LUCI E OMBRE
La fine
dell'anno è alle porte, e possiamo archiviare anche questa stagione
commerciale, fra soddisfazioni, incertezze e qualche perplessità.
Una luce chiara e fortissima ci mostra, almeno nell'ambito ristretto
a me noto, una costante crescita delle vendite per quel che riguarda
il settore editoriale dedicato a bambini e ragazzi; e, cosa ancor più
rilevante, una crescita anche nei confronti dei prodotti che in
questi anni si sono affiancati ai libri, settore che attrae
l'interesse di molti librai. Dunque il libro tiene, il classico libro
cartaceo, quello con cui sono cresciuta. E di questo mi compiaccio.
Anche la qualità dei libri venduti sale: nella classifica di vendite
nella fascia 6-14 anni, nella nostra libreria a dicembre vince alla
grande Sepulveda, ed è il secondo in termini assoluti nelle vendite,
con la sua Storia dei un cane che insegnò a un bambino la
fedeltà, seguito dall'ultimo Diario di una schiappa.
Portatemi a casa!, che comincia a perdere un po' del suo smalto.
Il
terzo è, incredibilmente, Cuori di Waffel, ovvero non una
novità di quest'anno. E fra i primi dieci compare anche Tutto può
cambiare, una bella storia presentata dalla Giunti direttamente
in edizione tascabile. E poi, come sempre, anche topi glitterati e
guerre stellari in tutte le salse. Ma a Natale è fisiologico. Anche
nei libri per i più piccoli vince un libro che non è affatto una
novità, Un libro, di Tullet, e poi tanti titoli di Nathalie
Choux, pubblicati da Gallucci.
Dunque
vince soprattutto il cosiddetto 'catalogo', quell'insieme di titoli,
che alcuni librai detestano, che costituiscono l'anima di una
libreria: il senso delle scelte, delle selezioni, delle proposte, a
prescindere dalla data di pubblicazione, viene messo alla prova e
premiato da quei tanti lettori e lettrici che cercano proprio il
'consiglio' del libraio. Vincono i buoni libri, quelli le cui vendite
crescono con il passaparola e con il contagio positivo da un lettore
a un altro.
Se
tutto questo è positivo, vedo però un elemento di criticità,
quest'anno, nell'ambito dei libri illustrati, meno capaci, rispetto
all'anno passato, di convincere il nostro pubblico: soffrono le
seconde prove, da Lindbergh a Mole town, da Mappe
a Sottoterra sott'acqua. I libri della coppia Mizielinsky
hanno comunque una marcia in più e funzionano efficacemente nel
lungo periodo. Nello stesso modo è andato molto bene un altro libro
'vecchio', Zoottica, mentre le pur valide novità di
quest'anno si sono attestate su valori non elevatissimi.
Non
sono in grado di dire se questa preferenza data alla narrativa,
rispetto all'albo illustrato, esprima una tendenza o solo una
momentanea distrazione dovuta forse ad un'offerta non abbastanza
convincente. Più e più volte abbiamo proposto albi e gli sono stati
preferiti altre tipologie di libri.
Anche
il vasto mondo dell'editoria per ragazzi sta cambiando: diversi
editori della piccola e media editoria, la cui produzione ha
letteralmente colmato dei vuoti nella proposta editoriale, sono
cresciuti in modo considerevole. Altri si consolidano sempre di più,
non potendo più essere considerati editori 'piccoli'. Altri ancora
si concentrano su specifiche fasce d'età, con una proposta anche
eccessiva. E c'è chi resta inchiodato nella sua posizione 'di
nicchia'. Il che è più che legittimo, se non ci fossero poi delle
aspettative rispetto alla vendita.
Dunque,
una certa stanchezza nei confronti dell'albo illustrato, in un
mercato, quello romano, che già non brillava da questo punto di
vista.
E se
vogliamo parlare di ombre, non posso che chiudere pensando proprio
alle librerie romane: come molti e molte sanno, un'intera catena di
librerie indipendenti è a rischio di chiusura e quest'eventualità
segnerebbe l'ulteriore impoverimento di una 'piazza' già in grande
sofferenza. Non ha senso ricordare quante piccole librerie,
specializzate o no, hanno già chiuso e come le nuove aperture o la
crescita qua e là di alcuni punti vendita non compensi minimamente
quello che si è perduto. Roma è una città non molto amica dei
libri, non è molto amica dei lettori e delle lettrici, delle
biblioteche e dei bibliotecari. Fatico a pensare che possa definirsi
amica di bambine e bambini.
Il declino si vede anche da questo.
Eleonora