IRRESISTIBILI TUTINE
La vita dei super-mini-eroi, Olivier
Tallec (trad. Tommaso Gurreri)
Edizioni Clichy 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Il super-mini-eroe ha così
tante cose da fare che non si annoia mai...
(a parte qualche volta quando
piove).
Il super-mini-eroe non ha paura di
niente... e di sicuro non dei cagnolini!
Insomma... a volte ha paura del
buio. Ma di rado.
Ogni tanto, il super-mini-eroe deve
smettere di essere un super-mini-eroe...
...e aspettare."
Dopo aver fatto il bagno con il bagno
schiuma, deve attendere, seduto sulla lavatrice, nudo con indosso i
soli calzini, che la sua tutina da super-mini-eroe finisca di
asciugare.
I compiti eroici del super-mini-eroe
sono rimettere a posto i giochi oppure tenere la corda mentre
un'altra ragazzina salta. Molte sono le prove che deve superare: non
cadere nella trappola delle caramelle e non cadere fuori dal tappetto
elastico quando si lancia da una scala di 13 pioli. Deve evitare
anche le innumerevoli trappole sparse in città, ha molti corsi
d'acqua da attraversare e diversi palazzi da scalare.
Fortunatamente il super-mini-eroe ha
dalla sua parte grandi assistenti (o assistenti grandi) che lo
aiutano a essere migliore nella vita quotidiana. Ma non sempre i
grandi si rivelano collaborativi: in particolare non sembrano capire
il suo senso dell'umorismo.
I super-mini-eroi non tollerano tre
cose: le sorprese, gli impostori e anche le condizioni avverse del
tempo; per esempio il troppo vento o il troppo caldo.
Come tali, i super-mini-eroi si
sentono spesso diversi e incompresi.
La loro è una vita molto dura e spesso
si interrogano su come sarebbe se nel mondo tutti fossero
super-mini-eroi...
Tallec da non perdere.
In questa sua veste duplice, autore e
illustratore, Tallec dimostra e consolida il suo grande talento.
Già nel primo albo in solitario, Luigi I re delle pecore (Lapis 2016), immediato il successo internazionale,
ha dato spazio al suo sottile e tagliente senso dell'umorismo,
un'ironia sempre un po' venata di amaro, che nei libri a quattro
mani, traspariva solo qua e là.
Nella serie di libri Chi cosa chi (Lapis 2015) o Chi cosa dove (Lapis 2017) sebbene sia il gioco la chiave di lettura
principale, si affianca un ulteriore importante elemento dello stile
di Tallec: la cura per il particolare. Il gioco, difatti, perderebbe
di senso se non ci fosse da parte del lettore un'osservazione acuta
di ogni piccolo dettaglio, di quei minuti elementi di cui Tallec si
serve per indirizzarlo verso la soluzione. Minuzie, piccoli gesti o
espressioni segnano i personaggini - animali o umani - messi in fila
ordinatamente sul fondo bianco del foglio a metà della pagina
orizzontale.
In questo ultimo libro entrambi gli
elementi si trovano espressi.
Da una parte non si può non notare
l'effetto che provocano quei piccoli segni, quasi impercettibili
trattini o puntini - spesso semi nascosti dietro folte capigliature
ribelli - che tuttavia hanno la forza di dare espressione precisa ai
molti super-mini-eroi che si avvicendano nel libro, trasformando
ciascuno in un preciso tipo umano.
Un altro carattere distintivo del
disegno di Tallec si riconferma anche qui: la predilezione per i
grandi testoni su corpicini esili avvolti in tutine, carattere questo che nel lettore
adulto genera senso di tenerezza, come di fronte agli 'occhioni' dei
cuccioli: irresistibili.
Il secondo tema che segna la sua cifra
stilistica è l'ironia.
Tallec è maestro in questo.
Tale registro attraversa il libro in
lungo e in largo, e prende ulteriore forza dal gioco
contrappuntistico tra disegno e testo, laddove uno smentisce
sistematicamente l'altro, oppure ne dà chiave di lettura sempre un
po' 'fuori asse'.
Questo è uno dei pregi dell'albo
illustrato, a conferma ulteriore che il suo linguaggio è qualcosa
che non ha uguali nell'espressione artistica.
A ogni tavola si constata un gap di
cose non dette e si assiste a un continuo contraddirsi tra testo e
immagini, in alcuni casi addirittura si rasenta il sarcasmo nei
confronti dei super-mini-eroi, che ne escono tuttavia
miracolosamente indenni.
E qui, il terzo valore del libro: la
presa di posizione di un adulto affettuoso quanto rispettoso nei
confronti dei piccoli protagonisti. In questo senso Tallec non si
sottrae alla responsabilità di parlare a entrambe le categorie dei
suoi lettori con codici differenti: ai piccoli (con cui più volte
solidarizza) e ai grandi (a cui fa intenerito l'occhietto).
Ma, ma, ma la cosa che in assoluto è
da considerare massimamente interessante è un elemento che - al
contrario - fa di tutto per restare nell'ombra, ma che invece merita
tutta la luce del caso: il disegno, quasi uno schizzo, a matita che
dà vita ai singoli contesti in cui i mini-super-eroi agiscono.
Schivo, se messo in relazione con il colore concesso in modo
esclusivo al lato 'superoico' dei personaggi, il tratto in b/n è
semplicemente una gioia per lo sguardo, perché testimonia una
qualità del segno e della resa spaziale davvero notevole.
Tutti a guardare la biondina fasciata
nella tutina nera che la fa sudare, rischiamo di non notare il
bimbetto che, soddisfatto nel suo allungo, nuota concentratissimo a
rana.
E sarebbe davvero un peccato...
Carla
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