venerdì 28 febbraio 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


CORRENDO SUI TETTI

Ci confrontiamo ancora con il tema della memoria, e con piacere, perché finalmente si parla di una parte della nostra storia il più delle volte ignorata. L’ultimo libro di Vanna Cercenà, Non piangere non ridere non giocare, in uscita per Lapis, rientra nel filone delle storie che riannodano i fili della memoria dispersa, con un tratto di evidente originalità, scegliendo di affrontare un tema, quello dell’emigrazione italiana, ampiamente rimosso. La storia è ambientata in Svizzera, negli anni ’70, e riguarda la triste condizione di una lavoratrice stagionale e della figlia, Teresa, a tutti gli effetti una clandestina. La madre l'ha portata con sé per disperazione, non potendola affidare alla nonna ed è costretta ad imporle una vita da reclusa, poiché ai lavoratori stagionali è vietato portare la famiglia, pena l’espulsione dal paese. Teresa passa dunque le sue giornate annoiandosi nel sottotetto in cui vive con la mamma, fino a quando non entra nella sua vita, passando dalla finestra, un bel gattone rosso e dietro a lui un ragazzino poco più grande di lei.
Da questo incontro nasce un’amicizia avventurosa, con scorribande nel quartiere e incursioni sui tetti, durante le quali la coppia di audaci esploratori scopre i loschi traffici di un vicino di casa. La piccola Teresa, combattuta fra paura e l'allegria della compagnia conquistata, ritrova l'entusiasmo della sua età. Sullo sfondo, un referendum in cui i cittadini svizzeri sono chiamati a votere la limitazione della presenza di lavoratori stranieri.
Trovate forse qualche analogia con il nostro presente e con la retorica anti immigrazione che ha riempito le pagine dei quotidiani e gli schermi televisivi per anni? Si, le assonanze sono impressionanti e a questo proposito consiglierei di rivedere anche il film Pane e cioccolata, del ’73, ambientato in Svizzera e interpretato da un grande Nino Manfredi. Le armi della retorica anti straniero sono sempre le stesse e variano dal razzismo puro alla difesa delle sicurezze acquisite, ritenute a rischio per la presenza di lavoratori stranieri. Questi pregiudizi, queste strumentalizzazioni i migranti italiani le hanno patite in tempi non remoti, ma a quanto pare invano. Molto giusta l'attenzione che l’autrice mette sulla condizione dei bambini, costretti, allora e oggi, a vivere in condizioni di semi clandestinità e quando va bene di non cittadini, o quasi cittadini. Solitudine, spaesamento, mancanza di punti di riferimento sono il minimo che possa capitare. Ma, ad aiutarli, c’è pur sempre la grande risorsa dell’amicizia fra bambini, non condizionata dai luoghi comuni e dalle leggi astruse degli adulti. Se il tema è impegnativo, l’autrice, che aveva già parlato dell'amicizia fra 'diversi' in Tre amici in fuga, riesce a rendere la trama avvincente, con una scrittura scorrevole che consiglia la lettura a partire dai nove/dieci anni.
Eleonora

“Non piangere non ridere non giocare” V. Cercenà, Lapis 2014

mercoledì 26 febbraio 2014

OLTRE IL CONFINE (libri dall'estero)



SEMPLICEMENTE BELLO

Orange Pear Apple Bear, Emily Gravett
McMillan 2006


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"Orange Pear Apple Bear
Apple, pear
Orange bear
Orange pear
Apple bear
Apple, orange, pear bear"


Un'arancia, una pera poi una mela e infine un orso felice (forse perché immagina che pera, arancia e mela potrebbero finire rapidamente nella sua capiente pancia).
Quindi torna la mela cui segue la pera e quindi un orso piuttosto arancione. Quindi compare una pera piuttosto matura, quindi arancione anche lei. Poi riecco l'orso che ha il suo fondo schiena che arrossisce come una mela. E poi di nuovo lui, con un arancio e una mela in equilibrio sulla zampa, ma questa volta ritratto seduto in modo che la sua silhouette ricordi bene quella di una pera.


