sabato 31 dicembre 2022

ECCEZION FATTA!

 I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 
 
Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Luglio 2022


perché
qui lo sguardo è in presa diretta, racconta ciò che lo stesso autore ha vissuto, negli anni venti del secolo scorso, a Bangu. una storia di povertà e di desiderio di riscatto: Zezé ci racconta il suo mondo, le case malandate, il treno che porta in città, il Natale senza regali, e nello stesso tempo il pensiero travolgente, che cambia natura alle cose, che permette di sognare di diventare un giorno poeti.


perché
tutto ruota intorno alla questione di un incontro, ossia c'è qualcuno che è solo e sta sostanzialmente fermo al suo posto e di lì - casualmente - transita qualcun altro che è però diretto altrove. Ma anche qui Stark non si accontenta, perché dal seme dell'incontro fa nascere anche un'altra pianta: quella del desiderio che si ha degli altri (un bisogno che sfiora il confine verso la maternità/paternità). A peggiorare la solitudine della Creatura e ad aumentare ancora una volta i divari tra le due, ritorna la questione tempo. Lei è tanto sola ed è in cerca di un affetto per sempre, mentre la Piccolina ha un'esistenza effimera. Se incontro ci sarà durerà lo spazio di un giorno. 
Altro struggimento per chi legge.

Agosto 2022


perché
Baccalario racconta questa storia che pesca a piene mani nella storia reale di una città, Trieste, e deL  manicomio, rivoluzionato da quel grande psichiatra che è stato Franco Basaglia; la arricchisce a ogni capitolo con un ritratto, fra il vero e l’immaginario, dei degenti giocatori, delle loro parabole di vita, con uno stile che mescola, in giusta dose, commedia e dramma, con quel necessario pizzico d’indignazione, dettata dalle ingiustizie e dai pregiudizi che circondavano queste persone.




perché
La serietà impera in tutti i suoi libri eppure, non mi risulta che ne esistano esempi in cui i lettori, grandi o piccoli che siano, non scoppino in risate fragorose e non saltino almeno una volta sulla sedia per lo stupore. Possibilmente alla fine delle storie che racconta. 
E come Buster Keaton aveva capito molto bene, vedendo che la gente al cinema si sbellicava molto di più alle sue facce inespressive, piuttosto che a quelle sofferenti o arrabbiate, tanto più Meschenmoser dà vita a personaggi che si prendono così tanto sul serio che i lettori non possono fare a meno di ridere di loro! 

Settembre 2022



perché
Scoprire gli animali nascosti nel cielo, fra le stelle e magari chiedersi quali storie possano raccontare; chiedersi anche cosa possano essere quei puntini luminosi che brillano nell’oscurità della notte (sempre che si riesca a vederli!), ecco aperta la strada a un’infinità di domande, che è poi il fine vero di ogni buon libro di divulgazione.


perché
Il racconto di Ahmed, quello di Aziz e in ultimo quello di Sony. Tre voci per un'unica storia. 
Una storia che è contemporaneamente il racconto verosimile di un percorso di crescita, difficile, attraversato dalla guerra, da separazioni, rimorsi, e tentativi di riscatto. 
Ma è anche lo spunto per porre in essere una tragedia - attraversata da un dilemma, come accade in quella classica o in quella shakespeariana. 
E ancora: è una parabola dal tono universale per ragionare sul male che incarna la guerra, senza remissione, senza redenzione. 
Ed è anche una galleria di una umanità diversissima nelle sue sfumature. Al suo interno si riconoscono la debolezza di un padre e la forza di una madre, l'indissolubilità di un legame tra fratelli, la spregiudicatezza di chi decide del destino di altri, l'incertezza e l'ingenuità di chi non sa, di chi della guerra - per sorte - ne ha solo sentito parlare... 
Un libro che dimostra una grande originalità nella struttura e nel suo punto di osservazione che, solo sul finale, arriva a coincidere con gran parte dell'esperienza creativa di chi lo ha scritto: Tremblay non è solo un romanziere, ma anche un drammaturgo di calibro. 

