mercoledì 9 ottobre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CELESTE

Il grandioso spettacolo del cielo, Aurélia Coulaty, Atelier Bingo 
(trad. Gioia Sartori)
Terre di Mezzo 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Il cielo sa anche tacere, per essere contemplato. Le sue costellazioni misteriose risplendono all'infinito. La Via Lattea brilla nell'universo scuro, proprio sopra gli uomini, come una fiaccola sacra."


La Via Lattea: uno degli spettacoli migliori che il cielo possa offrire; soprattutto perché è visibile solo nel nero della notte e non dalla finestra di casa ( a meno che la nostra casa non sia isolata e magari anche in cima a una montagna...)
Se la Galassia per antonomasia chiude il libro, è piuttosto prevedibile che ad aprirlo sia l'altro grande abitante del cielo, ovvero il sole. Poi la pioggia, come suo naturale contrario nel nostro immaginario. A seguire, l'arcobaleno che è il frutto del loro incontro ed è altrettanto suggestivo e stupefacente, come la Via Lattea fatta di stelle. Poi gli aquiloni e il vento, gli uccelli che lo attraversano per migrare, poi con uno scarto piacevole le aurore boreali, altro fenomeno di non semplicissima osservazione dalla solita finestra di casa...

Stelle cadenti, piccioni viaggiatori, tornado, nebbia scia degli aerei. Le anime, i pipistrelli, il fumo e i fuochi d'artificio.
Un catalogo volutamente in disordine, tenuto insieme nella sua compilazione, per converso, da un ordine preciso e sempre rispettato.

Un catalogo, una lista di elementi che con il cielo hanno un rapporto stretto. Oggetti, animali ed elementi naturali che si avvicendano, in un apparente caos di entrata in scena.
E com'è questa scena? E' una doppia pagina. Rigorosamente sempre lei.
Al disegno è dato tutto lo spazio possibile: la occupa per i suoi 5/6, mentre il testo è una vera e propria didascalia posta lungo il margine inferiore della pagina a fondo bianco. A sinistra, in maiuscolo la definizione e, a destra, su più righe con una giustificazione centrata, una descrizione del fenomeno o dell'oggetto o dell'animale raffigurato disponibile. Si tratta di testi brevi, esatti pur nella loro semplicità. 


Spesso allusivi di esperienze che il lettore piccolo può aver sperimentato: il fumo allude a quello del camino, i fuochi d'artificio alle feste estive. Alcune concessioni a definizioni immaginifiche, laddove i pipistrelli sono topi con il mantello, la grandine biglia su un tamburo, i piccioni viaggiatori postini con le piume e gli aquiloni pesci dalla lunga coda. Alcune invece si ancorano con destrezza ai principi della fisica: le mongolfiere che stan su per l'aria calda, il tornado che si avvolge nel suo centro, l'arcobaleno che ha a che fare con la luce e l'acqua nello stesso spazio e nello stesso tempo. Stesso rigore nelle abitudini delle api, delle gru, delle farfalle e dei soffioni. Alcune, più poche, piacevoli digressioni nella cultura e nella tradizione: le lanterne volanti, le colombe bianche, le anime che, si dice, luccicano nel firmamento e salutano chi è vivo.
L'intento di Aurèlia Coulaty, di formazione documentarista, ovvero narratrice del mondo, appare piuttosto chiara e condivisibile. Costruire una sorta di abecedario delle cose del cielo che sia comprensibile anche ai più piccoli e che non li annoi. Anzi li colpisca.


Con un intento analogo, accanto ai suoi testi, si espandono Adèle Favreau e Maxime Prou, ovvero il Collettivo Bingo. Grafici, designer, che lavorano con molta disinvoltura su forma e colore. E lo fanno in varie direzioni: dalla copertina di un disco al tessuto.
Attraverso il collage, principalmente con colori puri, con uno sguardo evidentemente rivolto ai Fauves e a Matisse e alle sue stelle, o con il segno di una matita scura, costruiscono figure in movimento che catturano lo sguardo per la loro energia radiosa. La loro arte si basa sulla semplificazione delle forme, sull'abolizione del chiaroscuro, sull'uso di colori vivaci e innaturali, ma emotivi, sull'uso incisivo del colore puro e una netta e marcata linea nera che lo attraversa, lo 'imbratta'. L'importante non  è solo il significato dell'opera, ma la sua forma, il suo colore, la sua immediatezza. Partendo da suggestioni e stimoli diversi, ricercano un nuovo modo espressivo fondato sull'autonomia della forma, della figura: il rapporto con la realtà visibile non è più naturalistico, in quanto la natura viene intesa come repertorio di segni al quale attingere per una loro più libera trascrizione. Il collage, a strappo o ritagliato, che porta in primo piano la forma parrebbe aver attinto dal Cubismo, forse quello di Braque.


Per Atelier Bingo non esiste una unità di misura: il piccolo può essere riprodotto grande e viceversa. Mentre esiste forte la consapevolezza che il segno ha la funzione di offrire sintesi della forma dell'oggetto disegnato e nello stesso tempo essere espressione dell'atto stesso che lo ha prodotto.
Una festa per gli occhi e una buona palestra per educare al bello.

Carla

Noterella al margine: la copertina dell'edizione italiana vince su quella francese, il titolo, no.

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