“Carla Stratos ha sedici anni, quattro piercing, tre tatuaggi e un gatto.
Non sa ancora che quello che le darà più problemi fino alla fine è proprio il gatto.
Carla vive in una casa al centro di Bologna. È la casa dei suoi zii e lei ci abita da quando è successa quella cosa. Ma non pensa volentieri al passato, a quando stava ancora in montagna e tutto il resto.
Esiste solo il presente. Ora. Adesso.
E adesso Carla ha 16 anni, fa il liceo artistico, vive dagli zii, ha quattro piercing e tre tatuaggi. E un gatto.”
Carla dunque è ben piantata nel presente. Il passato, quella cosa, è qualcosa da scordare…
E invece quello che l’aspetta è proprio un viaggio super avventuroso nella memoria, non nella sua. Ma in quella del gatto.
E poi, certo, anche nella sua, scoprendo che il passato racconta il presente.
È sempre bello soffermarsi sugli incipit delle storie di Davide Morosinotto e in questo caso apprezzare come, in pochissime righe e ben conchiuse, riesca a:
• scolpire davanti ai nostri occhi i tratti della protagonista
• localizzarla (e localizzarci) nello spazio
• localizzarci nel tempo facendoci intendere che c’è un prima (quella cosa), oltre al dopo che ci aspetta (siamo solo alla seconda pagina, del resto, e tutta la storia deve ancora accadere).
Così Morosinotto riesce a prenderci all’amo e all’amo rimarremo fino all’ultima pagina.
Nelle vicinanze di casa di Carla è appena stato assassinato un uomo, un pericoloso narcotrafficante, e un corpo di polizia particolarmente specializzato sta cercando l’assassino.
Unico testimone: il gatto. Per la precisione Cucco, il gatto di Carla, che spesso e volentieri se ne va girando per il quartiere ed è rientrato a casa lasciando zampate di sangue.
La tecnologia investigativa ha messo a punto un dispositivo capace di accertare la veridicità dei testimoni o sospetti criminali, una sorta di macchina della verità che entra nella memoria di chi ha visto. Dunque ci si prepara a entrare nei ricordi di Cucco utilizzando il Dispositivo Mnemonico DM e inchiodare il colpevole.
Nella memoria di Cucco entreranno in missione l’agente Due, l’agente Nove, Carla e Marco.
Marco è il fidanzato di Carla, il suo punto di riferimento, “il cuscino che attutisce i suoi spigoli”, è con lei da prima che accadesse quella cosa.
Molte cose accadranno in questo viaggio nella memoria che ci porterà a scoprire l’insospettabile assassino attraverso un incrocio di generi letterari, di storie e di accadimenti, di pericoli e di capovolgimenti, di prima e di dopo, come del resto Morosinotto ci ha già abituati a fare.
Dunque questa storia è un giallo, un’avventura au bout de souffle e anche una storia di fantascienza (o esiste già la “Macchina Mnemonica 171” con il connesso “Dispositivo Mnemonico DM”?).
Tra le righe della trama, sballottati tra un accadimento e l’altro, riusciamo anche ad attraversare il confine tra animale umano e non umano e come il gatto Cucco, vedremo giallo tutto ciò che è rosso (i gatti non vedono il rosso): gialli i mattoni di Bologna “la rossa”, giallo il sangue della scena del delitto; saremo capaci di fuggire con grandi balzi; vedremo le piante di casa come fosse una foresta…
Una bella storia che raccoglie con successo la sfida della nuova collana editoriale che Mondadori sotto suggerimento di Alice Bigli ha studiato per i lettori dagli 11 ai 14 anni.
Si chiama OSSIGENO e propone romanzi brevi da “leggere tutto d’un fiato” per avvicinare alle storie chi non è abituato alla lettura.
Dunque solo 126 pagine con interlinea ampia e carattere grande a disposizione di Davide Morosinotto per sfoderare una storia avvincente che apre a interrogativi interessanti: una riflessione sul Male, su come qualunque, proprio qualunque persona possa sceglierlo e agirlo (il riferimento a La banalità del male è esplicito) e sulla vendetta che qui viene proposta come nelle fiabe classiche nella loro versione non edulcorata dalle recenti trascrizioni dove ai cattivi (le sorellastre di Cenerentola come la strega di Hänsel e Gretel, per esempio) capita di morire carbonizzati in un forno o con gli occhi cavati da uccelli vendicatori.
In ultimo un accenno alla bella copertina illuminata da una luce gialla (per un giallo in cui si vede tutto giallo!) realizzata da Laura Perèz Granel.
Patrizia
Noterella a margine: Gli altri titoli già usciti per la collana OSSIGENO: Scusa, ma resto qui di Alessandro Barbaglia; Il sentiero degli orsi di Francesco D’Adamo.
“Il mio gatto ha visto l’assassino” D. Morosinotto, Mondadori 2024
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