Diventerò una star, Ulf Stark, Mati Lepp (trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2024
NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 6 anni)
"Gli lessi una fiaba intitolata Il brutto anatroccolo. Parlava di un anatroccolo che tutti prendono in giro perché è brutto e maldestro, ma alla fine si scopre che è un cigno.
Astor mi guardava con gli occhi sbarrati, come se non avesse mai sentito niente di più emozionante in vita sua. 'Cavoli, è proprio così!' esclamò quando la storia fu finita. 'Esattamente così! Come faceva quello che l'ha scritta a sapere come me la passo io? Mi ha sbirciato dentro di nascosto?'
'Gli scrittori sanno un sacco di cose', risposi.
'Sì, perché io mi sento proprio così: brutto e sbagliato.'
'Ma va'. Secondo me sei perfetto.'"
La situazione è la seguente: due grandi amici e compagni di scuola - Astor e Ruben - passano quasi tutto il loro tempo insieme.
Le grandi doti di Astor sono quelle di saper fischiare con 2 dita, di saper scoreggiare a comando, di saper imitare il suono della campanella di scuola, di saper fare la verticale e muovere le orecchie. E di far arrabbiare spesso i suoi con le sue stupidate...
Invece, la migliore dote di Ruben è quella di avere ottimismo e fiducia da vendere, anzi da regalare! Cosa che prontamente fa con il suo amico che in questo momento è un po' in crisi e ne ha un gran bisogno: perché si crede brutto, perché la sua mamma è pallida in un letto di ospedale e il suo papà da solo nel negozio di parrucchiere fatica un bel po', tra le tinte sbagliate e i tagli un po' sghembi.
Complice l'affetto di un amico, un vecchio giornalino e un manuale difficile sull'ipnosi, molte cose sembrano mettersi in riga per marciare nella direzione giusta...
Di Ulf Stark credo nessuno dubiti.
E a quei pochissimi che ancora non hanno mai letto un suo libro, non si può che intimare di andare a colmare la grande lacuna. Immediatamente.
Qui molto è stato già detto: su Le scarpe magiche del mio amico Percy, Sai fischiare, Johanna?, Il bambino dei baci, Il bambino mannaro, Animali che nessuno ha visto tranne noi, Ulf il bambino grintoso, Tuono, Il paradiso dei matti, La grande fuga e Piccolina tutta mia. Quest'ultimo è materia di studio e dà anche il titolo a un incontro di formazione sulla genitorialità nella letteratura del Nord...
(fine della autopromozione).
Tuttavia ogni volta che un suo libro esce, c'è da esserne contenti perché più ce n'è, meglio è.
Diventerò una star credo che non si possa considerarlo il suo miglior libro, ciò nonostante nelle sue pieghe nasconde una serie di semini che possono far germogliare pensiero sulla sua bravura.
La prima di queste è già a pagina 6. Una frasetta, anzi due, che sembrano insignificanti e invece non lo sono, o per meglio dire conservano in poche parole, una dozzina, la grande misura di uno scrittore: Astor era il mio miglior amico. Non aveva paura quasi di niente.
Lo penseranno tutti perché a posteriori, a libro letto, tornerà chiaro a ciascuno che questo incipit è magicamente perfetto per definire Ruben, per definire Astor e soprattutto la loro storia assieme.
Un altro paio di semini li si trova a pagina 8: tutta la pagina è dedicata alla mamma di Astor in ospedale (chissà se è una delle cose di cui lui ha paura?) e ai tentativi che Astor mette in atto per divertirla e che irritano la zelante infermiera, Il risultato è che l'immagine e il testo che la guida ci raccontano una mamma a occhi chiusi ma con un sorriso sulle labbra pallide...
Un altro semino potrebbe germogliare, zitto zitto, a pagina 12. Lì tra una parola e l'altra si vede quanto un adulto possa trovarsi in difficoltà e quanto non gradisca che suo figlio e il suo miglior amico, che davvero non lo lascia mai (chissà se non lo lascia mai perché sa che non è un gran momento per lui?), lo infastidiscano con la loro presenza...
Un semino piccolo piccolo è il dialogo tra bibliotecaria e Ruben:
"Questo voglio prenderlo in prestito", dissi.
"Non lo capirai", mi avvertì la bibliotecaria. "E' troppo difficile."
"Bene" risposi.
Et voilà.
Si potrebbero scrivere pagine su questo piccolo siparietto tra un adulto e un ragazzino e su come tutto poi semplicemente succeda... La capacità di Stark di essere cristallo, nel mettere un fatto dietro l'altro, poche parole e nessuna spiegazione.
In questo senso forse vale la pena notare una volta ancora tutto il "non detto" che viene a galla nella scena dell'ipnotizzamento del padre di Ruben da parte di Ruben stesso, per ottenere 100 corone necessarie per il pomeriggio al luna park con Astor, che di soldi non ne ha tanti adesso...
Et voilà, di nuovo.
O ancora il suono della campanella a scuola, il giorno del luna park, e il necessario ipnotizzamento del maestro...
Ari et voilà.
O quello della maga che predice il futuro e fa le diagnosi, come fosse un dottore.
Ari ari et voilà.
Non so se sentirmi sotto ipnosi quando leggo Stark, ma a me pare molto evidente come sappia dire tra una riga e l'altra, nel bianco che c'è in mezzo e nelle teste di chi legge, così tante cose....
Carla
Noterella al margine: un applauso a Laura Cangemi per la 'sputatrice a segno'!!
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