lunedì 31 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LIBRI AD ANGOLO PIATTO

SCHIZZO IN CITTA',  Joëlle Jolivet, Jean-Luc Fromental
Il Castoro, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)


Non vedo finestre di alluminio anodizzato, non vedo intonaci scrostati, neppure scritte sui muri, non vedo cacche di cani agli angoli delle strade, non vedo motorini parcheggiati sul marciapiede (in verità uno ce n'è. Sta a voi trovarlo...), non vedo cartacce sull'asfalto e neppure cassonetti accartocciati (in verità non vedo proprio i cassonetti), non vedo macchine parcheggiate in seconda fila...
Non vedo la grande città in cui vivo ma una grande città in cui mi piacerebbe vivere: c'è il mare con un grande porto in attività e un litorale che si rivela un paradiso per me che amo il pesce. Un centro cittadino pieno di tutto ciò che occorre: un teatro, un cinema, un panificio, una libreria, un ristorante, qualche monumento, i Grandi Magazzini, un negozio che vende scarpe (irrinunciabile), vari angoli verdi abitati da ragazzini. Non manca la stazione, la banca, la scuola e neppure l'ospedale o la caserma dei pompieri, l'ufficio postale, un cimitero sullo sfondo. La città lentamente, con il girare delle pagine, si allontana e si trasforma in una periferia tranquilla e verde con casette, panni stesi e orti rigogliosi. Questo è quello che si vede nell'ultimo libro di Joëlle Jolivet e Jean-Luc Fromental, Schizzo in città (Il Castoro: www.castoro-on-line.it)
Questa coloratissima, pulitissima, vivacissima bellissima città è attraversata in lungo e in largo dal camioncino rosso di Schizzo, il camioncino delle consegne. Infatti Schizzo ha un lungo elenco di oggetti che deve recapitare ai quattro angoli della città e noi lettori possiamo seguirlo e aiutarlo a non sbagliare a consegnare la bilancia in un teatro e una chitarra all'ospedale.
Joëlle Jolivet ha creato queste grandi e vivaci vedute di una città a due dimensioni e Jean-Luc Fromental ha nascosto altrettanto vivaci indovinelli in rima sotto le alette che, di norma due per pagina, si possono sollevare per poter indovinare quale oggetto sia lì da portare (la rima è contagiosa).
Per dare ancora più risalto alla bidimensionalità delle grandi tavole, questo libro, a mio giudizio, va aperto ad angolo piatto, possibilmente su un tappeto o su un pavimento caldo e accogliente, poi tutti intorno, da uno a molti lettori, grandi o piccoli, si legge, si guarda, si gioca, ci si ragiona sopra tutti assieme.
E' un libro 'sociale'. Come sociale fu anche l'altro libro della coppia Jolivet- Fromental 365 pinguini, più volte premiato, sempre edito da Il Castoro nel 2006.
Entrambi sono bravissimi a progettare e a realizzare libri fatti per stare assieme. Ed è per questo che li fanno così grandi, perché le teste dei bambini intorno al libro non cozzino l'una con l'altra più del necessario. Quando poi sarà l'ora di riporre questi libroni sugli scaffali della libreria, si troverà un modo di farceli stare e se proprio sono troooppo grandi, lasciamoli pure in giro: sarà solo un bene!

Carla


noterella al margine: perché il nome di Fromental non compare nella copertina del libro? L'unica spiegazione plausibile è che in realtà lui sia l'omino con la maglia a righe e la motoretta verde che sta sopraggiungendo alla bottega della Jolivet...

