L'ULTIMO STARK
Animali che nessuno ha visto tranne
noi
Ulf Stark, Linda Bondestam (trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2021
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"L'escaloppo
Un grande fiume,
una tana di tasso,
un Escaloppo solo sul masso.
Nel mondo tutto sta insieme.
Io invece no."
A seguire c'è l'Ummalia che la luce si
porta via. E poi arriva Un altro che non si sa come nel corpo di un
altro è andato a finire. Seguono i Kakaki, il Nomadino sempre in
giro e mai contento, il Gnoccantropo che è gigantesco ma nei suoi
sogni si vede leggero. Al contrario il Giallalà leggero lo è e
tutto sommato felice di passare il suo tempo ad acchiappare zanzare.
Il bumbumpo è ingombrante e non piace a nessuno. Poi c'è il Dorano
e il Lumarone, il pesce Guaguà che tutto sembra tranne che un pesce.
C'è anche lo Zitto che non fa mai un fiato e la malinconica Quinella
sul bordo di uno stagno che patisce un po' la solitudine, mentre
qualche metro più in là il Letargale si gode l'ultimo giro prima
del riposo invernale.
E quando il sole volge al tramonto è il
Saltuccio che si dà lo slancio e nel cielo alto sparisce così. Più
rari sono gli ospiti del Monte Bu che solo ogni sette anni dal basso
vanno all'insù per gridare in coro, non si dice che cosa, e poi
prendono e tornano all'ingiù. Con il favore delle tenebre compare
anche lei, l'Ombrarella, forse la più bella, libera ballerina per
l'intera notte con passi leggeri e che, se la guardi bene, vedi che
ha i denti neri!
Ma il migliore di tutti è lui: il
Bipolare che in autunno cerca gli abbracci per farsi consolare,
mentre a primavera si sente robusto e va avanti contento per tutta
l'estate, ma al successivo autunno tornano le lacrime. E la vita è
solo un gran giro.
Ci sono passioni nella vita di ognuno. Personalmente nutro quella per le liste. Mi sembrano un modo così geniale e
contemporaneamente elementare di raccontare il mondo, che le trovo
irresistibili. La loro genialità si nasconde nello scatto di
pensiero che si produce nel metterle secondo una sequenza che solo in
rarissimi casi può considerarsi casuale. E sono elementari perché
tecnicamente sono alla portata di tutti. Chi non è in grado di
elencare, di costruire una lista, a seconda delle proprie competenze
ed esigenze: da quella della spesa all'inventario di un museo, o
quella che mette in sequenza le procedure per il lancio di un
satellite in orbita?
Per esplorare la questione, che si
presenta tutt'altro che marginale, si può agevolmente leggere il
librone di Umberto Eco, La vertigine della lista, su cui mi è
capitato di ragionare altrove. Nel primo albo che Iperborea pubblica,
bellissimo e raffinato come sempre anche nella confezione telata, a firma di Ulf
Stark e Linda Bondestam, c'è una lista o, per meglio dire, è una
lista.
Ventisette creature animali che
nessuno, tranne Stark che le descrive e Bondestam che le disegna, ha
mai incontrato. Così parrebbe.
Come in tutte le liste che abbiano un
senso, anche in questa esistono uno o più criteri comuni che tengono legati i
singoli lemmi, come fossero perle attraversate da un filo. Il primo e
più evidente dei quali è il fatto che sono animali inesistenti, il
secondo è che sono divertenti e il terzo è che sono in linea di
massima un po' scontenti. O per mole, o per aspetto, o per solitudine
o per timidezza, o per paura non sono mai completamente appagati e la
loro esistenza pare sempre un po' in salita. Se questo da un lato
genera il sorriso dall'altro fa nascere un senso di tenerezza che
dalla simpatia sfocia nell'empatia perché a ben vedere in ciascuno
di loro è possibile cogliere parte delle nostre quotidiane
insoddisfazioni. Sembrano essere malesseri conosciuti. Non si tratta
mai di casi 'incurabili'. Stark, come di solito, usa mezze tonalità,
ovvero si muove nella sfera delle inquietudini, e lo fa, come di
solito, con grande lucidità: la solitudine che intristisce
l'Escaloppo e fa piacere al Solitello, o fa urlare nel cielo notturno
il Lumarone, oppure parlare alla sua immagine riflessa la Quinella;
oppure l'attesa di chissà cosa per gli Aspettaespera o quella del
buio per l'Ombrarella; c'è la nostalgia per il tempo andato che è
il cruccio dello Gneiss o la perenne insoddisfazione del Nomadino.
Ma
non tutti, dal Bipolare in giù, avrebbero bisogno di una bella
chiacchierata dallo psicologo o dallo psicanalista. Ci sono creature
che pur nel loro passaggio effimero sul pianeta, sanno trarne
comunque gioia. Si sanno accontentare, come il Giallalà o la
magnifica Giornaliera, altri ancora sanno leggere la bellezza nel
colore e nel calore, come il Dorano o il Gigatlante. Tutti
condividono la consapevolezza della propria imperfezione e
soprattutto della propria transitorietà.
Stark, d'altronde, è un uomo del Nord:
profondo, ma non solare. È il suo bello, verrebbe da aggiungere.
Insomma siamo di fronte a una sapiente
lista/catalogo di varia umanità che può essere letta a diversi
livelli. Magari i bambini più piccoli apprezzeranno e rideranno
forte delle singole descrizioni in rima, che Laura Cangemi ha
ricomposto in un italiano egregio, si divertiranno del lato folle
della questione, delle illustrazioni luminose. I più grandi,
finanche gli adulti, potranno invece interrogarsi, con quel sorriso
cui si alludeva al principio, sulle questioni che si intravedono sul
fondo. E in questa ottica 'leggeranno' - a posteriori - anche il
titolo con occhi e mente diversi, laddove quel 'noi' non si riferisce ai soli Stark e Bondestam, ma ci chiama in causa tutti.
E questo, gente, è l'ultimo Stark.
Carla
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