Che magnifica giornata! Philip Waechter (trad. Anna Patrucco Becchi)
Babalibri 2022
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Spesso un libro avvincente o un po’ di ginnastica aiutano a scacciare via la noia.
Ma se nessuna delle due cose funziona, e magari si aggiunge anche un po’ di malinconia,
allora non resta che preparare una bella torta di mele. Ed è proprio quello che ha intenzione
di fare Procione che, però, si accorge di non avere le uova.'Faccio un salto da Volpe' pensa allora Procione. 'Lei di sicuro avrà delle uova, perché ha le galline.'"
Così si avvia per andare da Volpe che nel frattempo è arrampicata su una sedia che è a sua volta su una cassetta di legno che è a sua volta sul tavolo, perché non avendo una scala a disposizione per riparare il buco sul tetto, sta cercando di arrangiarsi. Ma la scala dovrebbe averla Tasso che, effettivamente, ha parecchie cose in casa. Forse anche troppe...
Così Volpe e Procione partono per andare da lui. Arrivati, lo trovano impelagato in un cruciverba che non gli riesce.
Forse Orso saprebbe cosa corrisponde alla definizione: bevanda alcolica a base di miele... Non resta che andare da lui. Quindi adesso sono in tre gli amici che camminano nel bosco. Orso però non è casa, ma a pescare. Che importa? Si prosegue, perché stare in compagnia è la cosa più bella che ci sia.
Secondo uno schema classico che si ripete in fiabe e racconti popolari, Waechter costruisce la sua storia per accumulazione: con lo scorrere del tempo, personaggio si aggiunge personaggio e cose da fare a cose da fare.
Tutto in un contesto campestre, tra boschi, radure e ruscelli e cespugli di more.
Dopo la pesca, secondo varie tecniche, arriva il bagno rinfrescante dei cinque amici.
Poi, quando ormai nulla è andato come doveva andare, secondo il medesimo canone, Waechter li rimette tutti sul il percorso di ritorno, durante il quale - a ritroso - tutto si risolve: Volpe rimedia la scala, insieme aggiustano il tetto, Procione ottiene le uova e finalmente può fare la fatidica torta di mele, anzi due! Che tutti insieme gusteranno sul calare del sole di questa magnifica giornata.
Se la storia fosse fatta solo di questo, sarebbe una storiellina carina, magari particolarmente adatta, proprio in virtù di questo meccanismo di personaggi che si aggiungono via via, ai bambini più piccoli. Ma niente di più.
La differenza, come sempre, la fanno le piccole cose.
Accade questo: durante la lettura che scorre baldanzosa, almento quanto i piccoli personaggi lungo i sentieri, cominciano a tintinnare nella nostra testa piccoli campanellini, che, uno dopo l'altro, vanno a comporre una sorta di impercettibile musica di accompagnamento che rende tutto magicamente coinvolgente e molto, molto piacevole.
Per chiarezza, il fatto che Volpe sia quella che ha le uova, perché alleva galline, è un campanellino che suona. Impossibile non notarlo.
Il fatto che Tasso sia un potenziale accumulatore seriale, vibra nella nostra testa almeno altrettanto.
Così come tintinna il fatto che la definizione del cruciverba non sia immediata e richieda uno scarto di pensiero: una seppur piccola pausa di riflessione.
Per non parlare di come tintinnano le tecniche di pesca del persico (che bello che lo si chiami persico e non pesce... din din din) - dallo spinner all'infingardissimo Wobbler - che in assoluta scioltezza Procione elenca al povero Orso seduto che solo di pazienza e verme (inadatto) sembra essersi provvisto.
Suona, din din din, anche la soluzione del cruciverba che, come aveva previsto Volpe, Orso sa risolvere (lo vediamo nel disegno, ma non lo sentiamo nel testo, mentre dà la soluzione a Tasso).
Musica per le orecchie è anche il dettaglio di un verbo che si ripete, silenzioso (!): pensare. Nell'ordine il Procione pensa che sia bello passeggiare con Volpe che a sua volta pensa che sia bello un picnic con Procione e Tasso che a sua volta pensa che sia bello arrampicarsi con gli altri. E poi anche Corvo pensa che sia bello pescare con loro, e infine Orso pensa che sia bello nuotare assieme ai suddetti.
Nessuno di loro lo dichiara o lo comunica: semplicemente accade; tutti infatti hanno fatto un loro pensiero sugli altri e sulla bellezza che c'è nel fare talvolta le cose in compagnia.
Ma ancora più bello è notare che ciascuno di loro è unico a suo modo. Eppure nell'essere così diversi sono allo stesso tempo così accoglienti l'un con l'altro.
Per come li concepisce, racconta e disegna Waechter, con intelligenza e sensibilità, siamo di fronte a un repertorio piuttosto variegato di caratteri: da chi è paziente a chi è invece frettoloso, c'è chi è ordinato e chi ama vivere nel caos; c'è chi sa un sacco di cose e chi invece vive spensierato. Una padronanza del disegno e del ritmo narrativo per immagini decisamente notevole. Un gusto per il dettaglio che farà la gioia di molti.
Beh, che bellezza.
Ecco, forse è proprio in questa armonia diffusa (tanto nel disegno quanto nel testo), in questa attenzione al dettaglio e in questo suono di campanelli che ci mantiene sempre attenti, in questa capacità di dire, senza dire, che durante la lettura si percepisce una autentica sensazione di libertà di pensiero, nell'assoluta mancanza di qualsiasi retorica e ridondanza.
La differenza tra lo scrivere (e il disegnare) punto e lo scrivere (e il disegnare) per.
Amaramente, non resta che constatare che di Philip Waechter (come anche del suo enorme padre) ce ne sia troppo poco in Italia...
Beh, che peccato.
Carla