LA CACCIA E LA NATURA
Evgenij Rudaševskij è un giornalista russo, con grande esperienza internazionale, che si è occupato e si occupa tuttora di conservazione ambientale e di diritti delle minoranze indigene. Le Edizioni San Paolo pubblicano ora un suo romanzo, ‘Il Corvo’, inserito nel 2017 nella selezione White Ravens.
Si tratta un un romanzo particolarmente interessante, che racconta, in modo anche molto diretto, dell’iniziazione di Dima, quattordicenne, alla caccia. Durante le vacanze invernali, parte con lo zio Nikolaj e con suoi due amici, Artemič e Vitja. Il ragazzo è pieno di aspettative, immagina avventure da poter condividere, al suo ritorno in classe, con gli amici; l’inizio di questa lunga vacanza della taiga è proprio così, gravido di promesse; con gli altri compagni di viaggio, Dima partecipa alla preparazione delle trappole, alla cura dei fucili, all’organizzazione della vita quotidiana nel capanno che fa da rifugio. Il mondo intorno è racchiuso nella neve, ogni rumore ovattato, le serate passano giocando a carte e raccontandosi aneddoti delle stagioni precedenti. Sono lì per la caccia allo zibellino, dalla pregiata pelliccia. I primi giorni passano nell’osservazione attenta delle mosse dei cacciatori, nella ripetizione quotidiana dei gesti che consente loro di catturare e uccidere le diverse prede. Pian piano, però, nella mente di Dima si fa strada una sorta di inquietudine come se inconsapevolmente percepisse che in tutto questo c’è qualcosa di sbagliato.
A questo punto, però, si inserisce un nuovo attore: un corvo che approfitta della carcassa di un cervo, le cui carni sono esposte a essiccare. Nonostante gli appostamenti, i tre cacciatori esperti sono gabbati da un misero uccello, che ogni volta riesce a sottrarre loro un lembo di carne. Fino a quando allo zio Nikolaji non viene in mette un trucco ancora più astuto dei precedenti.
Sono dunque due i fili narrativi che si intrecciano, in un racconto incalzante e avvincente: uno riguarda la crescita di Dima, la maturazione di un senso di alterità e di distanza da quegli adulti che all’inizio ammirava e aveva preso a modello, un sentimento all’inizio confuso e poi, via via, più chiaro di amore per la natura e soprattutto di rispetto per essa.
L’altro filo è rappresentato dal rapporto che proprio con la natura hanno i cacciatori: una sorta di spersonalizzazione di ogni elemento naturale al fine di poterlo sfruttare al meglio. In realtà, anche chi dice di amare la natura, lo fa spesso con un approccio egoistico e contraddittorio, confondendo i propri bisogni di gratificazione per generoso slancio a difesa di questo o quel animale. Nello stesso modo anche nel cuore dei cacciatori c’è il ricordo di questo o quel cane, o dell’uccellino caduto dal nido e salvato.
Percepire la natura come oggetto consente a tutti noi di sfruttarla e, paradossalmente, le prime vittime di questo sfruttamento siamo proprio noi, costretti a vivere in un ambiente alterato e minaccioso.
Come si può immaginare; Dima sarà costretto a una scelta, che spezzerà alcuni legami ma che gli aprirà un rapporto nuovo col mondo naturale.
Romanzo di formazione intenso, complesso, anche se consente una lettura in chiave puramente avventurosa, ‘Il Corvo’ riprende e riannoda fili di riflessioni che in questi ultimi anni si sono susseguite anche con un grande interesse nel pubblico dei non addetti ai lavori.
Mi permetto di riportare una delle citazioni che aprono il libro, tratta da ‘La casa estrema’ di Henry Benson:
‘..gli animali...non sono né fratelli né esseri inferiori: sono altre nazioni, intrappolate con noi nella rete della vita e del tempo, nostri compagni di prigionia nello splendore e nel travaglio del pianeta’.
Consiglio caldamente la lettura a ragazze e ragazzi maturi a partire dai tredici anni.
Eleonora
“Il Corvo”, E. Rudaševskij, trad. F. Mastruzzo, Edizioni San Paolo 2022
Nessun commento:
Posta un commento