mercoledì 28 febbraio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)



UNA ROCCIA CON IL MARE INTORNO


Impresa impegnativa quella affrontata da Sgardoli nel suo ultimo romanzo, L’Isola del Muto, pubblicato dalle Edizioni San Paolo: raccontare una grande saga familiare, che attraversa due secoli e che ha il suo centro narrativo nell’isolotto scosceso su cui sorge un faro di fronte alla cittadina di Horendal, in Norvegia.
Tutto inizia nel 1816, quando cominciamo a seguire le vicende di Arne Bjorneboe, la cui giovane vita era stata travolta da una battaglia navale, che gli aveva deturpato il volto e lo aveva reso sordo. Nella sua vita ai margini della società, nella durezza del suo carattere c’è una crepa, che lo porta a salvare una bambinetta, che sta per essere travolta da un carro. La riconoscenza del padre si esprime nel fargli avere un lavoro da custode del nuovo faro, costruito su uno scoglio senza nome, che da quel momento diventa l’Isola del Muto, poiché Arne, dopo il trauma giovanile, ha smesso di parlare. 
Da questo primo evento si sviluppa la trama che segue passo passo le vicende della famiglia Bjorneboe e dell’isola cui ha legato il proprio destino.
Raccontare queste vicende è raccontare anche i mutamenti storici, che comunque coinvolgono la gente del faro, seguire le singole scelte di vita: chi decide di restare in un luogo isolato e spoglio, chi parte in cerca di fortuna o per seguire i propri ideali; matrimoni, nascite, abbandoni, solitudini e grandi affetti fanno da cornice al susseguirsi delle generazioni, fino a quando, nel 2016, muore l’ultimo abitante, l’ultimo custode del faro.
E’ una trama complessa, piena di personaggi descritti a tutto tondo, di particolari, di descrizioni d’ambiente, di riferimenti storici. E’ davvero la dimostrazione di una grande padronanza del meccanismo del racconto, con una cura estrema del dettaglio, dalla descrizione dei vestiti al linguaggio attribuito a ciascun personaggio. E anche solo per questo, per questa accuratezza, consiglierei la lettura del romanzo; ma naturalmente non c’è solo questo, nel racconto corale di una famiglia e di un paese, la Norvegia, di cui, in fondo, non sappiamo molto. E’ un romanzo di grande respiro, di quelli che si fanno apprezzare pagina per pagina, sicuramente pensato per non essere un romanzo ‘per ragazzi’, ma rivolto anche al lettore e lettrice adulti.
Per la mia esperienza, i lettori e le lettrici più giovani troveranno qualche difficoltà ad affrontare un testo piuttosto lungo senza il sostegno della trama avvincente di un fantasy. E forse, soprattutto nel finale, l’intreccio di nomi e di storie diventa difficile da districare. Ma al di là di questo, è leggendo romanzi come questo che si costruisce il gusto e la sapienza del lettore, e lettrice, in formazione.
Lettura consigliata per giovani lettrici e lettori, che amino le grandi storie e il mare, altro grande protagonista, a partire dai tredici anni.
Eleonora

“L’Isola del Muto”, G. Sgardoli, Edizioni San Paolo 2018










lunedì 26 febbraio 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


I want you, I need you, I love you...

La figlia del guardiano, Jerry Spinelli (trad. Manuela Salvi)
Mondadori, 2017


NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Perché in quella voce - 'Mettili nel lavello' - riconobbi qualcosa che aspettavo di sentire da dodici anni. Non veniva da mio padre ma da una donna che in casa mia aveva già occupato lo spazio di mia madre. Certo, anche le altre domestiche lo avevano fatto. Ma quella...quella stava facendo qualcosa di nuovo. Usava parole da mamma. Con me."