Ottobre 2022


perché
Sono dunque due i fili narrativi che si intrecciano, in un racconto incalzante e avvincente: uno riguarda la crescita di Dima, la maturazione di un senso di alterità e di distanza da quegli adulti che all’inizio ammirava e aveva preso a modello, un sentimento all’inizio confuso e poi, via via, più chiaro di amore per la natura e soprattutto di rispetto per essa.



perché
come sempre dietro l'ironia che lo attraversa, si intravedono anche moltissime altre cose che hanno a che fare con l'umanità intera. Sotto le piume di quell'anatra zoppa e di quella gallina cieca ci siamo tutti noi, per un verso o per l'altro. 
A titolo di esempio, si guardi quell'anatra codarda che preferisce il proprio cortile buio e polveroso, la sua comfort zone, a qualsiasi altro luogo di cui ha contezza solo per sentito dire. Non se ne parla di partire senza una meta. 
Quanti di noi di fronte all'idea di intraprendere un viaggio, mai e poi mai lo farebbero da soli, mai e poi mai andrebbero alla ventura, senza aver già tutto pianificato... 


Novembre 2022



perché
Bomber’ è un romanzo complesso, che affianca alla dimensione avventurosa, che contraddistingue le scelte stilistiche di Dowswell, un intreccio che connette diversi aspetti di un brevissimo lasso di tempo, dall’agosto al dicembre del ‘43: le battaglie nei cieli, la vita nelle città sotto attacco, la guerra combattuta dai civili, dagli eserciti regolari e irregolari.




perché
è segnale di un profondo ragionamento di un genio creativo, nel romanzo si coglie all'istante una sua grande capacità di dare corpo - e soprattutto anima - a tutti quelli che transitano sulla pagina. E di farlo, ed è qui lo scatto di qualità, senza spendere neanche una parola su quello che esula dal mero accadimento. 
Mi spiego. Noi capiamo chi sia Theo solo attraverso quello che Theo fa o dice. Lo stesso accade per il signor Bunchley, per la piccola Victoria, per il signor Jones e il signor Norton e per tutti gli altri: da un punto di osservazione distante quanto basta li vediamo agire, li sentiamo parlare o tacere, dialogare o arrabbiarsi, lavorare, dormire, uscire, tornare, pranzare... e lentamente ma inesorabilmente sappiamo chi sono fino in fondo. 
Non una parola spesa da Raschka per spiegarci le cose. Lui, semplicemente, le fa succedere. Nessuna 'voce fuori campo' che spieghi. 
L'intelligenza del lettore è fatta salva.

Dicembre 2022



perché
Una storia di sentimenti, di emozioni represse, di solitudine raccontata con leggerezza, ironia, poesia. Lilo esprime uno sguardo ingenuo, che coglie però l’essenziale dei rapporti umani, scova la paura, suscita entusiasmo e allegria.




perché
la capacità di saper disegnare così bene i bambini e di saperlo fare attraverso una linea liquida con le trasparenze dell'acquerello. 
E tutto, meraviglia, in digitale. La loro individualità colpisce sopra ogni cosa. Primi piani o visioni di insieme sempre attenti, colti con grande attenzione e sensibilità e restituiti con grande talento e soprattutto onestà. Ed è proprio questa ultima caratteristica che li rende capaci di andare al di là del segno in sé e di muovere le corde dell'emotività. 

[FINE]


 

venerdì 30 dicembre 2022

ECCEZION FATTA!

 I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 

CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 
 
Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Gennaio 2022



perché
il risultato è un bel libro, pensato per suscitare curiosità e meraviglia per qualcosa che non è immediatamente percepibile, stimolante e divertente per lettrici e lettori a partire dai sette anni. Non sfugge all’occhio adulto la presenza preponderante di soggetti femminili nei ruoli di scienziate e ricercatrici. Jess Wade, giovane e brillante fisica britannica, è autrice di numerose pagine di Wikipedia dedicate a scienziate e studiose, attività volta ad incoraggiare le ragazze ad intraprendere la carriera scientifica. Evviva!