domenica 30 ottobre 2011

RESISTERE E POI REAGIRE


Resistere e poi reagire, cercando di salvare l'Umano: questo è stato in estrema sintesi il senso delle parole, come al solito, intelligenti e illuminanti che Goffredo Fofi oggi ha pronunciato per introdurre l'opera di Fabian Negrin, uno degli artisti di maggior valore a livello mondiale, esplorato nella sua produzione di libri per ragazzi.
Nell'ambito del salone dell'editoria sociale, alla sua terza edizione, oggi a Roma intorno a un tavolo discutevano, in un incontro dal titolo I BAMBINI NE SANNO PIU' DI NOI, Goffredo Fofi, Emilio Varrà e Fabian Negrin su che cosa significhi creare un libro per ragazzi e su come si possa lavorare sul loro immaginario.
Nell'introduzione dai toni apocalittici, e come potrebbe essere diversamente?, Fofi sostiene che l'unica strategia a tutt'oggi praticabile sia quella di resistere, quindi reagire con l'intento di salvare il nocciolo 'umano' che è riconoscibile ancora nei bambini.
Negrin, chiamato in causa dalla domanda di Varrà riguardo a come lui si ponga di fronte a un pubblico infantile, ci ha fornito spunti di riflessione molto interessanti.
Fondamentale è il suo punto di partenza: i bambini sono altro dagli adulti. Detta così, sembra una banalità, ma non lo è affatto se si segue il ragionamento di Negrin.
Provo a ripercorrerlo: i bambini, al contrario degli adulti, sono portatori di un 'quid' di antico, di primordiale, di vergine, di atavico, di istintivo; sono legati da un filo rosso a quelli che sono stati i primordi dell'umanità, a quel luogo da cui tutto ha avuto origine.
I bambini, nel loro stare al mondo, sono per questa ragione molto più vicini agli animali, alle piante o ai minerali che non agli adulti. I piccoli sono, nel loro essere 'nuovi' al mondo, ancora incorrotti e quindi sempre uguali. Un bambino, in fondo, nasce così da sempre e le sue modalità di conoscere il mondo, di costruirsi un immaginario, fino ad una certa età, sono state, sono e saranno sempre le stesse. Per poter comunicare con loro è fondamentale quindi mantenere sempre teso questo filo rosso che li lega alla natura primordiale dell'umanità.
Io aggiungerei che forse questo quid atavico può corrispondere in qualche misura a quel 'Umano' cui alludeva Fofi.
Nella carrellata fatta su alcuni tra i migliori libri di Negrin sono uscite cose molto interessanti riguardo al recente Chiamatemi Sandokan!. Libro che per Negrin, oltre a essere un suo personale omaggio a Salgari, è la dimostrazione che i libri siamo noi, ovvero noi - nella nostra infanzia, ma non solo - scopriamo attraverso la letteratura chi siamo. Racconta Negrin che ancora oggi lui è convinto che Sandokan sia opera sua e non come si dice in giro, di Salgari. Nella lettura dei bambini c'è identificazione.
Molto diversa è la storia di In bocca al lupo: è un libro nato intorno a 5 tavole che per Negrin dovevano avere il senso di scardinare verità solo apparenti. In questo tipo di prospettiva Negrin è davvero maestro. 
Secondo Negrin quando si crea un albo illustrato occorre lasciare un po' aperta la storia, deve esserci dello spazio 'vuoto' che poi verrà colmato o trasformato dalla seconda componente dell'albo, ovvero il disegno. Così è nato In bocca al lupo. Un albo illustrato è una miscela magica dall'equilibrio perfetto tra due ingredienti. Prendiamo l'esempio della pizza: miscuglio raro tra due ingredienti tra loro molto diversi. Parole e immagini in un albo illustrato sono come acqua e farina che fanno una pizza.
Ulteriormente Negrin ci illumina ancora di più sul suo concetto di albo illustrato. Nel libro deve esistere una sorta di spazio vuoto tra immagine e testo dentro cui si inserisce la testa, il pensiero, l'immaginario del lettore.
Una illustrazione che sia troppo didascalica - e Negrin ne stigmatizza i limiti definendola quasi come una decorazione - è quanto di meno narrativo si possa immaginare. Il disegno per Negrin, al pari del testo, è un modo di pensare.
A tale proposito, ha preso ad esempio l'ultimissimo libro pubblicato in Italia Frida e Diego (la storia di Diego Rivera e Frida Kahlo bambini e del loro viaggio nel mondo dei morti. Eleonora ha preannunciato un suo post in proposito). Si tratta di un suo personale omaggio al Messico, terra da lui molto amata, scritto una decina di anni fa. Negrin ci racconta che in origine si trattava di un racconto molto più lungo che ha tagliato, volendo farne un albo illustrato. Tuttavia, nell'omettere intere sequenze di racconto, esse sono comunque sopravvissute, quasi suo malgrado, nelle immagini superstiti che, in tal modo, portano in sè tanto non detto. Negrin, facendo proprie le parole di Hemingway 'Tutto ciò che si cancella, rimarrà per sempre', fornisce di fatto maggiore complessità all'albo, proprio grazie a tale processo di eliminazione e taglio.
Frida e Diego è pensato come un vero e proprio racconto di formazione. La vicenda dei due bambini nella notte dei Morti in un cimitero, con il successivo rocambolesco viaggio sottoterra tra gli scheletri è di fatto un percorso di formazione per entrambi. Al loro ritorno in superficie nulla è più come prima.
Resta aperta una questione: perché Negrin, che ama definire sé stesso un essere molto antisociale, è chiamato a parlare in questa occasione dove il Sociale è il perno di tutto?
La risposta è facile: sociale è già di per sé l'atto di scrivere e quindi pubblicare un libro.
Sociale è la costante ricerca di qualità e di complessità che mette Negrin in ogni suo libro.
Sociale (perché estremamente onesto e lontano da ogni ipocrisia), ho trovato il suo affermare una certa indifferenza riguardo al tipo di pubblico potenziale destinatario dei suoi libri. Il suo lavoro finisce nel momento che il libro è diventato libro. Chi lo sfoglierà distratto, chi lo leggerà, chi lo amerà o lo odierà? Non è più affar suo!    
Carla
Breve noterella a margine: mentre scorrevano veloci queste due ore di riflessioni sulla letteratura per ragazzi, scorrevano altrettanto veloci le immagini di libri come: In bocca al lupo, Occhiopin, Favole al telefonino, L'ombra e il bagliore, Capitan Omicidio, La vita intorno, Chiamatemi Sandokan!, Frida e Diego. Per chi non lo sapesse, solo questi ultimi tre titoli NON fanno parte del catalogo di Orecchio Acerbo. Seduta accanto a Fausta Orecchio, una delle due orecchie acerbe di Orecchio Acerbo, gongolavo per lei. Ma non l'ho guardata, perché tra timidi si fa così...