L'infanzia di Cammie sta per finire, manca poco al suo tredicesimo compleanno. Con quella frase detta con un tono secco, che non lascia repliche: Mettili nel lavello, riferito ai piatti sporchi della colazione, a Cammie pare di avere davanti la possibilità di diventare qualcosa che oramai pensava di non poter essere più: una figlia di una madre.
Cammie è orfana di madre e vive con il padre all'interno delle mura di un penitenziario, Two Mills, in Pennsylvania, di cui lui è direttore.
Le sue amicizie si contano sulle dita di una mano. Tra le detenute, Boo Boo con cui fa lunghe chiacchierate nella Voliera, la vecchia Stanza della Quiete che suo padre ha trasformato in un grande ambiente a vetri dove liberi svolazzano uccelli e farfalle. Al di fuori del carcere, tra le compagne di scuola, praticamente c'è solo Reggie, paziente amica del cuore.
Accanto a Cammie, che tra le mura del carcere tutti chiamano Tornado perché fa sempre tutto di corsa, c'è Eloda. Una detenuta 'fidata' che ha il compito di rigovernare il loro appartamento e di prendersi cura di Cammie, quando suo padre è altrove.
Eloda è taciturna, molto riservata, efficiente nei lavori, una buona cuoca ed è brava a fare le trecce con i capelli di Cammie. Ma mantiene una impalpabile ma strenua distanza nei confronti di questa ragazzina, una sorta di alone di silenzio misterioso la circonda. Cammie ora ha deciso di sfidarlo, Cammie si è prefissa un obiettivo arduo: trasformare Eloda in una madre, sua madre.
Eloda non cede, quella distanza sembra incolmabile. Lei non potrà mai essere sua madre...
E così Cammie combatte, soffre, mente, imbroglia, accumula rabbia che sfoga qui e là, si mette persino nei guai. Tutto sembra inutile.
Fino al giorno in cui riesce, tutta da sola, ad affrontare il suo peggior nemico: quell'angolo di strada in cui tredici anni prima sua madre ha perso la vita ma prima di farlo ha spinto il suo passeggino in salvo.
D'altronde, 'nessuna madre è seppellita davvero finché suo figlio non riesce a tirarsi fuori dalla tomba.'
Ed Eloda è ancora lì e mantiene il suo silenzio e i suoi segreti...e Cammie cresce.
Questa è la meravigliosa storia di queste due.

Denso. Un libro del migliore Spinelli di qualche anno fa. Quello che ha raccontato una delle più belle figure di ragazza che la letteratura abbia mai prodotto: Stargirl, quella che suonava l'ukulele per cantarti buon compleanno tra i tavoli della mensa, quella che aveva gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto abbagliato dai fari nella notte. Quella che potevi cercare di fissarla come una farfalla con gli spilli, ma lei sarebbe volata via. Quella.
Ecco, quello Spinelli lì. La storia che costruisce ha un'impalcatura perfetta. Si tratta di un lungo ricordo degli anni dell'infanzia da parte di Cammie, alla fine degli anni Cinquanta, quando essere bambini era un'altra cosa, una libertà e un'autonomia oggi quasi impensabili, che termina, lei ormai cresciuta, con uno straordinario svelamento che nessuno, neanche lei, si sarebbe mai aspettato.
Così il lettore ripercorre a ritroso l'intera vicenda per 'rimettere le cose finalmente a loro giusto posto'.
Accanto a un plot perfetto, Spinelli sfodera sulla pagina un'altra serie di qualità che gli vanno riconosciute e che rendono La figlia del guardiano un libro raro. Prima di tutto l'idea strepitosa del contesto. Tutto si svolge all'interno di una fortezza medievale con torri e cammini di ronda che, al suo interno, diventa casa, voliera, e nello stesso tempo continua a essere carcere e a contenere assassini della peggior specie. Un ulteriore e meraviglioso cortocircuito per chi legge. Un 'gancio' che utilizza per ragionare sul dentro e sul fuori, su cosa sia la normalità e cosa sia l'esotico, il proibito, il vietato. Sulla libertà e sulla costrizione. In particolare sulle contraddizioni dell'America, ma a ben vedere dell'intera umanità.
E a tal proposito non si può non sottolineare la sua, di Spinelli, capacità di introspezione, la sua sensibilità umana con cui crea i personaggi, li differenzia, li rende complessi, unici, ne costruisce le reciproche relazioni, ne racconta il loro spessore umano, ne esplora le molte contraddizioni, gli concede la libertà di custodire i propri segreti, ne testimonia il difficile percorso verso l'autonomia. Senza mai giudicare, senza mai farsi avanti, prendendoli per mano. Un'umanità densa, fatta di luce e ombra. Inevitabilmente i personaggi (o forse dovremmo dire meglio, le persone?) entrano nel cuore di chi legge.
Nella voliera con Boo Boo non c'è solo Cammie, ci siamo tutti.
E ancora, la qualità della scrittura che trova in Manuela Salvi la perfetta voce italiana. Asciutta, diretta. Non potrebbe essere migliore di così.
E ancora Spinelli ci offre un ulteriore ritratto di adolescente alle prese con un problema di non facile soluzione. Ed è ancora un ritratto femminile di una ragazzina che, a guardarsi indietro, ammette: non ero felice in quegli anni. Crescere, lo avranno già scritto milioni di volte, non è una roba da ridere.