Ellen e il leone, Crockett Johnson (trad. Sara Saorin) 


perché
se in Harold il ruolo di demiurgo di quel bambino in pigiamino è subito evidente, qui la questione è più sottile e rimbalza di continuo fra un fuori e un dentro la storia che lascia senza fiato per 'intelligenza emotiva' dell'autore. 


                                                                    Febbraio 2022




perché
come nei suoi romanzi precedenti, di cui secondo me ‘L’estate del coniglio nero’ è il migliore, Brooks costruisce la sua trama con precisione, incastrando i pezzi di questa notte disperata con geometrica sapienza, portando il lettore e la lettrice verso la scena finale con il cuore in gola.


La casa del contrabbandiere, Annet Huizing (trad. Anna Patrucco Becchi) 


perché
la qualità di un plot che si dimostra robustissimo. Come vuole un'altra regola d'oro, anche qui tutto nasce da un contrasto, da qualcosa che non va come dovrebbe andare. Pieno di colpi di scena e fili narrativi, anche frutto di una accurata documentazione da parte dell'autrice, che poi vanno a tessersi l'uno con l'altro per comporre un tessuto di grande efficacia e spessore letterario. Su tutto, un grande mistero da svelare. Un vero giallo in cui i tasselli che lei sparge qua e là poi vanno a ricomporsi in coda. 


  Marzo 2022



perché
nell’assoluta, serena leggerezza, questo fumetto racconta anche il senso del volersi bene anche se diversi, l’importanza dell’amicizia nell’affrontare i problemi grandi e piccoli che ogni giorno ci si presentano; Fox non sarebbe pienamente Fox se non ci fosse Rabbit e il coniglietto resterebbe ancorato alle sue paure e ai suoi dubbi se non ci fosse Fox a spronarlo.

Il rammendo, Isol (trad. Mirta Cimmino) 


perché
come tutti i migliori libri che Isol fa, anche Il rammendo mette insieme diversi e stratificati pensieri. Qui, forse complice lo spunto di partenza, si intrecciano anche i suoi diversi stili e voci. Il primo che si incontra è quello che più si conosce di lei: un dialogo serrato tra una madre e una figlia. Già dalle prime battute si ritrova la sua ironia, i suoi bambini, anzi bambine, volitive e propositive, anche se sotto scacco.
Ma già dalla pagina successiva si entra in qualcosa di molto diverso: torna il grande nero di un tessuto fatto a telaio, una porzione di stoffa con un ricamo che - si apprende - è uno di quelli tradizionali palestinesi e che è la decorazione di uno scialle dalle lunghe frange nere che la stessa Isol indossa in una immagine a chiusura del libro. 

Aprile 2022



perché
in ‘Estintopedia’ non ritroviamo un approccio sistematico al tema, quanto una articolata e complessa carrellata di specie strane, o meno strane, che hanno sfiorato l’esistenza umana e sono più o meno velocemente scomparse.
Una sorta di Wunderkammer, di gabinetto delle meraviglie che raccoglie esemplari di tutti i tipi, dall’immensamente grande all’incredibilmente piccolo.

Avrei voluto, Olivier Tallec (trad. Maria Pia Secciani) 


perché
di Tallec non ce n'è mai abbastanza. Molte cose sul suo modo di concepire le storie sono state già dette nel corso degli anni. Basta digitare Tallec come chiave di ricerca in questo stesso blog e si può passare un piacevole pomeriggio a leggere tutto il bene che ne penso. 
Undici post dedicati ai suoi libri.
Forse qui val la pena mettere a fuoco qualcosa di ancora non detto: la sua capacità di lavorare sul dettaglio e di renderlo 'parlante' per il pubblico dei più grandi. 
Non c'è nulla di riprovevole o furbetto a cercare di piacere, di entrare in dialogo con un pubblico di adulti e di farlo in un contesto a loro estraneo - almeno formalmente - ovvero un libro per bambini. 
Au contraire

