venerdì 15 ottobre 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

PER VOCE E CORO
 
Magari! Rime dei desideri da strillare insieme
Bruno Tognolini, Giulia Orecchia
Camelozampa 2021

POESIA
 
"Magari domani va meglio di oggi
Domani ti aiuto, domani ti appoggi
Se non lo sai oggi domani lo impari
Vedrai che ci riesci...
... MAGARI!"


Ventiquattro 'magari' che vanno strillati assieme per poi lasciarli andare in direzioni anche molto diverse tra loro. Verso la Palestina, verso uno zio anzi tre, verso la maestra, verso cavalieri, vampiri e corsari, verso i compagni di banco. Versi che si dirigono verso qualcosa o qualcuno con la stessa potenza propulsiva che hanno i desideri, ed è per questo che quel 'MAGARI' finale, che li rende fratelli, va detto a piena voce, urlando!
Questo è un buon momento per i desideri.
Dopo il tempo in cui tutti siamo rimasti chiusi in una pentola a pressione, e il nostro orizzonte erano le pareti intorno, il sibilo ha cominciato a uscire e adesso si è fatto sempre più forte. Ora possiamo permetterci di mettere fuori la testa, il fischio e la voce e soprattutto possiamo di nuovo guardare in avanti e ricominciare a desiderare.


Il tono di questo libro è doppio.
C'è una voce singola, bassa o alta che sia, che dice parole che suonano, che vanno in una direzione precisa, parole che portano ritmo e che portano senso. Poi c'è un brevissimo silenzio, dato da quei puntini di sospensione. Fondamentale che quel vuoto si crei. Deve permettere alle nostre teste di avere il tempo di dare una forma a quel desiderio. È necessario per farlo diventare condiviso.
Poi esplode la voce di tutti, la voce del coro che è più forte perché è di tanti.
 
 
Può salire in acuto o scivolare di poco verso il basso, a seconda della capacità dei coristi di dimostrare la loro fiducia.
Come tutti i libri che contengono rime, in particolare quelli di Bruno Tognolini che delle sue filastrocche diffonde il suono molto più spesso che il segno, hanno bisogno di voce.
Questo Magari! , pensato inequivocabilmente come un gioco tra voce e coro, dove a quest'ultimo viene affidato il ritornello - quel 'magari' che tiene cucito insieme il tutto perché ricompare a ogni inizio e a ogni finale - si direbbe generato in uno degli ambienti più vitali in cui Tognolini interagisce con i bambini: il festival di Cagliari, Tuttestorie, di cui entrambi - Bruno e i bambini - costituiscono l'anima più profonda e autentica.
 

Ai bambini di Cagliari, ma anche quelli dei mille posti in cui è andato e si è fermato, la sua voce è nota e risuona familiare, come è familiare per tutti quei grandi che almeno una volta l'hanno sentita rimare: è bassa, piena di ritmo, piena di pause, con il tempo si è fatta anche leggermente rasposa, ma inconfondibile con quelle sue e chiuse e o aperte.
Il Qcode finale -se inquadrato a dovere- rende sonoro il libro di carta. E lì si potrà ragionare e fare l'esegesi riguardo alle diverse intonazioni che i bambini del coro danno alle loro partiture di 'magari' e si potrà interiorizzare una volta di più la voce scandita di Tognolini che dice.
I ventiquattro desideri, seppure non tutti di uguale spessore, spaziano dal regalo di compleanno, alla pace in Palestina, dalla cura del pianeta al lavamano di calamari fritti, dai cimiteri nel mare a una maestra migliore. Tutti dimostrano la leggerezza richiesta, senza mai lasciare indietro il senso. Alcuni suoneranno più affini alle sensibilità dei più grandi, altri avranno il pregio di stamparsi nella memoria dei piccoli.
A contrappuntare le rime ci sono le tavole coloratissime di Giulia Orecchia, già veterana compagna di diversi altri libri di versi. Di rado i suoi disegni fluttuanti invadono lo spazio del testo, ma quando lo fanno è un piacere per gli occhi e quando hanno il sopravvento anche sul fondo color pesca si rimpiange il fatto che non accada più spesso.
 

Spetta al disegno, ovvero alla direzione che esso prende sul foglio, il determinare il posto delle rime, talvolta a destra, talvolta nella pagina di sinistra: loro si adeguano. Ma il disegno è altrettanto capace di farsi più discreto di fronte all'emozione che genera il testo e a saper cogliere dei piccoli dettagli da espandere in quei casi in cui cadere nel didascalico sarebbe a un passo. Vivace e movimentata, anche se meno plastica, e più prudente nell'invasione del foglio e nel ricorrere alle texture, di quanto non lo sia stato Eric Carle, Giulia Orecchia come lui è immediatamente riconoscibile e come lui del colore fa la sua bandiera che sventola con rara sicurezza.
Il vestito di questo libro è insolito: grande, quadrato, con copertina rigida. Per noi che Tognolini siamo abituati a metterlo in tasca...


Carla

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