E così via.
Ricapitolando, abbiamo un'arancia, una pera, una mela e un orso: questi i quattro soggetti illustrati. Un albo con un testo in rima composto da queste quattro parole (+ una finale che non svelo), ripetute su 23 pagine con combinazioni diverse, dodici virgole e un punto esclamativo.
Tutto qui.
Ed è un capolavoro.
Tutto ruota intorno a una sequenza di assonanze che, ripetuta con pause diverse, e in stretta connessione con le illustrazioni, dà vita ad una esilarante storiellina che potrebbe essere la quintessenza della leggerezza di cui parlò Calvino in una delle sue lezioni americane.
È proprio vero che il bello è lì, dove sono poche le cose rimaste, dove è stato tolta ogni pesantezza superflua.
E dopo Calvino penso a Munari che a sua volta scrisse:
"Complicare è facile, semplificare è difficile.
Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare.
Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c'è in più.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno
una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l'essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.
Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode....
La semplificazione è il segno dell'intelligenza.
Un antico detto cinese dice:"quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte".
(Da “Bruno Munari”, a cura di Beppe Finessi e Marco Meneguzzo, Silvana Editoriale, 2007, p. 37)

 
La grande bellezza e la profonda semplicità di questo piccolo libro fa sì che possa essere letto a bambini di un nido (infatti compare nella nostra bibliografia organizzata per il corso di formazione per le mamme) o ad adulti (come testo di studio per esercitarsi con il ritmo di lettura) con la stessa godibilità.
Al momento è il mio livre de chevet e lo faccio vedere a tutti, quindi adesso anche a voi.

Carla

Noterella al margine.
Permettetemi di aggiungere due righe e pubblicare una delle schede di esperienza che gentilmente una mamma che partecipa al corso di formazione per lettori con bambini di nido ci ha concesso di pubblicare.

Orange pear apple bear Emily Gravett
 Mcmillan children’s book 2006

Luogo di lettura: divano, lettone
Postura di lettura: siamo sempre insieme lui si mette sulle mie ginocchia
Tempo di lettura: 5-10 min.
Tipo di lettura (per es. dialogica, tattile ecc.) dialogica
Gradimento da parte del bambino e sue reazioni: stupore, meraviglia!
'Rilettura' autonoma da parte del bambino (pascolo), ne è attratto continuamente, ma vuole che glielo legga io
Ripetizione della lettura, lo vuole sempre credo che sia il suo preferito!

Note personali: quando l’ho preso questo libro mi ha subito affascinato e sono molto contenta che stia piacendo anche a Dario, è un libro surreale lui prova a ripetere il suono delle parole, ma ciò che penso è che questo libro gli lasci tanto spazio alla sua immaginazione e fantasia perché instaura un vero e proprio dialogo con l’orso mangia frutta, non so bene cosa gli dica, ma sul finire comincia a dialogare con l’orso e non la smette più di lallare!!

 

martedì 25 febbraio 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


DINOSAURI A COLAZIONE


 



















O meglio, cosa fanno i dinosauri quando devono mangiare? Tranquille, non si mangiano il bambino lettore, anzi ne prendono le veci nei primi due illustrati di una serie creata dagli americani Jane Yolen e Mark Teague: Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare? E Cosa fanno i dinosauri quando è ora di dormire?
Dunque i diversi dinosauri impersonano di volta in volta il 'bravo' bambino o quello 'discolo'. E se si tratta di mangiare, forse il nostro super rettile butterà per terra la scatola dei cereali o, a pranzo, farà volare gli spaghetti, si infilerà i fagiolini nel naso? Certo che no, la domanda è retorica.
Il bravo dinosauro bambino assaggia ogni cosa, comprese le odiate verdure, dice grazie prego e si siede composto!
E quando arriva il momento di andare a dormire? Il dinosauro bambino non salta sul letto, non butta tutto all'aria, non fa sceneggiate, no, proprio no.Manda un bacino, spegne la luce e s'infila sotto le coperte.
Evidente lo scopo pedagogico, con la sequenza giusto sbagliato che sfrutta l'identificazione del bambino con il suo alter ego di carta, di volta in volta bravo o briccone.