Carla

domenica 25 febbraio 2018


QUATTRO QUARTI


La mia vita è stata invasa dai limoni. Mi arrivano da un albero che cresce nel giardino dei miei capi e che quest'anno ne sta producendo una gran quantità.
A colpi di 7 limoni 7 da smaltire.
Per prima cosa le scorze, con il succo si fa il budino, ma ne avanza sempre qualcuno e cercando un dolcino che contenga non gocce di succo, ma la spremitura di almeno un limone incappo nella torta bretone Quatre quarts.
La Bretagna è la patria del burro:  nessuna torta bretone può essere cattiva.
Ed ecco la facilissima ricetta.
Pesate 3 uova con guscio e tutto: il loro peso stabilirà la quantità di farina e di zucchero e di burro salato necessari per l'impasto.

Ingredienti
3 uova (circa 200 gr)
200 gr. farina 00
200 gr di zucchero
200 gr. burro salato
7 gr di lievito
il succo di un limone
zucchero a velo.

Dividete gli albumi dai tuorli. Usando la frusta elettrica, montate lo zucchero con i tuorli fino a ottenere un composto morbido.
A questo aggiungete il burro fuso tiepido (non deve essere caldo) e continuate a montare.
Quindi continuate a montare anche con il succo del limone.
Quindi aggiungete la farina che avrete setacciato e mescolato al lievito e montate.
Separatamente montate a neve gli albumi e incorporateli all'altro composto con grande delicatezza e poco per volta, girando il cucchiaio dal basso in alto.
Ungete e infarinate uno stampo da plum cake piccolo e versate il composto che cuocerete nel forno a 170° fino a che non diventa dorata (la prova regina è lo stecchino asciutto), circa 40/45 minuti.
Fate raffreddare prima di metterlo in un piatto e quindi spolveratelo con lo zucchero a velo.




 Nel frattempo, sceglietevi un bel film che avete proprio voglia di rivedere (The big Lebowski), mettete su l'acqua per la tisana della malga. Preparate la tisana, prendete un plaid e una prima fettina di quatre quarts, ormai tiepida, e dal divano (la poltrona la pippi l'ha già occupata) godetevi uno dei migliori trip di Joel Cohen con il profumo di burro che vi avvolge.
Nulla di male potrà succedervi.


Carla

venerdì 23 febbraio 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


L'ANNO DEL CONIGLIO

L'orto di Simone, Rocío Alejandro (trad. Emma Vaccaro)
Kalandraka 2017


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Finalmente è arrivata la primavera! Simone, come ogni anno, si preparava a seminare le sue carote. Per prima cosa recintò l'orto. Poi preparò la terra, cercò i semi e li sparse. Si prese gran cura delle piantine, che pian piano crescevano. Diversi giorni dopo... le carote erano pronte per essere raccolte."

E ora che il lavoro pesante è tutto alle spalle, compare il primo collaboratore non richiesto. Paolo, appena arrivato, si offre volontario per la raccolta e mentre è lì che sgranocchia la prima carota suggerisce a Simone, piuttosto contrariato, di piantare anche la lattuga. Come se non bastasse, arriva Cora che suggerisce la coltivazione dei pomodori. E ognuno che passa dice la sua, e si dà da fare per ampliare il piccolo orto di Simone. Melanzane, mais, fragole e il gruppo di 'contadini' cresce almeno quanto il terreno messo a fruttare. 


Ormai sono tutti lì, galline, caprette e maiali a zappare e annaffiare: l'unico che è scomparso è proprio Simone.
Sorge spontaneo il dubbio che si sia arrabbiato dell'intrusione a tal punto da andarsene altrove.
Ma quanto può resistere un coniglio lontano dalle sue carote?

