mercoledì 3 luglio 2024

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

ALIENI O PIRATI? 

Penseremo mai abbastanza all’attività esplorativa a cui deve essere disposto il cervello bambino? Quanta la fiducia necessaria per avere a che fare con il mistero? Ci siamo passati tutti, eppure è sempre bene ricordare l’ebrezza che accompagna la rilevazione della quotidiana meraviglia, specie perché crescendo, poi, è proprio quest’ultima quella che si tende a dimenticare. 
Infanzia non è solo, (come etimologia vuole), quel lasso di tempo che si contraddistingue per l’incapacità di produrre favella, ma anche, in dimensione più ampia e metaforica, la condizione di chi non conosce i termini e la nominazione del contesto: tutti quelli che arrivano sono nuovi e ignari, di sé, degli altri, del mondo, e devono procedere con una attività di misurazione che a pensarci ha dell’inverosimile. 
I bambini ce la fanno sempre. Ma come? 


In Niente è impossibile per noi, Eva Lindström decide di porre l’attenzione sul concetto di estraneità e di spaesamento, tenendosi ben stretto quello limitrofo di assenza. Del resto quando si arriva in un posto nuovo è naturale avere nostalgia di quello che si è lasciato…


Il fatto esplicito è un trasloco. Opportunamente dotati di uno stretto cappuccio, i due bambini che atterrano nel nuovo quartiere non paiono affatto turbati da tutta la novità che si dispiega davanti ai loro passi. La attraversano ben sapendo di non appartenere del tutto a questo (nuovo) mondo e anzi, ricavano proprio da questa consapevolezza la baldanza necessaria per mantenersi imperturbabili. 
Accompagnati dal fedelissimo cane King, i due fratelli attraversano stanze disadorne, cortili desolati, accumuli di pacchi semiaperti, nella convinzione di essere comunque perfetti. Tuttavia, mentre si ambientano, mantengono l’occhio vigile per individuare in mezzo agli altri la figura del papà. Questo rapporto con l’assenza, nel giro di poche tavole, assume la dimensione del sentore istintivo che i bambini possono avere del sacro: l’appartenenza a qualcosa di più grande e trascendentale.


Interessantissimo in questo senso è il registro linguistico scelto, capace di restituire quel sottile nonsense, non privo di effetti comici e stranianti, a cui si può assistere ascoltando un bambino impegnato nella propria personale attività di catalogazione del mondo. Queste pagine sono capaci di restituire il turbamento che si prova al cospetto del mistero che riverbera, talvolta, negli spazi sconosciuti e imperscrutabili del pensiero bambino. Luoghi in cui è l’adulto a essere estraneo pur non capacitandosene mai… 


 In direzione opposta ma non contraria si muove l’albo di ATAK.
 

Il fatto: una banda di pirati si intrufola nel giardino di casa e fa accidentalmente esplodere un palloncino. L’esplosione mette tutto a soqquadro. Il piccolo protagonista si mette alla ricerca della causa del botto: noi lo inseguiamo. Le immagini la fanno da padrone: chiassose, particolareggiate e pullulanti; i colori sono sgargianti, il tratto energico e tumultuoso, senza imbarazzi. 


Nonostante le grandi dimensioni dell’albo (o forse proprio per questo?), fin dalla copertina si ha la sensazione di venire risucchiati in un vortice, di dover avvicinare il naso alla illustrazione per vedere meglio, più da vicino, sempre di più. È come se l’autore volesse paragonare l’attività conoscitiva a un indiscriminato atto predatorio: tutte le informazioni, i concetti sperimentati, nominati e acquisiti sono tesori inestimabili; la molteplicità degli elementi, il dinamico alternarsi delle e la generale sovrabbondanza suggeriscono che il tesoro stia proprio dappertutto!
 

La narrazione verbale è ridotta all’osso, affidata alle abbinate cardine che si ritrovano negli albi per la primissima infanzia: dentro/fuori, sopra/sotto, tutto/niente, qui/li. Concetti basilari, spesso attinenti alle primissime esplorazioni delle forze fisiche e naturali che governano il mondo e l’universo, ma resi via via più complessi, nell’albo come nella vita, dallo stratificarsi delle umane, normali e straordinarie esperienze quotidiane. Ma la storia è tutta nell’esperienza visiva e sperimentale. 
Se il mistero c’è, esso viene colto procedendo in direzione diametralmente opposta all’albo precedente, entrando, approfondendo, guardando meglio, quasi a sentire riecheggiare il Richard Feynman: non nuoce al mistero, saperne di più. 
E siccome per qualche attività di sintesi noi grandi ci siamo dimenticati di vedere, il triplice inseguimento pirati-bambino-lettore prosegue in un crescendo di tavole: la ricerca si fa esperienziale, è necessario cercare per trovare, riordinare gli elementi, svolgere moltiplicazioni, controllare l’esattezza di quanto dichiarato in precedenza. L’autore non solo rimanda alle pagine precedenti (e quanto è sovversivo, in un dispositivo sequenziale tutto volto a procedere dall’inizio alla fine?) ma anche spinge lo sguardo oltre il confine dell’albo, con innumerevoli citazioni legate alla letteratura per l’infanzia, alle favole della tradizione, ai supereroi, cartoni animati, arte, giocattoli; una vertigine di riconoscimento che, ben lungi da voler essere consolatoria, ha il potere di coinvolgere i lettori grandi e bambini in quella indefessa, salvifica attività di esplorazione capace di condurre alla meraviglia.  


Se ricordassimo bene come era, all’inizio, capiremmo quanto è ingenerosa l’idea che il dialogo con il mistero sia appannaggio degli adulti. Esso è un cascame dell’attività conoscitiva dell’essere umano, e in ognuno può prendere essenzialmente due strade. La prima sta adiacente al sentimento della nostalgia e ha l’urgenza di mantenere il contatto con l’alterità che ci precede e la sua assenza; l’altra, diametralmente opposta, scava nel minuscolo e scende nella profondità per condurre alla conoscenza. Ma com’è, come non è può capitare, e spesso succede, che le due strade opposte conducano entrambe nel medesimo posto.


Giorgia

“Niente è impossibile per noi”, Eva Lindström, (trad. Laura Cangemi), Camelozampa 2024 
“Pirati in giardino”, ATAK – Georg Barber, Orecchio Acerbo 2022 
“Il piacere di scoprire”, R.P. Feynman, (trad. Grazia Gilberti), Adelphi 2020 


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