I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO
CHE SPARIAMO NELL'ETERE
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE
PER FARE MERAVIGLIA
E PER FARE FESTA
Il meglio di...
un anno di libri, un anno di ragionamenti,
un anno di recensioni su Lettura candita.
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!)
Settembre 2017
perché
perché
"Da un lato spetta all'ambiguità
di certe immagini, di certi segni, accendere l'interesse dello
spettatore, dall'altra questo tipo di arte, l'unica che secondo
Glaser merita questo nome, è quella che cancella preconcetti e
stereotipi e nel contempo ha il dono di risvegliare le menti da quel
torpore, Glaser lo definisce immunità
all'esperienza, che ci
aiuta a non soccombere di fronte agli stimoli della realtà.
Quindi di fronte a un'opera d'arte
nella sua ambiguità - quadro, poesia, pezzo di teatro che sia - noi
ci svegliamo (spegniamo il pilota automatico) e ci rendiamo conto di
essere al mondo: la nostra mente si è mossa.
Ebbene tutto questo mi sembra si
possa leggere in trasparenza anche in SE
le mele avessero i denti."
Ottobre 2017
perché
"Ha tutta la freschezza, la sensibilità e l'intelligenza che l'autore inietta nelle sue storie, come quelle, già note al pubblico italiano, di Polleke, scritte in realtà alla fine degli anni Novanta.
Leggere
questo testo, stampato meritoriamente con un font per la lettura
facilitata, è davvero respirare a pieni polmoni in una storia che
non ha, per fortuna, scopi educativi, ma racconta con immediatezza la
vita quotidiana di una bambina, all'inizio delle elementari, e dei
suoi amici, la piccola Roos e Jan-Willem."
perché
"Ci sono libri necessari: c'è una grande libertà di pensiero nel raccontare storie; c'è il garbo e la gentilezza che permea ogni gesto e, più in generale, il tono narrativo, c'è il gusto per il racconto dell'assurdo che si palesa come un guizzo in un contesto a dir poco quotidiano. E, a proposito di tono, c'è di nuovo quel preciso registro narrativo, ottenuto in una trascrizione felice ed equilibrata di un parlato che diventa testo. C'è la città ancora una volta protagonista non dichiarata, come sempre magnificamente raccontata da Hubesch, c'è tanto verde sotto forma di rigogliose piante."
Novembre 2017
perché
"Questo è
un vero libro sistematico sugli abitanti più numerosi della Terra,
che rappresentano l'ottanta per cento delle specie viventi, e
parliamo ovviamente delle specie conosciute. olti
gli aneddoti, ma soprattutto tanta informazione, con alcune schede
finali che consentono ai giovani scienziati e scienziate di
riconoscere gli insetti che popolano i nostri terrazzi e giardini. Mi
ha colpito la capacità di sintesi e la chiarezza dei testi, pur
nella precisione della esposizione. Molti appassionati/e di questo
argomento trovano finalmente un testo all'altezza delle loro
aspettative."
perché
"Su
ogni cosa, lo stile (tutelato da una buona e rispettosa traduzione):
la felicità della sua scrittura che ha la capacità di prendere
signorilmente per il collo il lettore e strapparlo letteralmente
dalla poltrona per farlo atterrare in media res: nell'ambulatorio di
via Château-des-Rentiers, nella casa di Violaine, in un centro di
pianificazione familiare...Di portarlo dalle lacrime e al riso e
viceversa, come se nulla fosse.
Dialoghi
serrati e frequenti che si alternano a momenti di riflessione
interiore dei personaggi scacciano ogni possibilità di assopimento
del lettore che, in un pomeriggio, può bersi senza fiatare le 200
pagine che lo compongono.
Immediatamente
dopo lo stile, arriva la sua capacità costruttiva del plot. Mai
un'incongruenza, ogni singolo tassello della storia torna
puntualmente a incastrarsi al posto giusto per comporre una
complessità di struttura da grande romanzo classico."
perché
"Morosinotto ha ancora una volta centrato l'obbiettivo, con un romanzo d'avventura di grande respiro, che restituisce verità ad un importante episodio storico. Dopo la caduta del Muro di Berlino, si è fatta strada l'opinione che i totalitarismi del Novecento fossero tutti mescolati in un unico calderone di necessario biasimo storico. La realtà è che senza l'eroismo del popolo russo e senza la capacità del suo governo, comunque lo si giudichi, di opporsi agli eserciti nazi-fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui l'autore non nasconde gli orrori, la storia dell'Europa e del Mondo sarebbe stata ben diversa e noi non saremmo qui a disquisire di libertà.
Lettura
necessaria, dunque, per chiunque, dai dodici ai 99 anni, ami
l'avventura e la Storia."
Dicembre 2017
perché
"All'interno della
storia cornice che ne contiene altre tre, ancora una volta la
Crowther costruisce una calda, accogliente e rassicurante relazione
piccolo-grande. Nonostante gli orsi protagonisti, lontana anni luce
da ogni mielosa cadenza, sulla scia di Minarik e Milne.
Una Mamma Orsa
affettuosa e nello stesso tempo ferma nel tenere la barra del timone
di una barca che sta per intraprendere il viaggio notturno del suo
piccolino. Condiscendente nel raccontare tre storie al posto di una
e partecipativa nel saper creare aspettativa verso nuovi progetti per
il domani: raccogliere more o scrivere sassi, Mamma Orso è solida
nel suo ruolo. Disegnata nel suo grigiore peloso ha sempre un lieve
sorriso e gli occhi attenti e pieni di cura, rivolti a Orsetto, unico
vezzo concessole: un gonnellone a righe che le copre le zampe,
evidente omaggio alla mamma di un altro Orsetto, quello di Minarik e
Sendak, appunto."
perché
"Attraversata
dalla consueta lieve vena di follia che caratterizza i racconti di
Ulf Stark, ancora una volta costruita intorno a un vecchio e a un
bambino, come a voler dimostrare che le due categorie umane hanno
parecchio da dirsi, anche Sai fischiare Johanna? lascia dietro di sé
una scia di aria fresca e tersa, come spesso accade con la narrativa
scandinava per l'infanzia.
Scevra
da ogni sentimentalismo, racconta con serenità la storia di due
ragazzini e di un nonno trovato.
A
passo sicuro, con i disegni 'perfetti' di Olof Landström, il
racconto va verso la prevedibile fine del vecchietto, non prima però
di aver consolidato le singole relazioni umane, attraverso alcuni
passaggi imprescindibili: dalla parte dei piccoli, la cura e dalla
parte del vecchio, l'insegnamento."
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