ANOMALYA
Il viaggio nel tempo è un tema
affascinante che non ha solo ispirato una parte delle letteratura
fantascientifica e fantastica, del cinema e della nostra
immaginazione, ma ha anche aperto la strada alla riflessione sui
paradossi che questa idea comporta: il viaggio nel tempo può
modificare il futuro? E se sì, non può anche negare se stesso? C’è
stata una serie di film dal grandissimo successo basata proprio sulle
aporie generate dell’andare avanti e indietro sulla linea del
tempo.
Su questo tema si cimenta anche Guido
Sgardoli, che firma, per i tipi della Giunti, il romanzo ‘Anomalya’,
ambientato nel 2070.
L’antefatto vede i due protagonisti,
Jacques, detto Jaki, e Claire, sull’isola bretone di Bréhat, il
primo come irrequieto ragazzo del luogo, la seconda come turista
estiva. Entrambi sono giovanissimi e noi li incontriamo mentre
sull’isola, nel 2020, sta per avvenire una tragedia: scompare un
ragazzino, Sebastien, bullizzato dalla banda di Jaki. Più tardi
viene ritrovato morto in una grotta, per una prova di coraggio finita
tragicamente.
Ritroviamo gli stessi personaggi
cinquant’anni dopo: Claire, seguendo le orme del padre, è
diventata un’importante scienziata; Jaki, dopo una vita alquanto
sregolata, è un conducente di taxi. E’ proprio questa l’occasione
del loro incontro e dopo qualche chiacchiera sui tempi passati, a
Claire viene in mente di portare l’amico, o presunto tale, nel
luogo dove sta svolgendo un grandioso e segretissimo esperimento
sotto la Torre Eiffel. Complice una interminabile tempesta, si è
creato nel sottosuolo, custodito dai cyborg, un passaggio
spazio-temporale. Jacques vi si getta impulsivamente, con l’idea,
non del tutto razionale, che forse può dare un corso diverso agli
eventi passati. E si ritrova proprio in quel tragico anno, il 2020,
all’inizio con la consapevolezza di sé sessantenne, quindi ben
diverso dal ragazzino violento e arrogante che era; ma pian piano il
ricordo del futuro si affievolisce e Jaki ritorna se stesso; la
stessa cosa avviene anche a Claire, che segue l’amico per
riportarlo indietro. Anche lei si ritrova in quell’anno e anche lei
perde pian piano la consapevolezza del suo gesto.
Dunque ora sono entrambi nel 2020, sono
loro, ma nello stesso tempo sono diversi, le loro vite si incontrano
e costruiscono una nuova trama narrativa, dagli esiti differenti.
Dunque, si può cambiare il futuro? La
risposta, che potrebbe sembrare semplice, in realtà non lo è,
perché ad agire il cambiamento non è un atto di volontà
consapevole dei protagonisti, quanto una somma di impercettibili
variazioni nel succedersi degli eventi, nei sentimenti dei
personaggi, nelle scelte di vita che tutto riguardano, ma non la
sorte di Sebastien. Pochi scarti che, messi in sequenza, costruiscono
un’altra storia con un esito del tutto differente.
Si sentono gli echi del film ‘Sliding
doors’, di porte che si aprono e chiudono, portando con sé delle
opzioni di vita; o come nel capolavoro di Paul Auster, ‘4 3 2 1’,
in cui si osservano le vite possibili di Archie Ferguson.
Un romanzo intrigante, a più livelli
di lettura, accompagnato dalla consueta descrizione d’ambiente
documentatissima, precisa, ma nello stesso tempo affascinante.
Personalmente mi sarebbe piaciuto uno
sguardo più attento sul futuro, cui si accenna per lo sviluppo
tecnologico e per i guasti ambientali. Ma va bene anche così, con le
domande, piuttosto impegnative, che l’autore lascia in sospeso
perché siano colte da ragazzi e ragazze che amino, oltre
l’avventura, anche la filosofia.
Lettura consigliata a partire dai
dodici anni.
Eleonora
“Anomalya”, G. Sgardoli, Giunti
2020