DI FIDO MI FIDO
Perché il cane ha il naso
bagnato? Kenneth Steven, Øyvind Torseter
Electa Kids 2014
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Ma una mattina
PRESTO, DOPO VENTI GIORNI E VENTI NOTTI di navigazione in mare
aperto, successe una cosa veramente terribile. Nell'arca
si aprì un buco!
Il
buco tra le assi non era più grande di una noce. Non molto per una
barca grande come un campo di calcio..."
Ma
tant'è: la situazione è critica. Occorre trovare rapidamente una
soluzione altrimenti tutti gli sforzi fatti da Noè per fare l'arca e
per convogliarci tutti gli animali, dai più piccoli ai più
mastodontici, risulterebbero vani.
Mentre
il patriarca, sul luogo della falla, studia il da farsi, il cane,
animale storicamente fedele, non lo ha abbandonato. E presenzia.
Sarà stata l'urgenza, sarà stata la circostanza, Noè pensa che del
cane ci si può fidare e così lo solleva da terra e lo infila nel
buco a tappar la falla, con il naso.
Il
'tappo' di fortuna funziona tanto è vero che ai piani alti,
scongiurato il pericolo, già si festeggia.
Per
venti lunghi giorni e per venti lunghe notti il cane restò lì,
fedele alla consegna, come solo i cani sanno fare. Abnegazione, senso
del dovere, responsabilità fecero il resto.
Quando
l'arca finalmente sotto un bel arcobaleno si incagliò, tutti gli
animali scesero a terra e Noè in testa. Ma fortunatamente quel
giorno non aveva bevuto neanche un goccetto e quindi si ricordò
perfettamente di aver dimenticato 'qualcosa' sull'arca e, più in
particolare, il tappo-cane.
E
quello, poveretto, era ancora lì nella stiva a tappare un buco,
inutilmente.
Ed è
per questo che da quel giorno i cani hanno sempre il naso freddo e
bagnato.
L'oggetto
'naso di cane' è già di per sé un gioiello della natura. E ora,
sapendo come è andata, la sua preziosità aumenta ulteriormente.
Tondo, scuro o rosa, con quei due buchi simmetrici, capace di
muoversi autonomamente rispetto al retrostante muso, il naso del cane
è protagonista assoluto dell'intero libro. Sebbene di pagina in
pagina il disegno vada complicandosi lui resta un punto (!) fermo,
una sicurezza.
A
parte l'idea di partenza che trovo geniale, anche se non proprio
politicamente corretta,
Perché il cane ha il naso bagnato?
mi pare un'ottima prova di Øyvind Torseter. Già vista nel libro
Il buco (Orecchio
acerbo, 2013) la sua vena assurda, qui l'illustratore norvegese si
scatena in una serie di amene quanto movimentate letture alternative della storia
tradizionale. Noè e signora sono quindi ritratti come una giovane
coppia di ragazzi, gli animali si nutrono di lecca lecca o di junk
food, giocano a carte o sentono la musica dagli elle pi, il tutto in
una baraonda generale dovuta al precario equilibrio che si ha quando
si va per mare.
Il
lettore più scaltrito potrà notare nelle grandi tavole di Torseter
tante microstorie che si intrecciano con la narrazione principale: si
vedrà Noè che tra poco diventerà padre, il coccodrillo che cerca
di portare fuori rotta le sue potenziali prede e gli orsi polari
impegnati in un tressette.
E
infine lui, il cane portatore di naso, che dal principio alla fine di
questa storia mantiene la sua espressione perplessa: quei due grandi
occhi tondi ti catturano fin dalla copertina ed immediatamente non si
può fare a meno di fare il tifo per lui!
Carla
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