Maggio 2022



perché
quello che ancora una volta si conferma qui è l’originale stile divulgativo dell’autore, che riesce a parlare di complessità anche ai più piccoli con libri divertenti, ben impaginati, dalle illustrazioni illuminanti. Per i bambini e le bambine intorno ai sei, sette anni, questa stretta connessione fra testo e immagine è indispensabile per comprendere anche intuitivamente quello che di complicato c’è nel mondo. E non è poco.




perché
una qualità estetica altissima che ha il dono di racchiudere in sé anche una bella storia. E di averlo saputo fare quasi in silenzio. Sulla riva di un fiume. 
Tutti i libri Ronald Curchod, che non sono poi molti e si contano sulle dita di una mano, hanno questa caratteristica: una storia lieve, raccontata con pochissime parole, che però custodisce al suo interno un nucleo di senso che la rende universale e, attraverso la forza delle immagini, diventa indimenticabile. 
Le poche frasi che mandano avanti il racconto hanno la capacità di incidersi nella mente, così come le tavole di saturare lo sguardo. 

Giugno 2022



perché
se dunque c’è una strettissima correlazione fra testo e immagine, le parti di testo sono quantitativamente e qualitativamente più rilevanti di quanto non fossero in ‘Mappe’. Ci sono molti approfondimenti, che riguardano la storia dei singoli alimenti, l’evoluzione del loro uso, la relazione fra credo religiosi e regole alimentari e così discorrendo.



perché
di rado capita di leggere libri che siano così pieni e al tempo stesso così lievi,  così esatti, libri che contengano un racconto complesso a tal punto da rivelarsi capace di toccare il profondo di chiunque li legga, libri che mostrino anche nella forma una raffinatezza e un'armonia, che spuntano da ogni suo angolino più recondito. 
Di rado capitano libri perfetti. Beh, questo lo è.  A tal punto, che risulta difficile trovare un punto per prendere l'avvio e raccontarne. 

[continua]

venerdì 23 dicembre 2022

ECCEZION FATTA!


BLOG IN PAUSA
causa 
PANETTONI, BISCOTTI DELL'ALBERO, 
 RIMPATRIATE IN FAMIGLIA 
E
MERITATO SILENZIO 
(di riposo ancora non ce n'è traccia)

 Si torna 
tra Natale e Capodanno... forse



mercoledì 21 dicembre 2022

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

LILO.
UNA STORIA RACCONTATA DAL NASO DI UN CANE

Inés Garland  si conferma autrice di grande talento, qualunque sia il pubblico cui decide di rivolgersi. Uovonero, editore sempre accorto, propone in questo finale di anno una vera perla: ‘Lilo’, con la traduzione di Francesco Ferrucci e le illustrazioni di Maite Mutuberria.
Lilo è un meticcio, dal muso di lupo e le zampe troppo corte, ma forse ha nobili ascendenze svedesi.
Viviamo questa storia con i suoi occhi, con il suo naso e con il suo modo di pensare semplice, ma essenziale. Potremmo dire che i cani pensano semplice, ma pensano forte, come gli squali.
Lilo vive con nonna Ava e nonno Héctor, che ospitano spesso la nipotina Emi, che Lilo ama moltissimo. Lilo ama anche giocare con i suoi amici Armando, un boxer bavoso, e Lio, un meraviglioso e invidiabile pastore tedesco; ama soprattutto Adele, meravigliosa cagnolina da cui si nasconde per la vergogna della sua presunta bruttezza.
Il mondo di questo cane intelligente e coraggioso viene raccontato attraverso le sensazioni che traducono le emozioni umane: è attraverso un odore di limone stantio che Lilo comprende che la piccola Emi ha un problema, spesso piange di nascosto, è irritabile e scontrosa e, soprattutto, resta attaccata al cellulare o al computer, sempre più cupa. A quanto pare è colpa di un’altra ragazzina, Kai, anche lei è circondata da un odore di lievito e limone stantio. Per capire le ragioni di questo mistero, Lilo si deve introdurre nella casa in cui abita Kai, una magione malmessa e inquietante, piena di pipistrelli; lo fa con l’aiuto di Olivertwist, il cane del bibliotecario, divenuto poi un cane randagio; e di Berenice, la superba gatta nera di Kai.


