martedì 2 aprile 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

CALZANTI E DIVERTENTI 

Parenti serpenti, Teresa Porcella, Roberta Balestrucci, Marianna Balducci 
Rizzoli 2024 


NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni) 

"CONSULENTI 
Sono i parenti con cui parlare 
c’è una ragione: sanno ascoltare! 

Detti anche “confidenti”. Sono quelli con cui parliamo ogni volta che abbiamo un problema assillante, un segreto ingombrante, una gioia debordante. Possiamo definirli i “parenti-amici”, perché li scegliamo a prescindere dal ruolo che rivestono nei nostri confronti. Appartengono alle più diverse categorie parentali: genitori, nonni o nonne, fratelli o sorelle, cugini e cugine, zii o zie, ma anche figli, figlie o nipoti. 
Hanno alcune caratteristiche fondamentali: 1. non ti dicono mai che cosa devi fare; 2. sanno ascoltare così bene che, a volte, fanno solo quello e non aprono bocca. Al limite ti danno un abbraccio." 

Racconto sconosciuto. Davanti a una nonna sorridente e annuente un ragazzino si sfoga. Non può farlo con nessun altro, perché tutti in famiglia vogliono che lui partecipi (e magari anche vinca) la gara di cucina a cui madre e padre lo hanno iscritto. Davanti a sua nonna, che lo guarda in alcuni momenti con lo sguardo lontano, lui riesce a dire le sue ragioni e a mettere in ordine le idee e quindi trovare la forza di opporsi: "non farò la gara di cucina cui mi hanno iscritto i miei, e non perché non so cucinare, o perché sono maschio. No. È che cucinare solo per gareggiare a me non piace: punto." 
Chi meglio di lei può capirlo, visto che è lei la sua maestra tra i fornelli. Lei gli ha insegnato che cucinare è un divertimento per se stessi e un piacere da condividere con le persone a cui vuoi bene: un regalo da mettere sulla tavola per gli amici. I giudici di un concorso culinario sono tutto tranne che amici... quindi Matteo farà come le ha sempre suggerito la nonna. Se non ci fosse lei, che lo ascolta. Lei lo ascolta e lo capisce, al di là della sordità e della demenza senile, diagnosticata dal medico. Matteo ne è certo. 

Il rigoroso catalogo, in ordine alfabetico e a tratti in rima, mette ordine fra le differenti categorie di parenti e si organizza con una precisione millimetrica come segue: 
illustrazione -a collage, strappi e foto- nella pagina di sinistra in cui la lettera dell'alfabeto, grazie alla sua forma, si colloca in un contesto più complesso. 
Per esempio la C di Consulenti diventa la grande bocca spalancata di un parente esperto che, se consultato, dispensa consigli saggi e a ragion veduta (questa è l'area di competenza di Marianna Balducci).


Sulla pagina di destra, invece, parte il testo: la grande lettera-guida sotto cui compare la definizione, ossia gli aggettivi (ovvero spesso è la forma aggettivale di un participio presente) che necessariamente devono fare rima con la parola parenti. Segue un distico che introduce la questione e mette di buon umore il lettore, per ironia spesso pungente, di norma centrando appieno la categoria umana cui vuole riferirsi. 
A seguire c'è il c.d. caso sconosciuto, ossia un breve racconto che dà corpo alla tipologia del parente presa in esame. Di norma seguono il tipo di sguardo preannunciato nel distico: sono ironici, talvolta amari, ma sempre piuttosto calzanti e quindi autentici (direi che questa è l'area di competenza di Teresa Porcella). 


Dopo di loro viene il "caso famoso": un boxino concepito anche nel suo design ad hoc che mette a fuoco personaggi reali o della finzione - dal cinema alla letteratura - che in qualche misura, con un piccolo scarto di prospettiva interessante, mettono a fuoco un altro esempio di persona che in quell'aggettivo possa essere riconosciuta da tutti. Nel nostro caso di specie, i parenti consulenti, fa bella mostra di sé Atticus Finch (questa è l'area di competenza di Roberta Balestrucci, se non erro). 
Va da sé che le tre aree di competenza non solo si toccano, ma si incastrano bene l'una dentro l'altra, cosa che fa pensare che le tre teste non abbiano mai lavorato troppo in solitudine, cioè senza sentire il bisogno di chiacchierarne assieme, di scambiarsi idee, di confrontarsi per ottenere il meglio per il libro nella sua completezza. 
Tutte e tre le autrici condividono il senso ultimo del progetto, come pure lo sguardo divertito che hanno nel raccontarlo, con tre linguaggi diversi, ma accordati tra loro. 


