mercoledì 5 dicembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA GENTILEZZA
Storie di animali per quattro stagioni, Toon Tellegen, Sylvia Weve
(trad. Laura Pignatti)
Sinnos 2018


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Una mattina d'autunno lo scoiattolo era davanti alla finestra e guardava le foglie che cadevano lentamente e intanto pensava a tutto quello che doveva fare quel giorno. 'Devo comprarmi un cappotto caldo per l'inverno', pensò.
Devo trovare un regalo per il grillo che compie gli anni domani. Devo andare a trovare il riccio e, se il riccio non è a casa o non mi apre, anche la tartaruga.
Devo scrivere una lettera, non so più a chi, ma devo scriverla."

La lista delle cose da fare prosegue per una intera pagina. Sono cose anche molto diverse tra loro, spazzolarsi la coda oppure dire al coleottero che a volte anche lui è triste, ma che poi passa, senza sapere perché.
A chiudere questo lungo elenco, due doveri necessari: sapersi accontentare e aprire la porta. Fatte entrambe le cose, lo scoiattolo riconquista la propria libertà e il proprio armonico stare nel mondo che lo circonda. Si arrampica sul ramo e tira un gran respiro, dicendo a se stesso che la cosa sola che deve veramente fare è... niente.
Nello stesso bosco, qualche tana più in là, c'è l'oritteropo che riflette sul nascondersi. Non lo ha mai fatto fino a oggi e l'esperienza sembra interessante, anche se sconosciuta. Contemporaneamente nella tana di orso, orso è lì che fa le divisioni con le torte che ha preparato per gli altri, ma c'è sempre qualcosa che non torna nei suoi conteggi. Questo capita anche al millepiedi con i propri piedi. Il tasso, invece, ha i suoi problemi con una casa troppo grande e dispersiva a tal punto da smarrire gli invitati per il tè. 


Anche la talpa è molto ospitale e con il lombrico organizza una festa per chi ha organizzato la festa: due invitati, ma molto divertimento. Ricevere persone a casa è anche il tema che polarizza la giornata del maggiolino. Il leone nella tana riflette sulla propria immagine allo specchio e l'orsetto lavatore cerca solo di dormire.
All'aria aperta invece che cosa succede? Uno scoiattolo è appena atterrato sulla schiena di una balena, un rinoceronte e un ippopotamo discutono su un ponte, una tartaruga si carica la schiena di animali e una rondine organizza la sua festa aerea.

Gioia. Ci sono autori senza i quali la vita terrena sarebbe peggiore.
A ciascuno il proprio elenco, nel mio, Antonius Otto Hermannus Tellegen occupa il posto d'onore. Per almeno tre importanti ragioni. Ragioni che trovano conferma anche in questo suo ultimo libro di racconti, nato due anni fa in Olanda e portato in Italia con opera più che meritoria da Sinnos, nella collana 'I tradotti'.


La prima: Toon Tellegen è un creatore di mondi.
Un mondo apparentemente conosciuto e riconoscibile - un bosco - ma concepito secondo un ordine 'altro'. E in questo bosco 'diverso', abitano e agiscono animali anch'essi conosciuti e riconoscibili - rinoceronti ed effimere, lombrichi e leoni - che però della loro natura conservano un nucleo primigenio, su cui si aggiunge un pensiero e un'azione più complessa e stratificata. Che ha a che fare molto di più con l'umanità (nel bene e nel male) che non con il mondo animale, in senso stretto.
In questa prospettiva, per esempio, l'orso non perde mai le sue caratteristiche da orso che lo qualificano, ma a queste se ne aggiungono altre che trovano la loro ragion d'essere esclusivamente nel modo di essere degli umani.
Toon Tellegen, al pari di altri creatori di mondi come Ponti o come la Jansson, mette nelle tane delle talpe e degli scoiattoli teiere, lampadari e divani. Attraversa il surreale e l'assurdo diventa consuetudine. 



Nel contempo gli orsetti lavatori si addormentano sotto le foglie. Questo continuo cambio di registro è una gioia per il nostro cervello che è in all'erta costante, meraviglia dopo meraviglia, assurdità dopo assurdità.
Questo dialogo tra i due ambiti - animale e umano - ha una deflagrazione ancora maggiore nella sfera del pensiero.
I ragionamenti che Tellegen mette in testa e in bocca a un effimera che non sa cos'è il domani, o a un oritteropo che sente il bisogno di essere cercato da qualcuno hanno a che fare con la filosofia, in senso stretto.
Ed è questa la seconda ragione per amare questo autore e per condividerlo con il maggior numero possibile di bambini e adulti.
Le grandi domande, le questioni alla base del pensiero occidentale sono tutte lì in quel bosco (o deserto, o mare) in cui i suoi animali agiscono, pensano, riflettono e si addormentano. Un pozzo senza fondo, una vertigine di questioni, che Tellegen tocca con la delicatezza del saggio, che non ha bisogno di alzare la voce per dimostrare e mostrare il proprio punto di vista.
Al contrario, il più delle volte, dopo lungo riflettere, tutto si chiude in un sonno ristoratore e la questione rimane aperta, come è giusto che sia.
Quando la risposta non viene, è da saggi arrendersi.


Gli animali di Tellegen sono sapienti e la sapienza deriva dalla loro consapevolezza di sé e dal grande rispetto che nutrono nei confronti dell'altro.
In tal senso si assiste, inevitabilmente a ogni fine di racconto, al ristabilirsi di un'armonia diffusa che è una carezza per lo spirito.
Figlia di questo modo di leggere il mondo è la terza ragione per amare Tellegen, che declinerei con una parola conclusiva e rara, da non svilire con alcuna spiegazione: gentilezza.

Carla

Noterella al margine. La vivacità consueta di Sylvia Weve qui scende di qualche tonalità, anche in senso cromatico, e si allinea alla delicatezza poetica e surreale del testo. Nel turbinio delle immagini, negli azzardi di prospettiva dà una sua personalissima lettura del mondo geniale creato da Tellegen. Un ultimo pensierino è sul titolo che dal nederlandese all'italiano perde un poco della leggerezza sospesa di 'una mattina, al principio dell'estate...'

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