Oggettivando i propri comportamenti monelli e attribuendoli ai personaggi dell'illustrato, il bambino si libera dal peso dei suoi comportamenti 'sbagliati' e può anche riderci su, con un tracodonte che punta i piedi e l'anchilosauro che vuol essere portato a cavalcioni.
Una sorta di manuale di buone maniere che punta sul buffo, sul grottesco per rappresentare le norme di comportamento, sfruttando anche la simpatia di questa galleria di rettili giganti, che affascina tutti, ma proprio tutti i bambini. Per quelli proprio innamorati dei t-rex, sono indicate nelle prime e ultime pagine i nomi precisi di ciascun 'attore', per il gusto tassonomico dei piccolissimi scienziati. E', ovviamente, una collana per i più piccoli, a partire dai tre anni. Le illustrazioni di Mark Teague hanno un deciso gusto retrò, quasi da confezione dei biscotti anni '60 e rappresentano con umorismo l'anomala situazione che vede una vasta gamma di genitori umani alle prese con figli rettiliani, decisamente ingombranti. Forse a voler dire che i bambini hanno la forza devastante di un tirannosauro?


 Eleonora

Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare?”, J. Yolen e M. Teague, Il Castoro 2014
Cosa fanno i dinosauri quando è l'ora di dormire?”, J. Yolen e M. Teague, Il Castoro 2014

lunedì 24 febbraio 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


Romeo e Giulietta, Mario Ramos
Babalibri 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"C'era una volta un elefante enorme, grande come una montagna. Si chiamava Romeo ed era un elefante felice.
Beh, quasi...
Aveva solo un piccolo problema. Un piccolissimo problema."



Era timido. Ovvero arrossiva per un nonnulla e gli amici lo prendevano in giro, chiamandolo Pomodoro perché un elefante rosso, seppure di timidezza, è pur sempre un'anomalia. Per questa ragione aveva preso l'abitudine di uscire solo dall'imbrunire in poi. Con il buio i colori si smorzano e tutto sembra grigio (d'altronde di notte tutti i gatti sono bigi). In una di queste sue solitarie passaggiate notturne sente una vocina piuttosto decisa che lo apostrofa dicendogli di fare attenzione a dove mette le sue zampone, visto che lei anche vuole avere il diritto di godersi una passeggiata in solitudine nella notte.
Caso vuole che il rosso sia il colore preferito di quella topolina di nome Giulietta e che tra i due scocchi la scintilla. Andare a vedere l'oceano è la loro prima passeggiata romantica...

Forte di questo nuovo amore, Romeo decide di tornare al villaggio e lì Giulietta dà il meglio di sé.
Elefante e topolina, al pari dei loro omonimi, appartengono a due famiglie (animali) molto diverse, ma a loro riesce di stare vicini per sempre perché semplicemente stanno bene assieme.

Mai tanto compianto, Mario Ramos, continua a allietare le nostre letture.
Questo libro che io ho nella sua versione spagnola è stato parte della maratona fatta in libreria ormai più di un anno fa in occasione della sua scomparsa.
Mi riempie di gioia vederlo tradotto e pensare che da oggi anche i bambini italiani possano, attraverso questo albo illustrato, ragionare sulla timidezza e sul fatto che essa si possa sconfiggere, magari con l'aiuto di chi ci vuol bene. Potranno sorridere e intenerirsi a guardare quel sederone da elefante e quella topolina appollaiata sulla zanna e scoprire che l'amore ignora le diversità.

Carla

domenica 23 febbraio 2014


BELLI E BUONI

Vi ricordate quei biscotti che si presentano come dei mucchietti bitorzoluti, non graziosi, ma molto molto buoni? Oggi ve ne propongo una versione altrettanto buona, ma in più anche bella.
La ricetta proviene sempre dalle lezioni di biscotteria del corso per pasticcera.



Gli ingredienti sono:
125 gr di zucchero a velo
125 gr di nocciole
20 gr di albume (in pratica un albume)
6 gr di cacao amaro

Prima di tutto fate tostare le nocciole mettendole in una teglia in forno a 180 °C per 15 min. Ogni tanto scuotete la teglia per girare la frutta secca.
Una volta raffreddate completamente, frullatele con lo zucchero a velo fino a ottenere una granella piuttosto sottile.
Impastate il composto di nocciole e zucchero con il cacao e l’albume così da avere un impasto consistente.
Mettete il tutto su un foglio di carta da forno abbondantemente spolverizzato di zucchero a velo. Coprite con un altro foglio e appiattite con il matterello fino all’altezza di mezzo centimetro. Spolverizzate la superficie con altro zucchero e lasciate asciugare per un giorno a temperatura ambiente.
Ritagliate dei quadretti o rettangolini, metteteli in una teglia e infornate a 160 °C per 15 min.
Con lo stesso procedimento e le stesse dosi (eliminando il cacao), al posto delle nocciole si possono utilizzare le mandorle.

