente può essere smontato da chi lo vive direttamente. La solitudine che gli e le adolescenti vivono è spesso il frutto delle lenti deformanti di un’identità in costruzione, che si percepisce unica e sola di fronte a un mondo ostile; questo spesso non consente loro, come in questo romanzo, di chiedere aiuto.
Il racconto di Benedetta Bonfiglioli ha tutte le caratteristiche del noir, costruendo una storia che porta inesorabilmente il lettore e la lettrice ad aspettarsi un finale che poi viene addolcito da un necessario colpo di scena. Una svolta imprevista che consente alla protagonista di uscire dal tunnel in cui era finita, con una nuova vita tutta da scrivere.
La durezza delle situazioni e il linguaggio esplicito mi spingono a consigliare la lettura dopo i sedici anni.
 
Eleonora


“Senza una buona ragione”, B. Bonfiglioli, Pelledoca 2021





 

Nessun commento:

Posta un commento