Partito da un'idea 'germogliata' guardando gli orti comuni nel suo quartiere e costruito su uno schema semplice che gioca su successive entrate che si vanno ad addizionare l'una sull'altra in modo sostanzialmente analogo, questo libro color guscio d'uovo di Rocío Alejandro ha una serie di meriti.
Se una lettura superficiale potrebbe suggerire il paragone con libri decisamente migliori sotto il profilo del disegno e della qualità del testo, come per esempio Zuppa di sasso, che ha sostanzialmente la medesima struttura, ciò nonostante L'orto di Simone nasconde piccoli dettagli che lo rendono interessante.


Il primo dei quali, proprio con il segno ha a che fare. Fin dalla prima occasione Rocío Alejandro sfrutta l'idea della superficie della pagina come superficie coltivabile. Per cui, con un azzardo prospettico, si vede crescere la recinzione come se fosse cornice del foglio. E ancora nella parte centrale del foglio, con rigore maniacale le piantine si dispongono lungo linee precise che di fatto 'quadrettano' il foglio. Come se ancora non fosse sufficiente a ribadire l'effetto geometrico, i solchi del dissodare e del sarchiare la terra hanno l'aspetto di una carta millimetrata. Le carote in bell'ordine, le lattughe, i germogli di mais e le piantine di fragole sono tutti elementi che contribuiscono a dare dell'agricoltura amatoriale un'idea piuttosto geometrica. Come effettivamente ogni buon contadino potrebbe confermare.
Anche il secondo merito riguarda il disegno, o forse sarebbe più corretto dire la stampa. Difatti Rocío Alejandro ha lavorato qui con la stampigliatura di timbri colorati, che si autodenuncia nella inevitabile sovrapposizione cromatica di alcune forme. Usando solo due colori, il nero (nelle sue sfumature fino al grigio) e l'arancio (in onore delle carote), lei costruisce timbri ad hoc per ogni singolo elemento: un timbro per l'insalata, uno per per le gocce d'acqua, uno per i germogli di mais, uno per le carote e uno per le loro foglie. E via andare fino a conquistare la doppia pagina e anche di più. Un lavoro minuzioso e certosino che però crea un effetto straniante e allo stesso tempo piacevole per lo sguardo. Così come avviene nella storia raccontata a parole, così avviene nel riempimento della pagina che, sul finale, raggiunge l'effetto di una vera e propria tessitura con diversi pattern a carattere vegetale che solo a una attenta osservazione riprendono la loro forma concreta: le nascenti pannocchie di mais o le tondeggianti melanzane. E qui subentra il terzo dettaglio interessante: tanto più stilizzate sono le forme, tanto più leggibili continuano a essere. Evidente risultato di un ragionamento sull'essenza formale di oggetti e animali.


Ben meritato il Premio Internazionale Compostela 2017.

Carla

mercoledì 21 febbraio 2018

FAMMI UNA DOMANDA!


MA COME STANNO IN PIEDI?


I libri-gioco con kit di costruzioni per montare gli oggetti più disparati sono piuttosto frequenti e costituiscono il bene-rifugio per quei nonni che non sanno cosa regalare al nipotino che non legge.
Sono spesso degli ottimi libri, ben strutturati e guidati da idee costruttive interessanti.
Fra quelli arrivati in libreria per lo scorso finale di stagione, uno mi ha colpito in modo particolare, per l'originalità della proposta: Costruisci le tue mega strutture e scopri come funzionano, pubblicato da Editoriale Scienza.
Il libro, costituito da un fascicolo di spiegazioni e da un kit di montaggio stile meccano, è opera di Ian Graham per i testi e Ian Murray per le immagini ed è stato pubblicato in origine dalla Quarto Publishing, uno dei giganti dell'editoria anglosassone.

 
Cos'ha di particolare questo libro? Intanto l'argomento: non è frequente, infatti, imbattersi in testi in cui vengono spiegati i principi fisici che stanno alla base di importanti elementi architettonici o di edifici: dalle colonne agli archi, dai ponti alla ruota panoramica, riusciamo a capire come fanno a stare in piedi edifici monumentali e costruzioni ardite. E qui sta la seconda particolarità del libro: infatti non si limita a illustrare i modellini che poi dovranno essere montati, ma ne spiega la base scientifica. 