Lulli

venerdì 21 febbraio 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


VOLTA PAGINA!

Aiuto, arriva il lupo! Ramadier & Bourgeau
Babalibri 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

Il lupo si avvicina... Presto! Volta la pagina per liberartene!
Si avvicina...Presto! Volta la pagina!

Il lupo lentamente ma inesorabilmente si sta avvicinando. Da piccolo che era, all'uscita di un bosco, con passo marziale si avvicina sempre di più. Ormai è diventato grande nella pagina e non è più al margine, ma al centro della pagina. 


Al piccolo lettore conviene ascoltare la voce fuori campo che dà utilissimi consigli. Inclinando il libro verso destra, il lupo probabilmente scivolerà verso il margine della pagina e poi, perso l'equilibrio, cadrà. Teniamo il libro inclinato e per lui non ci sarà scampo...Come nella migliore tradizione di moltissimi cartoni animati il lupo scivola sì nel burrone, ma quel ramo secco sporgente dalla scarpata è per lui un ottimo appiglio. Perbacco! Il lupo è ancora lì attaccato. Così viene naturale scuotere il libro per intero in modo da rendergli instabile l'appiglio. Non basterà. Possiamo dunque capovolgerlo. Ma quel lupo ne sa una più del diavolo...
Come sempre di fronte a una bella storia che finisce, si ha voglia di ricominciare...



Questo bel cartonato, dagli angoli smussati, ci sembra un libro adattissimo per lettori anche molto piccoli. Finalmente un libro anche per loro. Degli stessi autori di Ecco un uovo! (altro libro consigliabile per quella fascia di età), Cédric Ramadier e Vincent Bourgeau, questo libro spopolerà nel nostro corso di formazione che abbiamo avviato con giovani mamme di nido. Sempre alla ricerca di bei libri da condividere con il loro bambino, saranno contente delle pagine cartonate, degli angoli stondati, del disegno facile ma non banale, dell'uso di colori attrattivi, del gioco interno da fare con il proprio interlocutore, del brivido di terrore che lo percorre...
Siamo appena riusciti a convincere con tanta fatica i nostri piccolissimi ascoltatori che ciò che è raffigurato sulla pagina di un libro, non è la cosa in sé, pertanto non è effettivamente afferrabile. Gli abbiamo spiegato con pazienza che è solo una sua raffigurazione. E ora arriva questo libro che smonta tutto!
E non vale!
Come furono già due capolavori come Un libro, di Hervé Tullet (Franco Cosimo Panini 2010) e Siamo in un libro! di Mo Willems (Il Castoro, 2013), o gli attuali I libro cane di Lorenzo Clerici (Minibombo, 2013) e Il libro gatto di Silvia Borando (Minibombo, 2013), anche quest'ultimo libro Babalibri va nella direzione contraria al nostro insegnamento.
L'oggetto raffigurato nel libro si muove nella pagina, dialoga in qualche modo con il lettore: lo chiama dentro, coinvolgendolo nella ricerca della soluzione al problema.

Ma per una cosa la 'disinsegnata' ce n'è un'altra 'insegnata': per conoscere le storie bisogna voltar pagina, andare avanti.Sembra banale, ma non lo è affatto: è un grande insegnamento sempre utile.
Così il piccolo ascoltatore alla fine penserà tra sé, parafrasando Calvino:"Lo dicevo io che le storie sono vere!"


Carla

giovedì 20 febbraio 2014

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


MOSTRI, DISEGNI E CONFLITTI

Vi propongo una passeggiata fra diverse mostruosità, simpatiche o meno, grazie a due illustrati pubblicati da Lapis e Nord-Sud, testi di qualche decennio fa.


