AL TEMPO
Nicola Gardini, Il tempo è mezza
mela. Poesie per capire il mondo
Salani 2018
POESIA
Ali
Il tempo qualche volta è un colibrì
Agita le ali avanti e indietro in
fretta
Ma resta fermo come uno che aspetta
Poi all'improvviso è già saltato
lì.
Il tempo è tante cose: è una vela che
sparisce al largo, è una bolla di polenta che cresce sulla fiamma;
il tempo è anche spazio, ovvero il numero di miglia che tiene
lontane le persone. E come per incanto il tempo è anche questo
stesso elenco, questo discorso che nasce dalla scelta lenta e attenta
dei suoni giusti e li fa diventare poesia.
In un felice contrappunto il tempo è
una, come i chicchi più o meno cotti in un unico risotto, ma è
anche tutti -umani sassi bestie fiori frutti che si fanno compagnia.
Il tempo rassomiglia al vento che,
passando sulle rose, le spettina e le scrolla, si porta via il
profumo, le foglie ma qualcosa a suo ricordo, della rosa intendo,
resta sempre perché "mai nulla muore".
Ma a declinare il tempo si può
proseguire: c'è il tempo che stagna, c'è il tempo esatto, ci sono i
mille nomi che esso può prendere (da anno a mese, da giorno a
secolo) anche se a ben vedere è fatto solo di istanti e a parlar di
tempo arriva come sempre il grande irrisolvibile enigma che neanche a
Nicola Gardini è dato di sciogliere: che cos'è l'adesso, ovvero la
più piccola frazione del tempo che noi conosciamo?
Così scrive:
La pioggia cade e intanto è già
caduta
È presente e passata nello stesso
Momento
Così il tempo
Accade adesso
Ed è pure la vita già vissuta
E il mistero resta un mistero. Ma va
bene così.
Una quarantina, in realtà trentanove
-come a voler sottolineare l'imprevedibilità che l'argomento porta
con sé- riflessioni in versi sul senso del tempo, uno dei perni
intorno a cui ruota l'umanità da che mondo è mondo. E non a caso il
sottotitolo scritto nella polpa della mezza mela titolante recita
testualmente: poesie per capire il mondo.
Ora si sa che la poesia, quella bella
che attraversa la superficie delle nostre teste e muove le nostre
sfere interne, è raro che finisca in un libro per i bambini (e non a
caso la Salani si premunisce e correda il libro dell'immancabile
fascetta gialla in cui una frase ambigua ci avverte che il libro è
per tutti).
Dunque quando succede sarebbe giusto
gioirne e darne notizia. Invece si ripete il consueto silenzio su un
altro buon libro di poesia. Questo spaventa sempre un po' chi sta
scrivendo e, da una rapida e superficiale indagine, si stabilisce che
solo i più invasivi diffusori di novità editoriali (da Amazon a
scendere fino ad arrivare al Sole 24 ore, e quest'ultimo mosso da un
evidente opportunità di gioco di squadra) reagiscono al piccolo
libro rosso di Nicola Gardini, il professore/poeta/pittore.E molto altro ancora.
Che dire? Peccato, perché il libro
meriterebbe ben altra attenzione da parte di chi ha a cuore la buona
letteratura.
Il suo, quello di Gardini, è un modo
mai scontato, al contrario acuto e pieno di nessi intelligenti,
rigorosamente in rima; un criterio utile per poter ragionare del
camminatore eterno che lascia orme piccole e grandi dietro di sé.
È sempre interessante l'angolo di
visuale che, pagina dopo pagina, è in grado di cambiare, passando da un
omaggio a quel gigante che è Proust, che sul tempo e sulla memoria
ha intrecciato così tante riflessioni, a minuscoli dettagli come le
gocce di pioggia che si rinnovano sui vetri.
Le sue poesie in più di un'occasione
sono attraversate da sottile ironia, come per esempio in Casa
dove si racconta ciò che il tempo può fare in un luogo abbandonato
a lungo; oppure si rivelano vera gioia saltellante per l'orecchio: Oh
che ha il ritmo sincopato da tutti quei monosillabi piazzati in fondo
al verso, con la dovuta eccezione a fine corsa.
Sulla porosità della carta un po'
ingiallita, già vista in Salani, si alternano alle poesie alcuni
leggeri disegni dell'autore, per loro è di rigore l'abito scuro.
Bello.
Carla