TENERE LA LUCE ACCESA
I sette letti di
Ghiro, Susanna Isern, Marco Somà
(trad. Giulia Di Filippo)
NubeOcho 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Coniglio fu il
primo ad accorgersene. Si alzò con un salto al primo raggio di sole
e corse a prepararsi la colazione. Nella serra delle carote trovò
il piccolo Ghiro che dormiva tranquillo. "Ghiro! Mi hai fatto
prendere un bello spavento! Che ci fai qui?' 'Scusa Coniglio!
Stanotte non riuscivo a dormire e ho deciso di provare un altro
letto.'"
Il
giorno dopo capita a Passerotto che se lo trova nel cassetto delle
cravatte. Alla consueta domanda, Ghiro risponde sempre allo stesso
modo. Cervo lo trova annidato nel suo palco di corna. Va da Orso, da
Tartaruga, dal topo e dallo scoiattolo. E ogni notte si trova un
rifugio diverso, ma la risposta non cambia. Gli animali di Bosco
Verde - dove regna l'armonia - sono un po' infastiditi di questo
ospite notturno inaspettato e quindi, dopo una riunione, decidono di
parlargli chiaro: rimani a dormire nel tuo letto, per favore!
Il
risultato è prevedibile: il Ghiro cambia bosco e, incauto, si ficca
a dormire nel calzino di un lupo. Pericolo imminente se non fosse che
qualcuno in quel bosco ha capito che il vero problema di Ghiro non è
la scomodità del proprio letto ma la 'scomodità' di dormire da
solo...E siccome a Bosco Verde sono tutti buoni, partono in squadra
per metterlo in salvo e decidono di prenderselo in carico una notte
per uno, fino al momento in cui qualcuno ancora un po' più piccolo
del Ghiro gli si mette ai piedi del letto.
Solo
chi la paura l'ha provata, può capirla negli altri.
Date
a Marco Somà una trama semplice, preferibilmente costruita per
addizione, che contenga possibilmente un bosco e che abbia un
intreccio non troppo serrato e un certo numero di personaggi e lui la
attraverserà con il suo repertorio di alberi, di 'case sull'albero',
piene di dettagli e di bestioline vestite di tutto punto. Prenderà
la sua tavolozza di pochi colori preferiti al momento, piuttosto
insoliti (se si esclude Pacheco): dominanti le tinte e mezze tinte
pastello tra i bruni, azzurri, verdi e turchesi, e ne farà un libro
di garbo.
Alcuni
elementi sono veri e propri marchi di fabbrica nel loro ripresentarsi
con coerenza a ogni libro che porta la sua firma.
Gli alberi, per
esempio. Disegnati con una cura maniacale, come se fossero frutto di
un assemblaggio di fascette di legno nel fusto, sostengono chiome
gonfie e disegnate, anche qui in per addizione di centinaia di
foglie, tutte ugualmente profilate nel dettaglio.
Una
ricercatezza estetica che è a un passo dal lezioso, ma sa fermarsi
prima grazie a soluzioni originali e non prive di ironia. In tal
senso disegnare un tronco, ovvero un legno in natura, come se già
fosse un parquet lavorato e messo in opera, è sintomo di un certo
sense of humor.
Accanto
agli alberi, le piante. Spesso, su un fondo lasciato sgombro e quindi
identificabile come un 'altrove' fiabesco, Somà si diverte a esporre
il suo personale 'erbario' ma le utilizza anche come arredo di
interni.
E
quindi si arriva a un'altra costante: l'architettura più volte 'sospesa' e la
cura nel diversificare volumi e coperture, in cui fa vivere gli
animali, i personaggi della storia. E non solo gli uccelli.
Terzo
marchio è l'arredo delle suddette abitazioni. Lampade, moltissime e
bellissime. In questo caso, visto il tema, per lo più accese. Quindi
i parati, i tessuti, le porte, le finestre, le vetrate: tutti
diversi, ma ugualmente allusivi.
E
in questo preciso caso, vanno aggiunti i letti, pieni di cuscini,
intorno a cui tutto ruota.
Un
autore che dimostra tanto gusto per il dettaglio non può rinunciare
a vestire 'alla moda' anche i personaggi: vestaglia a pois per il
coniglio, calzoni scozzesi per il cervo, bretelle per il carapace
della tartaruga.
Non
è dato sapere quanto tutto questo attraversi la testa e gli occhi
dei lettori più piccoli lasciando una traccia, ancorché
inconsapevole. Di certo illustrare così tiene vispa e 'accesa' la loro attenzione e la loro curiosità.
E altrettanto
certamente colpisce i grandi, che poi sono quelli che in libreria
hanno l'ultima parola in fatto di scelta.
Che
dire della storia in sé? Semplice, semplice e centrata sulla
questione della paura di dormire da soli. D'istinto mantengo una
certa distanza di sicurezza dai libri che sventolano un tema e anche
da quelli in cui tutto converge troppo rapidamente verso un lieto
fine, tuttavia per I Sette letti di Ghiro
c'è da notare che la costruzione del racconto che si ripete
sostanzialmente invariato, salvo l'entrata in scena di personaggi
sempre diversi, rende la lettura per i più piccoli piacevole. Per
chi è alle prime armi nell'arte dell'ascolto, libri così sono i più
graditi.
Accanto
a questi due motivi di scelta, basati su ragionamenti il più
possibile 'obiettivi', ne esiste un terzo tutto 'emotivo' e
'soggettivo' che ha a che fare con i ghiri in persona. Impossibile
dimenticare il 'ghiro' che ho pensato di nutrire nella cantina della
mia personale 'casa sull'albero' per un intero mese. Ho sperato - e
alla fine creduto - di essere una prescelta dal ghiro stesso e per
questo lo ho premiato, notte dopo notte, con pezzetti di frutta
matura. Durissimo è stato constatare si trattasse invece di coppia di
topini vegani che per tutto il tempo hanno snobbato inspiegabilmente
il formaggio per nutrirsi di soli meloni e pesche succose.
Carla
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