Ecco. Qui c'è forse il primo merito di Parenti serpenti, in questa regolare e molto armonica cadenza, un passo da montanare (nonostante le loro orgini), che va avanti per 21 volte con 21 diverse tipologie di parenti: quando una delle tre rallenta le altre due la prendono per mano e la tirano in avanti, con l'intento di arrivare insieme in cima: a libro ben fatto. 
Per due motivi non posso essere totalmente obiettiva nel ragionare su questo libro. Il primo è la mia conclamata passione per tutto ciò che ha il fine di mettere insieme, di mettere in sequenza, possibilmente secondo un criterio preciso (un ordine?) materie affini: i cataloghi. Trovo appassionanti detti criteri, il ragionamento che c'è dietro ogni scelta. Mi diverte l'elenco, mi dà un brivido la "vertigine della lista", ma è storia nota. Quindi questo libro, se non altro per struttura, mi si confa.


La seconda ragione che mi fa pendere da una parte è l'aver constatato e condiviso più volte lo sguardo di almeno due delle tre autrici. Ma mi pare di capire che anche la terza si allinei alla perfezione. Sono capaci di vedere di molta parte della vita il lato comico, l'ironia delle circostanze, dei fatti, delle cose, delle forme e persino degli oggetti. 
Di Teresa Porcella, in particolare, trovo apprezzabile la grande schiettezza nel dire il mondo, come pure il guizzo fulminante, iconico e icastico, che rende all'istante chiaro e visibile quello che fino a un minuto prima era nebbia. E non a caso i due versi che introducono ogni parente sono la forma cristallina di questo e l'oggetto mio preferito. Non credo di dover spiegare a nessuno che un tipo di espressione del genere ha molto a che fare con la poesia tout court


A parte tutto questo, esiste però anche un ulteriore motivo che rende interessante, oltre che piacevole, la lettura di Parenti serpenti: la sua intrinseca capacità (i cataloghi spesso la stimolano) di espandersi in direzioni ulteriori, una sorta di piccolo trampolino di lancio per ulteriori riflessioni, nuove liste personali che ogni lettore o lettrice potrà compilare per sé (non a caso, in coda al libro, tutti gli aggettivi in esubero non sono stati buttati via, ma invece sono lì a rilanciare il gioco). Anche perché diciamola tutta, sebbene il libro si focalizzi sulle relazioni umane in famiglia, non impedisce di alzare lo sguardo e ragionare in termini più generali di vizi e virtù dell'umana specie, anche fuori dai legami di parentela. 
A chiudere, come fosse un mio personale catalogo, metto in elenco una decina di piccole cose che mi sono piaciute, per ragioni diverse, più di altre. 
1- Il racconto I quaternari alla voce Bivalenti: un magnifico e pressoché unico caso di genetica che mi ha tenuto impegnata in ulteriori ricerche per una serata... 
2 - I Giacenti. Mi piace tutto: dall'illustrazione di apertura al boxino con le sorellastre. 
3 - Il boxino dedicato a Jessica Fletcher. In famiglia ne abbiamo un esempio che tra parenti si è guadagnata l'epiteto di signora Fletcher, non a caso. 
4 - I Latenti, la soluzione trovata per l'illustrazione: brava. 


5 - Il boxino dedicato a Gesù alla voce Nascenti. 
6 - L'illustrazione dei Prepotenti. 
7 - Il racconto E questa? che contiene un magnifico gioco fra nonno e nipote raccontato alla voce Quozienti. 
8 - L'illustrazione che apre la voce Redenti: un altro colpo di genio e il boxino dedicato all'Innominato, redento per eccellenza!
 

9 - I vincenti, mi piace per intero: una bella spinta di ottimismo, un po' di culo, un po' di esagerazione e una chiave di lettura dell'esistenza consigliabile. 
10 - Il titolo e il racconto alla voce Zampetenenti: Giorgio e Filippo. Chi ha cani, gatti o criceti e pesci rossi che non si chiamano con nomi di santi, saprà apprezzare. 

 Carla

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