QUELLI CHE NO
Ci
sono dittature e dittature, oppressioni e oppressioni, c'è violenza
e violenza e bisogna saper distinguere. Bisogna anche avere il
coraggio di chiamare le cose con il loro nome: vi propongo
oggi una carrellata di storie di persone che in contesti anche molto
diversi hanno saputo chiamare dittatura la dittatura, violenza la
violenza, razzismo il razzismo. E hanno saputo dire no.
Vi
ricordate Cattive Ragazze,il
bel libro della Sinnos dedicato alle biografie di alcune donne contro
corrente?
Lo stesso editore ci propone Pesi massimi, di Federico
Appel, primo volume della collana Leggimi!Graphic e dedicato a
sportivi che nella loro carriera agonistica non hanno fatto solo
sport, ma hanno testimoniato con coraggio il loro dissenso; a partire
dal grande pugile Muhammad Alì, una sorta di Virgilio che accompagna
il ragazzino protagonista della graphic novel nella scoperta delle
biografie di questi protagonisti dello sport del secolo passato:
Jesse Owens come John Carlos, che insieme a Tommie Smith e Peter
Norman segnò con il pugno chiuso sul podio le Olimpiadi del 1968. O
come il calciatore cileno Carlos Caszely, la cui storia è forse meno
nota: campione indiscusso, ebbe la sfortuna di vivere l'affermazione
della dittatura di Pinochet, con il suo tragico percorso di violenze
e di sopraffazioni; e forse l'essere un grande campione lo salvò
dalla sorte destinata ad altri oppositori del regime, fino alla
caduta dell'odiato generale con il referendum del 1988.
Un
altro calciatore, ma degli anni Trenta, è protagonista di
Fuorigioco, scritto da Fabrizio Silei con le illustrazioni di
Maurizio Quarello.
Nel clima cupo dell'annessione
dell'Austria alla Germania, alcuni resistenti vorrebbero convincere
Matthias Sindelar, grande campione, a non giocare la partita fra
Germania e Austria. Le cose
non andranno così e Sindelar prenderà parte all'evento, portando
però la sua squadra alla vittoria, come estremo atto identitario, e
si rifiuterà di salutare Hitler, segnando così il suo destino.
Siamo nel '38 e da lì a poco l'Europa precipiterà nel baratro della
Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Quello di Sindelar è stato
dunque un gesto simbolico che nulla poteva nei confronti
dell'infernale macchina da guerra rappresentata dal Terzo Reich. Ma è
anche l'immagine di chi, forte della propria popolarità, come nel
caso dei velocisti neri alle olimpiadi di Città del Messico ben
trent'anni dopo, fa di se stesso una bandiera, un simbolo capace di
smuovere le coscienze. Qualche volta il gesto di una persona assume
un valore inestimabile proprio per la capacità di esprimere, a nome
di tutti, quel no che in tanti, per paura, non hanno il coraggio di
pronunciare.
Gli
stessi autori avevano già firmato insieme un'altra storia di
ribellione civile, quella di Rosa Parks, la donna afroamericana che nel '55,
rifiutandosi di cedere il posto ad un bianco sull'autobus che la
portava a casa, diede il via ad una delle proteste più clamorose
contro la discriminazione razziale negli Stati Uniti. Ne L'autobus di
Rosa, libro pluripremiato, questa storia è raccontata immaginando un
nonno, testimone di quell'episodio, che lo racconta a un nipotino
del tutto ignaro delle violenze e delle sopraffazioni subite dai neri
d'America.
Le
storie esemplari corrono spesso il rischio di scivolare nella
retorica o quanto meno nel racconto edificante che può lasciare
indifferenti i giovani lettori, abituati a pensare l'eterna lotta fra
il bene e il male come scontro di supereroi e superpoteri. Ma credo
che questi libri evitino abilmente il rischio, dimostrando come il
coraggio possa abitare nelle vite di persone qualunque e che in
ognuno, ognuna di noi ci sia la possibilità di dire no. Messaggio
che mi sembra di inquietante attualità.
Non
posso non sottolineare, in chiusura, la qualità delle illustrazioni
di Quarello, capace di cambiare stile, adattandolo alla storia che
racconta, e di riempire le illustrazioni di citazioni figurative mai
banali.
Eleonora
“Pesi
massimi”, F. Appel , Sinnos 2014
“Fuorigioco”,
F. Silei e M. Quarello, Orecchio Acerbo 2014
“L'autobus
di Rosa”, F. Silei e M. Quarello, Orecchio Acerbo 2011