Se per caso vi siete mai chiesti/e come inizia un conflitto, c'è una storia che ve lo spiega molto bene: Due mostri, di David McKee, l'autore del fortunato elefantino multicolore Elmer. La trama è presto detta: due mostri, uno di qua, l'altro di là di una montagna, si parlano attraverso un buco; un giorno, però, hanno una profonda divergenza d'opinione sulla definizione di crepuscolo: è forse la fine del giorno, o non è meglio dire che è l'inizio della notte? Dalla divergenza di opinione al conflitto il passo è breve e si trasforma ben presto in uno scambio di improperi e in una violenta sassaiola che finisce per demolire la montagna. 


A quel punto, magicamente, i due iracondi personaggi ritrovano l'accordo e siedono pacificamente l'uno accanto all'altro, contriti, sì, per aver raso al suolo la montagna, ma molto, molto divertiti. 


Ecco raccontato con grande semplicità il meccanismo diabolico che trasforma un'inezia in una spirale inarrestabile di piccole e grandi violenze.


La dinamica di questa storia mi ha ricordato il crescendo di minacce e di armi stravaganti raccontate da Dr. Seuss ne La battaglia del burro, scritto più o meno negli stessi anni in cui è stato scritto anche il libro di McKee; anche lì gli Zighi e gli Zaghi erano ferocemente divisi per definire la parte giusta di una fetta di pane su cui spalmare del burro, quella di sopra contro quella di sotto. Anche in quella storia ciascuno difendeva la propria verità a suon di insulti e di armi via via più raffinate e grottesche. Ma, mentre in Dr. Seuss è chiara l'intenzione di declamare l'inutilità e la futilità di qualsiasi guerra, e la ricerca ossessiva dell'arma definitiva, il nostro McKee, felicemente 'ripescato' dall'editore Lapis, ha creato due personaggi a loro modo simpatici, nella loro mostruosa ottusità e nell'altrettanto mostruoso compiacimento a disastro compiuto; sono personaggi che ammiccano al lettore bambino, complice nell'inconfessabile piacere delle zuffe. 


A giocare con i mostri hanno pensato anche Russell Hoban e Quentin Blake, con una storia decisamente più inquietante, scritta nel '79, dal sintetico titolo Mostri. Qui abbiamo un normalissimo bambino e due genitori preoccupati, perché il pargolo disegna e disegna, con solerte applicazione, da mattina a sera, e fin qui sembrerebbe niente di strano, solo che il ragazzino disegna solo mostri e per di più proprio mostruosi, litigiosi e feroci. 

Un giorno John comincia un disegno su un grande foglio di carta da pacchi: è una coda, spinosa. Nei giorni successivi continua a disegnare altre parti del corpo, i genitori sempre più preoccupati portano John dal dottor Plugger e nel suo studio prenderà vita, nel senso letterale, il capolavoro di John.
La storia è geniale, di pagina in pagina fa sorgere il dubbio che ci sia qualcosa che non va, eppure l'ossessione per i mostri non è così rara, né lo è l'ossessione per il disegno. Le ultime battute sono un capolavoro di sottintesi e doppi sensi, che preludono a un finale che strappa la risata, ma è all'impronta dell'humour nero e dell'assurdo, quando saltano tutte le regole del comune buon senso, in questo assecondate dalle perfette illustrazioni di Quentin Blake.


Se i Due mostri di McKee ispiravano simpatia nella loro grottesca rozzezza, rendendo il libro divertente anche per i più piccoli, con Hoban e Blake entriamo dritti dritti nel surreale, con un pizzico di horror, quel po' di sottile cattiveria che possono apprezzare bambini un po' più grandi, dai 7 anni in poi. Magari proprio quelli che detestano il loro pediatra e che lo vedrebbero bene fra le grinfie dei mostri di John.

Eleonora

“Due mostri”, D. McKee, Lapis 2014
“Mostri”, R. Hoban e Q. Blake, Nord-sud 2014
“La battaglia del burro”, Dr. Seuss, ultima edizione italiana Giunti 2002



mercoledì 19 febbraio 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


E NON SI LASCIARONO MAI PIÙ

Nero-Coniglio, Philippa Leathers
Lapis 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"CONIGLIO SI SVEGLIÒ DI BUON MATTINO e sbucò dalla tana nel brillare del sole. Era una bella giornata. Ma accadde qualcosa di strano. Non era solo.
Coniglio era impaurito. "Vattene via Nero-Coniglio!" esclamò. Ma Nero-Coniglio non si mosse."