Anche lì si percepiscono lacrime e assenze, che si traducono in rabbia. Poi, però, è la presenza di Lilo a mettere in moto un cambiamento.
Una storia di sentimenti, di emozioni represse, di solitudine raccontata con leggerezza, ironia, poesia. Lilo esprime uno sguardo ingenuo, che coglie però l’essenziale dei rapporti umani, scova la paura, suscita entusiasmo e allegria.
Inés Garland, scrittrice, giornalista e traduttrice argentina si conferma come un’autrice efficace, capace di attraversare diversi generi letterari. Con questo libro ha vinto il premio Ala Delta per la letteratura per l’infanzia ed è entrata nella selezione White Ravens nel 2020.


Mi sembra una perfetta chiusura di questa stagione affollata di tante proposte editoriali, sulle quali ‘Lilo’ spicca per sensibilità ed intelligenza.
Sottolineo un ultimo dettaglio: la descrizione delle battaglie immaginarie vissuta da Emi e Lilo, sopra una tavola di legno, fingendo di essere su un praho, pronto ad abbordare una nave nemica: mi è sembrato di vedere Sandokan, eroe tristemente dimenticato nelle letture dei ragazzi di oggi, attraversare ardimentoso l’Oceano per entrare nel mondo fantastico di ragazzine e ragazzini lontani solo geograficamente.
Consiglio caldamente la lettura a grandi e piccoli, a partire dai nove, dieci anni.

Eleonora

“Lilo”, I. Garland, trad. F. Ferrucci, ill. M. Mutuberria, uovonero 2022



lunedì 19 dicembre 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

DIVERSA DAGLI ALTRI

Le caramelle magiche, Heena Baek (trad. Dalila Immacolata Bruno) 
Terre di mezzo 2022 

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Io gioco da solo. 
Giocare da soli non è poi così male. 
Gli altri bambini non immaginano neanche quanto possa essere divertente giocare con le biglie. Loro fanno altri giochi, e non mi invitano mai. 
Per questo, alla fine ho deciso di giocare da solo. 
Mi servono delle biglie nuove. Ehi, queste non le avevo mai viste prima d'ora. 
'Queste sono caramelle speciali. Sono deliziose!'" 

Così dice l'omino del negozio dove Dong Dong è appena entrato in cerca di biglie. Nel sacchettino che ha appena comprato ci sono 6 caramelle, rotonde come biglie. 
Un po' come le caramelle che si vedevano tanti anni fa e che poi, essendo sferette, sono state considerate pericolose. Sparite. 


Queste forse non saranno pericolose, ma decisamente particolari. 
La prima, quella scozzese come il divano di casa, sa così tanto di menta che il sapore arriva fino alle orecchie del bambino che improvvisamente si sente chiamare da una voce che arriva dal soggiorno e chiede aiuto per un telecomando incastrato fra i cuscini. 
Effettivamente è proprio il divano a parlare e a lamentarsi. 
Incredibile! Caramelle magiche? 
La seconda che mette in bocca è a macchie, a macchie come il suo cane. 
Dong dong anche con il cane fa due chiacchiere. Chiarificatrici. 
Poi papà torna a casa con le sue solite litanie sul mettere a posto, sulle cose da fare, sulla cena da finire, sulla pulizia dietro le orecchie, sullo zaino di scuola per il giorno dopo, sulla lettura, sul dormire. 
E nonostante il divieto di mangiare dopo essersi lavato i denti, Dong dong di nascosto nella sua camera, mette in bocca la terza caramella, quella a puntini che sembra avere la barba... 