Con illustrazioni molto chiare e un linguaggio sintetico, si spiegano i principi fisici che consentono agli edifici sostenuti da archi o colonne a stare in piedi; si comprendono le modalità di costruzione dei diversi tipi di ponti; si confrontano torri e grattacieli, per poi cimentarsi a ricostruirli con l'agile meccano in cartoncino presente nella confezione.
E così il giovane o la giovane architetto si troveranno a misurarsi, muniti di una certa consapevolezza, con edifici quali la Torre Eiffel di Parigi o il Golden Gate di San Francisco.


E questa mi sembra davvero un'interessante innovazione, che fa del gioco, e di uno dei giochi più classici, quello delle costruzioni, uno strumento vivo di conoscenza.
Molti complimenti agli autori e ancora una volta un sentito ringraziamento a Editoriale Scienza, che traduce per noi il meglio della produzione editoriale in materia di divulgazione.
Anche in questo caso, troviamo nel terreno del no-fiction esempi interessanti di libri ben pensati e ben confezionati, dal linguaggio chiaro e dai contenuti attendibili, curati nella veste grafica e nell'impaginazione.



Da proporre a ragazzine e ragazzini dai nove ai novantanove anni.

Eleonora

“Costruisci le tue mega strutture e scopri come funzionano”, I. Graham e I. Murray, Editoriale Scienza 2017


lunedì 19 febbraio 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


MOBILITAZIONE GENERALE!

Il lupo è ritornato!, Geoffroy de Pennart (trad. Tanguy Babled)
Babalibri 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Stasera il signor Coniglio ha paura di andare a dormire. Ha appena letto sul giornale una notizia terrificante...IL LUPO È RITORNATO!
Il signor Coniglio corre a chiudere la porta a doppia mandata, quando, all'improvviso: 'TOC! TOC! TOC!' 'Oh, accipicchia! È IL LUPO!'"


Dietro la porta ci sono i Tre Porcellini che, spaventati anche loro dalla notizia, cercano rifugio a casa Coniglio. E così adesso sono in quattro a farsi compagnia. Ma alla porta c'è di nuovo qualcuno che bussa. Lupo? No. È la signora Capra con i suoi sette capretti. Dentro anche loro. Passa poco che di nuovo tre tocchi alla porta ed è Agnellino. A seguire, Pierino, Cappuccetto.
Nel frattempo nella casa ospitale di Coniglio si muovono, fanno, brigano per allestire una cena ben 15 convitati e un'oca che arrivata con Pierino.
Tutti, o quasi, sono seduti intorno al tavolo quando la porta rimbomba per tre colpi ben assestati. È lui e ha molto molta fame. Per quanto in forma possa essere, cosa può un solo lupo contro una squadra compatta?


Ha solo una possibilità: sedersi a tavola con loro e mangiare quel che c'è in tavola di già cucinato.

Possono essere diversi i fattori che concorrono a fare di un albo illustrato, qualcosa di più di una storia raccontata con parole e figure.
In questo caso i fattori che rendono speciale Il lupo è ritornato sono sostanzialmente due: il ritmo comico e la vena ironica che diventa parodia.
Sebbene siano due elementi che portano entrambi alla risata, si muovono in direzioni molto diverse.
Il ritmo comico si basa su un meccanismo di assoluta semplicità, ovvero la ripetizione 'in crescendo' di un medesimo schema narrativo. Da uno che ha paura si passa a quattro, poi a dodici e così via. Il comico crea rumore, crea confusione. E noi ridiamo come davanti a un film di Stanlio e Ollio.


La vena ironica invece lavora in sordina, sui piccoli dettagli, con un registro tutto diverso, fatto di ammiccamenti e sottili riletture in parodia del nostro vivere quotidiano.
Il registro comico fa ridere i bambini, l'ironia e la parodia piace ai più grandi.
E non a caso l'aspetto comico di questa storia ha prodotto un esilarante spettacolo teatrale che in Francia ha sbancato. In quella griglia così semplice che vede, via via, tutti i personaggi delle fiabe affastellarsi in un unico contenitore, la casa del signor Coniglio, in preda a una paura sempre crescente, non è stato difficile inserirci ritornelli canori e gag comiche e il giovane pubblico a teatro si sbellica.
Contemporaneamente però i grandi possono apprezzare la carta da parati, certe raffinatezze dell'abbigliamento (la paglietta con i fori per le orecchie; la giacca di montone dell'agnellino, il gilet del padrone di casa in stile con la tappezzeria) e su tutti svettano i molti titoli dei quotidiani che tutti i protagonisti portano con sé (bravò al titolista).
Geoffroy de Pennart, autore di alto rango, che in Italia nel catalogo di Babalibri ha già pubblicato Sofia la mucca musicista e due storie di Giorgio il drago (La principessa, il drago e il prode cavaliere, 2010; Giorgio, il drago geloso, 2011) dimostra di avere una predilezione per i lupi (un po' come Ponti per i pulcini) e per la rilettura in chiave umoristica e parodistica della fiaba classica (un po' come Bachelet con i suoi struzzi). 