Coniglio, spaventato come un coniglio, fugge sempre più veloce e Nero-Coniglio alle calcagna. Nascosto dietro un albero è un buon nascondiglio, perché lì Nero-Coniglio sparisce, ma appena esce alla luce del sole Nero-Coniglio è di nuovo lì. Anche nell'acqua pare un posto sicuro...
Silenzioso ed incombente Nero-Coniglio non molla. 


Nella Foresta fitta e buia, il piccolino si ferma e con un sospiro di sollievo,  si accorge di non essere più inseguito... Di chi sono però quei due occhi luminosi? Non è Nero-Coniglio ma un lupo famelico. Forse siamo alla fine del coniglio e del libro, o forse no.

Quel coniglietto bianco, così spaventato, e con le guance sempre un po' arrossate, che si copre gli occhi di fronte all'estremo pericolo, fa grande tenerezza. La stessa tenerezza che fanno i bambini piccoli quando scoprono la loro ombra. Il problema è il medesimo. 


Si tratta dell'opera prima di Philippa Leathers, giovane illustratrice britannica animatrice di serie di cartoni animati quali Peppa Pig e Charlie e Lola. La costruzione dei disegni ad acquerello della storia ricorda e risente un po' della sua impostazione da cartoonist, ma in complesso il risultato finale è molto gradevole. La piccola ma grande idea della scoperta della propria ombra è apprezzabile anche dai lettori più piccoli. L'unico che non sembra aver capito fino in fondo che Nero-Coniglio non è altri che la propria ombra è proprio il coniglietto rubizzo che però - balzellando - se ne va con lui per mano con la consapevolezza che non lo avrebbe lasciato mai più.


Carla


martedì 18 febbraio 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DI FIDO MI FIDO

Perché il cane ha il naso bagnato? Kenneth Steven, Øyvind Torseter
Electa Kids 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Ma una mattina PRESTO, DOPO VENTI GIORNI E VENTI NOTTI di navigazione in mare aperto, successe una cosa veramente terribile. Nell'arca si aprì un buco!
Il buco tra le assi non era più grande di una noce. Non molto per una barca grande come un campo di calcio..."

Ma tant'è: la situazione è critica. Occorre trovare rapidamente una soluzione altrimenti tutti gli sforzi fatti da Noè per fare l'arca e per convogliarci tutti gli animali, dai più piccoli ai più mastodontici, risulterebbero vani.
Mentre il patriarca, sul luogo della falla, studia il da farsi, il cane, animale storicamente fedele, non lo ha abbandonato. E presenzia. Sarà stata l'urgenza, sarà stata la circostanza, Noè pensa che del cane ci si può fidare e così lo solleva da terra e lo infila nel buco a tappar la falla, con il naso.


Il 'tappo' di fortuna funziona tanto è vero che ai piani alti, scongiurato il pericolo, già si festeggia.
Per venti lunghi giorni e per venti lunghe notti il cane restò lì, fedele alla consegna, come solo i cani sanno fare. Abnegazione, senso del dovere, responsabilità fecero il resto.
Quando l'arca finalmente sotto un bel arcobaleno si incagliò, tutti gli animali scesero a terra e Noè in testa. Ma fortunatamente quel giorno non aveva bevuto neanche un goccetto e quindi si ricordò perfettamente di aver dimenticato 'qualcosa' sull'arca e, più in particolare, il tappo-cane.
E quello, poveretto, era ancora lì nella stiva a tappare un buco, inutilmente.
Ed è per questo che da quel giorno i cani hanno sempre il naso freddo e bagnato.


