Cominceremo a dire di questo libro affiancando la prima con l’ultima pagina che, con massima sintesi ed evidenza, lo contengono.
Dunque questo l’incipit:
Questo l’epilogo:
Si parte da una solitudine per arrivare a una compagnia.
Nel mezzo c’è un’aria di grigio e intenso mistero che pagina dopo pagina accompagna chi legge verso un completo capovolgimento di sguardo.
A raccontare è il bambino. Pur vivendo con Ma e Pa, il bambino è solo. Abita nell’ultima casa dell’ultima strada di
“un paese che si trova alla fine del mondo.
Proprio alla fine del mondo.
Oltre non c’erano che l’ombra delle montagne, un oceano di alberi scuri e muscosi e laghi profondi come la notte.”
Un giorno, tra tutti i rumori straconosciuti di quel silenzio di sempre, il bambino sente nuovi suoni e intuisce che qualcosa di straordinario sta per accadere: ben presto, sotto il suo naso appiccicato alla finestra, passerà un’intera carovana da circo: IL CIRCO DE’ ISOGNI.
Otto, il nostro giovanissimo narratore, non ne conosceva affatto l’esistenza.
Siamo arrivati a pagina 11 e abbiamo già letto ben 5 pagine completamente disegnate; curiosiamo tra quelle successive e capiamo che ci aspetta un romanzo illustrato. E anche molto bene. In effetti, alle illustrazioni è affidata un’intera parte del racconto che non viene narrata a parole (in realtà si tratta di un canto che noi possiamo “ascoltare” leggendo le immagini) consegnandoci a un interessante esercizio di lettura: parole e immagini per raccontare due storie che si incontrano e si riconoscono.
Anche chi legge, a poco a poco comincia a mettere insieme le informazioni: Otto è un bambino solo, diverso e sbeffeggiato dagli altri perché troppo mite, troppo diverso da loro: lo chiamano Otto Cuor di Passerotto. Sua madre gli racconta che prima che nascesse, un uccello si posò sulla pancia gravida e scambiò il suo cuore di uccello con quello del nascituro.
“Per questo sei speciale - gli dice - Perché hai un pezzetto di cielo lì nel petto”.
Ma per tutti lui è un mostro.
Intanto il domatore non fa che chiamare all'appello:
“Signore e signori, cari e teneri bambini
(che già teneri bambini fa venire un brivido lungo la schiena),
avvicinatevi, avvicinatevi!”
Il circo dispiega tutto il suo catalogo di personaggi straordinari, ma soprattutto c'è il Mostro.
"Signore e signori, cari e teneri bambini. Eccolo. Sotto questa stoffa. In questa gabbia. (...) Ultimo superstite di un popolo primitivo. Né uomo né bestia. Grottesco e spaventoso. Davanti a lui, i re e le regine sono svenuti. I saggi sono diventati pazzi e i pazzi sono diventati saggi. Ecco colui che il mondo intero ci invidia. Colui che tutti temono. Il solo e l’unico…. il Mostro de’ Isogni!”
Siamo stati avvisati, qui tutto comincia a capovolgersi, cadono re e regine, pazzi e savi si confondono e chi legge è disorientato mentre procede in questa storia buia.
A poco a poco il disegno svela meglio volti e dettagli e a capovolgersi è la nostra definizione stessa di Mostro, fino a chiederci, una volta entrati nello chapiteau, se il mostro sia quello dentro o quello fuori dalla gabbia.
L’uno di fronte all’altro risultano avere tutti sbarre davanti agli occhi. Allora il Mostro è quello dentro o quello fuori? O sono tutti mostri tra i mostri? E Mostri per chi?
Il capovolgimento è compiuto.
Da qui in avanti la vicenda si andrà dipanando: il Mostro de’ Isogni, quello che a noi sembrerà un bambino “normale”, fuggirà e Otto, accompagnandolo, scoprirà che
“i mostri ci assomigliano, a volte. E che le gabbie sono fatte per essere spezzate.”
Ecco una storia che funziona a patto che chi legge sia disposta/o a lasciarsi andare a una esperienza di spaesamento, sapientemente costruito dagli autori.
Sarà inevitabile infatti farsi catturare dal tono del testo di Stéphane Servant: laconico, con l’uso di un imperfetto che dà l’idea di qualcosa che è già accaduto ma non ancora completamente; come dal tono delle illustrazioni di Nicolas Zouliamis: un’infinità di grigi, immagini scontornate che incombono sul testo come la notte dopo il tramonto, dettagli appena abbozzati e che solo pagina dopo pagina andranno a definire i personaggi.
E un bosco e un lago da attraversare, di notte, insieme, per uscirne più coraggiosi e consapevoli.
Una bella esperienza di lettura dai 10 ai 13 anni.
Patrizia
Noterella al margine. Di Stéphane Servant possiamo leggere altre belle storie: ‘La spedizione’, il racconto breve del viaggio epico di una giovane piratessa, illustrato da Audrey Spirye di recente pubblicato da L’Ippocampo; ‘Crocrò’ un albo illustrato (da Simone Rea) uscito nel 2021 per La Margherita dove un piccolo coniglio è proprio diverso da tutti gli altri, e ‘Mia madre’ per #Logosedizioni, del 2016, una poesia illustrata nientepocodimenoche da Emmanuelle Houdart.
Di Nicolas Zouliamis troviamo in libreria ‘La strana bottega di Viktor Kopek'.
Tutti titoli da non perdere.
"Mostri" S. Servant, N. Zouliamis, trad. B. Capatti, Rizzoli 2024
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