RICORDARE
Se il
27 gennaio è il Giorno della Memoria, in realtà le proposte
editoriali sul tema dell'Olocausto cominciano a comparire anche
qualche mese prima. E' il caso di Hanna non chiude mai gli
occhi, che Luigi Ballerini firma per le edizioni San Paolo.
A metà
fra ricostruzione storica e fiction, questo romanzo breve racconta la
storia, vera, del console italiano di Salonicco, Guelfo Zamboni, e
del capitano Lucillo Merci, nel terribile 1943, quando i tedeschi
decisero di estirpare la colonia ebraica di quella città.
Romanzata
è, invece, la vicenda dei due giovani protagonisti, Hanna e Yosef,
adolescenti in quel terribile inverno in cui gli ebrei locali furono
deportati in Polonia.
A
interporsi fra loro e un destino infame, il consolato italiano, che
portò in salvo, presso l'ambasciata italiana di Atene, centinaia di
ebrei italiani o quasi, cioè cui era stato possibile attribuire
anche solo una lontana parentela italiana.
Lo
svolgimento del romanzo alterna la vicenda dei due ragazzi, uniti
all'inizio da una coabitazione forzata, poi da una forte amicizia, a
quelle del diplomatico italiano e del suo assistente, nel tentativo
affannoso di sottrarre il maggior numero possibile di ebrei alle
persecuzioni naziste.
E'
facile in questi casi cadere nella ritualità legata alla ricorrenza
e nella retorica; devo dire che Ballerini riesce a tenersene alla
larga, con uno stile essenziale, senza eccessive sottolineature
drammatiche, che pure sono nei fatti, così come sono accaduti e come
sono stati raccontati.
Attraverso
gli occhi increduli dei due giovani protagonisti, assistiamo al
progressivo smantellamento di ogni regola civile, di ogni diritto,
nel nome della presunta superiorità ariana. E attraverso la
ricostruzione storica vediamo come sia stato possibile per alcuni,
purtroppo troppo pochi, opporsi alla spietata caccia all'uomo
praticata dai nazisti.
Entrambi
questi temi sono di stringente attualità: non troppo lontano da noi,
c'è chi definisce ipotetiche identità etniche per alzare muri e si
sente, nell'Est dell'Europa, un minaccioso rumore di stivali al passo
cadenzato delle marce militari. E di fronte al fenomeno delle
migrazioni clandestine, c'è chi salva e chi respinge.
Non è
semplice, mai, sapere cosa è giusto fare, ma credo che, da Antigone
in poi, sia evidente il conflitto fra l'etica, cioè il mondo delle
leggi morali, e la politica, le leggi che qui e ora regolano le
relazioni fra gli uomini.
La
presenza di spirito critico, la capacità di valutare situazioni e
scelte è la migliore garanzia che i tanti orrori del Novecento,
guerra balcanica compresa, non si ripetano. E quello che concorre a
conservare la memoria e a consolidare la distanza dalla furia
nazista, come questo prezioso sobrio romanzo, è importante come un
mattone del muro di tolleranza e di pace che si oppone ai fantasmi
del nostro recente passato. Lettura consigliata a ragazze e ragazzi
con gli occhi aperti, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Hanna
non chiude mai gli occhi”, L. Ballerini, Edizioni San Paolo 2017
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