La sua storia di autore completo nasce con questo libro, nel 1994, quando la sua editor (Kaléidoskope), dopo il successo della Regina delle api dei Grimm (1992) lo sprona a trovare in se stesso la necessaria tensione narrativa. Se tensione deve essere, che lo sia davvero e quindi de Pennart immagina una situazione di stress totale: mobilitazione generale, il paese è entrato in guerra! (agli alieni aveva già pensato Orson Wells), ma essendo un libro per bambini spetta al signor Coniglio l'essere agitato per un altro pericolo imminente, il ritorno del Lupo.
Al suo fianco schiera in bell'ordine personaggi delle fiabe classiche, che a turno abiteranno i suoi bellissimi albi. E che lui stesso oggi considera parte della sua famiglia.


Carla

Noterella al margine
Sarebbe fantastico se nel catalogo Babalibri arrivassero titoli come Cambouis o Mensonges o ancora Il faut délivrer Gaspard...


venerdì 16 febbraio 2018

ECCEZION FATTA!


Qui di seguito una breve mappa ragionata per orientarsi nel panorama dei libri significativi che possono diventare biblioteca di base per coloro che desiderino costruirsi e costruire lettori

LEGGERE PER DIVENTARE GRANDI
Corso di formazione per insegnanti, bibliotecari, operatori 



fascia di interesse anni 11-14+

Premessa
La seguente è una selezione molto parziale che comprende al suo interno non necessariamente i libri migliori, ma quelli che di più si prestano ad aprire un dialogo su alcuni temi-chiave interessanti per giovani lettori in crescita.



L'EROE
La sua centralità è evidente e il tema può essere articolato uscendo dai clichet commerciali

Il CATTIVO, CON O SENZA REDENZIONE
E' il perfetto contrario dell'eroe, il personaggio negativo che incarna il Male e talvolta lo combatte.


  • Il grido del lupo, Melvin Burgess, Equilibri 2017

  • Le lacrime dell'assassino, Anne-Laure Bondoux, edizioni San Paolo 2008

  •  Il nido, Kenneth Oppel, Rizzoli 2016

LA LEGGEREZZA, OVVERO SEMPLIFICARE SENZA BANALIZZARE
Spesso si discute con i genitori sull'opportunità di proporre tematiche 'difficili' ai ragazzi.
Raccontare la vita come è, quindi complicata, difficile, contraddittoria, senza sconfinare nel dramma.



IL PASSATO
Spiegare il presente, nella dimensione individuale, attraverso il passato, rivelandone l'essenza.



IL PRESENTE
Parlare dell'attualità senza retorica e senza essere didascalici è possibile.


  • Mediterraneo, Armin Greder, Orecchio Acerbo 2017

  • I fantasmi di Portopalo, Giovanni Maria Bellu, Mondadori 2007

  • Erano solo ragazzi in cammino, Dave Eggers, Mondadori 2008

L'AVVENTURA
E' un genere quasi dimenticato dagli scrittori contemporanei, ma alcuni esempi di qualità sopravvivono.



L'AMORE
Libertà dalla banalità commerciale e dallo stereotipo per ragionare intorno all'amore nelle sue varie declinazioni.



IL FANTASY E IL FANTASTICO

 
  • libro della Polvere, Philip Pullman, Salani 2017

  • The Stone, Guido Sgardoli, Piemme 2017 

  • Le avventure di Jacques Papier, Michelle Cuevas, De Agostini 2016
     
  • Tobia. Un millimetro e mezzo di coraggio, Timothee de Fombelle, Edizioni San Paolo 2010.