LA GENEROSITA' NON SI INSEGNA
Il Natale più bello,
Klaus Kordon, Jasmin Shäfer, (trad. Anna Becchi)
San Paolo Edizioni 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"C'era una volta, tanto tempo
fa, un bambino di nome Andreas che viveva in un villaggio molto
povero. Soltanto di rado riusciva ad avere la pancia piena e spesso
d'inverno gli toccava patire il freddo. E lo stesso valeva per i suoi
fratellini, Anna e Paul.
Un giorno, in prossimità del
Natale, Andreas decise di esprimere un desiderio, quello di essere più
fortunato."
Il vecchio Hinnerk
gli suggerisce di scrivere il suo desiderio sulla neve fresca durante
la quarta domenica dell'Avvento alle quattro del mattino in punto. Il
consiglio ha il tono della magia e al piccolo Andreas le magie fanno
paura...
Eppure in quella
famosa notte, dopo giorni e settimane di secco, nevica
abbondantemente e il piccolo, scivolando nei vestiti, esce a scrivere
sulla neve fresca le seguenti parole: PIU' FORTUNA e più in basso
firma con il nome ANDREAS.
Arriva la notte di
Natale e alla sua porta bussa uno sconosciuto signore che pare abbia
tutte le intenzioni di dare ad Andreas un po' della sua fortuna. Un
sacchetto per non dover più patire la fame, uno per non patire più
il freddo. Sul tavolo però mette anche un terzo sacchetto con
l'esplicita condizione che sia utilizzato in un modo soddisfacente
per lo sconosciuto. Se così sarà ogni anno lui ritornerà e gli
regalerà un sacchetto analogo. Per tutto un anno Andreas ha tempo di
pensare come meglio impiegare quel gruzzolo e alla fine la scelta si
concentra su un qualcosa che duri nel tempo e quindi sull'acquisto di
un fazzolettino di terra da coltivare: patate, rape, bietole e un po'
di frumento.
Allo scadere dell'anno lo sconosciuto torna e considera
la scelta di Andreas un passo avanti nelle direzione giusta, ma è
ancora poco. Nuove monete e nuova terra, e anche del bestiame. Allo
scoccare dell'anno lo sconosciuto, arrivato dal nulla, se ne compiace
ma non è ancora abbastanza. Così di anno in anno, i possedimenti
della famiglia di Andreas aumentano, ma l'adagio dello sconosciuto
non varia. In cerca di consiglio, il piccolo Andreas capisce che la
risposta la deve trovare in se stesso.
E quando una notte gelida vede
una bimbetta che è in cerca di qualcosa, ricorda e capisce. Capisce
che la fortuna va spartita, altrimenti non sarà mai vera fortuna...
Lontano dalla
diffusa e facile retorica che di questi tempi finisce sulle pagine
dei libri per bambini a tema natalizio, Il Natale più bello,
racconta una grande verità e lo fa al di là della circostanza
contingente che ci vorrebbe tutti più bravi e tutti più buoni,
almeno per dicembre, ovvero un mese all'anno.
Mettere in
condivisione ciò che si ha, separarsi da ciò che si possiede e
offrirlo a chi ne ha bisogno è un piacere che va in una direzione
opposta e contraria a quello che sembra il comune sentire. In fatto
di fortuna, l'essere generosi e inclusivi non è pratica diffusa.
Parlarne e scriverne, costruirci sopra un racconto sembra addirittura
fuori moda.
Come capita
talvolta nella letteratura e nell'illustrazione per ragazzi di
matrice tedesca, anche in questo racconto natalizio di Kordon e
Shäfer ci si trova di fronte a storie forse un po' troppo
didascaliche, ma la cui sostanza, in altre parole il nucleo di senso,
è condivisibile, in tutto e per tutto.
Tento di riassumere
per sommi capi.
Il bambino è in
cerca di fortuna, come esige la più nobile tradizione del romanzo di
formazione ottocentesco, e sperimenta, attraverso un lungo processo
di elaborazione dei fatti, una via che lo porti ad essere finalmente
felice e pacificato con se stesso e con gli altri. E, giustamente,
viene lasciato da solo, di fronte alla prova.
La generosità non
è qualcosa che si possa insegnare ed è per questo che tutti i saggi
della storia si guardano bene dal dare consigli, o suggerire
soluzioni e scorciatoie al quel ragazzino in crescita.
Nella vita,
l'empatia può essere risolutiva per costruire una buona relazione
con l'altro.
Un pezzetto di
terra dà agli uomini e alle donne la consapevolezza di esistere e di
essere capaci di mettere radici e di non essere, quindi, troppo
effimeri...
Carla
Nessun commento:
Posta un commento