L'oggetto 'naso di cane' è già di per sé un gioiello della natura. E ora, sapendo come è andata, la sua preziosità aumenta ulteriormente. Tondo, scuro o rosa, con quei due buchi simmetrici, capace di muoversi autonomamente rispetto al retrostante muso, il naso del cane è protagonista assoluto dell'intero libro. Sebbene di pagina in pagina il disegno vada complicandosi lui resta un punto (!) fermo, una sicurezza.
A parte l'idea di partenza che trovo geniale, anche se non proprio politicamente corretta, Perché il cane ha il naso bagnato? mi pare un'ottima prova di Øyvind Torseter. Già vista nel libro Il buco (Orecchio acerbo, 2013) la sua vena assurda, qui l'illustratore norvegese si scatena in una serie di amene quanto movimentate letture alternative della storia tradizionale. Noè e signora sono quindi ritratti come una giovane coppia di ragazzi, gli animali si nutrono di lecca lecca o di junk food, giocano a carte o sentono la musica dagli elle pi, il tutto in una baraonda generale dovuta al precario equilibrio che si ha quando si va per mare.

Il lettore più scaltrito potrà notare nelle grandi tavole di Torseter tante microstorie che si intrecciano con la narrazione principale: si vedrà Noè che tra poco diventerà padre, il coccodrillo che cerca di portare fuori rotta le sue potenziali prede e gli orsi polari impegnati in un tressette.
E infine lui, il cane portatore di naso, che dal principio alla fine di questa storia mantiene la sua espressione perplessa: quei due grandi occhi tondi ti catturano fin dalla copertina ed immediatamente non si può fare a meno di fare il tifo per lui!



Carla

lunedì 17 febbraio 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


E, FINALMENTE, FELICITA'!




Ritorna Polleke, ritorna la sua omonima vitellina, grande ormai quasi come una mucca, il fidanzato Mimun e l'amica Caro, e l'insieme dei personaggi che le ruotano intorno, Spik, il padre, finito in Nepal a cercare una via di redenzione, la mamma che forse è nuovamente felice con il suo fidanzato, il maestro di Polleke. I serafici nonni, che hanno costruito una vita sulla serenità e sulla concretezza. C'è anche l'amico Tom e la nuova amica Consuelo, che viene dal Messico con un bagaglio di dolore.
Polleke sta crescendo, si sente grande e come sempre deve confrontarsi con problemi grandi, con domande che non si possono fare, per non offendere la sensibilità di chi ha sofferto, e con altre che restano per forza senza risposta: che questa sia davvero la volta buona e che Spik abbia intrapreso il giusto percorso per allontanarsi dalla droga, è difficile dirlo. Così come sono complicati i sentimenti che si affacciano prepotenti nella vita di una ragazzina che non è più bambina: si può voler bene ad un ragazzino, ma senza desiderare di starci insieme; si può essere gelose e ferite da un tradimento, ma si può anche perdonare. Cosa tiene davvero insieme due persone? E che cosa può renderle felici? Non certo l'amore eterno, come la vicenda dei suoi genitori ben insegna. Ma anche dai fallimenti, dalle sconfitte si può riemergere, anche da scelte sbagliate e pericolose. Si può imparare ad aspettare un ritorno forse improbabile e a rispettare il silenzio di una nuova amica.
Il filo di questa storia è la ricomparsa di Sop, l'orsacchiotto di pezza dell'infanzia di Polleke; questo orsacchiotto fa tornare il sorriso a Consuelo, india messicana emigrata da poco e riprenderà, questo vecchio orsacchiotto di pezza, la parola, in un modo assolutamente magico...
oh, che beltà
un'improvvisa
felicità!

come recita una delle poesie di Polleke nel capitolo finale. Ovvero, la vita può metterti alla prova, può costringerti alla resa, ma poi può offrirti nuovi spunti di imprevedibile felicità, di serenità ritrovata, di ritorni imprevisti e folgoranti. Questo è forse il romanzo in cui Kuijer maggiormente insiste sul tema della speranza, del futuro, della consapevolezza che le cose possono anche cambiare; senza retorica, anzi con il disincanto della giovane protagonista, che si è già scontrata con le infelicità e i tradimenti degli adulti, il padre e la madre prima di tutti.
Nei nostri tristi tempi, leggere libri come questo è quasi obbligatorio per una sana e doverosa iniezione di ottimismo nei giovani lettori. Anche in questo caso, come nei due romanzi precedenti (qui e qui)
la lettura è consigliata a partire dai dodici anni. Ma la consiglierei vivamente a tutti quei genitori pessimisti e smarriti che hanno perso, e non a torto, la visione del futuro. Ricredetevi con Polleke.

Eleonora

Un'improvvisa felicità”, G. Kuijer, feltrinelli kids 2014.