I libri di Heena Baek sono diversi dagli altri. E ti rimangono negli occhi per sempre. 
Sono visivamente ammalianti e raccontano storie in cui alla vita quotidiana si intreccia la meraviglia e anche un po' di tenerezza. Così, come se niente fosse. 
Sa essere sempre divertente, spargendo in giro una sottile ironia sulle parole che mette in bocca ai suoi personaggi e nei loro sguardi, spesso colti in primissimo piano, spesso fuori fuoco. Sa essere a tal punto onesta nella restituzione dei suoi protagonisti, che rasenta il limite della scomodità. 
In questo, ricorda moltissimo Stian Hole. 
Non è mai illogica, al contrario è sempre molto attenta a dare coerenza alle sue storie, nonostante maneggi materia magica a tutto spiano. 
Sa essere accogliente, dolce, in tutte le sue storie, perché sa che l'immaginazione non può andare in frantumi. 


Non ci si deve nascondere, tuttavia, che la sua grande originalità e la sua migliore qualità sta nella tecnica che usa e nella prospettiva molto cinematografica, da film di animazione, claymation per essere più precisi, che applica a tutti i suoi libri. 
A questo si aggiungano l'uso strumentale della profondità di campo e del relativo fuori fuoco, una buona grafica, ma soprattutto una grande sensibilità  che dimostra nel costruire le espressioni e la postura dei suoi personaggi: tutto questo contribuisce a far fare uno scatto ulteriore all'intera storia, verso la qualità assoluta. 
Formatasi in Corea in tecnologie applicate all'educazione e poi specializzatasi in California in animazione, Heena Baek è strepitosa nella sua capacità di rendere ogni suo albo illustrato un vero e proprio set di cinema di animazione. 
Che cinema e albi illustrati abbiano molto in comune è già stato detto migliaia di volte, tuttavia nei suoi libri il legame si fa ancora più stretto e patente. 
Come lavora? E' lei stessa a raccontarlo: il primo passo è nello storyboard, con schizzi abbastanza approssimativi delle singole scene.


Poi passa alla costruzione dei personaggi, fil di ferro, stagnola e argilla a coprire. 
Poi passa al colore e all'abbigliamento. 
A questo punto, avendo i suoi personaggi, ripetuti enne volte in posture ed espressioni diverse, passa allo scatto fotografico, o meglio agli scatti (che possono essere migliaia, prima di raggiungere l'inquadratura perfetta): zoom e primissimi piani con sfondi fuori fuoco, ma sempre leggibili per creare la corretta profondità di campo e la sensazione, nello sguardo del lettore, di essere proprio lì. 
Ogni scena è il risultato di questo lento e lungo processo, laborioso, ma pieno di emozione. 
Quando finalmente la composizione le sembra perfetta, avverte in sé un senso di pacificazione interiore che è impagabile. Tanto più forte è la sua gioia durante questo suo complesso processo creativo, tanto più sarà apprezzato il libro dai suoi lettori: è una legge! 


E, mentre tutto questo succede, sono passati sette o otto mesi. 
Caramelle magiche esce nel 2017 ed è il suo decimo libro. Diventa immediatamente un successo editoriale enorme, fa seguito I am a dog nel 2019, che è, ad evidenza, una sorta di prequel sulla storia del cane di Dong Dong. 
A onor del vero, anche tutto quello che è venuto prima, e vi assicuro che sono libri grandiosi, è sempre stato sotto i riflettori accesi della critica: dal 2005 quando vince a Bologna, fino al 2020 in cui riceve, come prima coreana, l'Astrid Lindgren Memorial Award. 


Quindi, perché la nostra immaginazione non vada in frantumi, non si può fare altro che pubblicare gli altri titoli, uno dopo l'altro, partendo da The Bath Fairy, possibilmente.



Carla