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA LUCE DENTRO

LA VOCE DEI COLORI, Jimmy Liao
Edizioni Gruppo Abele, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI, MEDI e GRANDI (dai 5 anni)


"Mi auguro che un giorno un amico reciti per me
una poesia accanto alla finestra al tramonto."


E se vicino alla finestra al tramonto quel mio amico volesse anche sfogliare e leggere questo libro per me e volesse raccontami le immagini, la poesia continuerebbe a girare nell'aria...

Una lunga passeggiata in solitario di una ragazzina attraverso due mondi tra loro comunicanti: il mondo di sopra, aperto, in cui percezioni e sensazioni si susseguono e stimolano desideri, ricordi, fantasie e scenari immaginari e il mondo di sotto, in profondità, artificiale, chiuso e perennemente attraversato da un treno metropolitano.
La ragazzina, con il suo esile bastoncino bianco che sempre la precede, il suo zaino rosso e i suoi occhiali rotondi e blu, è una bambina che sta perdendo la vista. Inizia il suo viaggio verso la cecità entrando, alle sei e cinque di un piovoso giorno di autunno, in un tunnel di una stazione della metropolitana, una metafora che ci aiuta a immaginare cosa significhi la perdita della luce. Eppure in quel tunnel, dopo due rampe in discesa, avvolte nel grigio e nell'ombra da cui escono grandi occhi di rapace, il buio non arriva mai: anzi arrivati al piano dei binari si scatena un vero concerto di forme e colori. Treni affollati di persone, o di personaggi usciti dall'immaginario, o da forme create dalla fantasia sono lo strumento, lo stimolo per questa ragazzina a immaginare, costruire e attraversare mondi di volta in volta diversi, ma assolutamente unici e personalissimi: un labirinto arboreo attraversato da lepri giganti, laghi nebbiosi navigabili sul dorso di un cigno, una corte deserta sui cui si aprono ventidue porte rosse. Dietro una di queste, quella indicata dall'ombra della torre, c'è la stanza dei ricordi di infanzia che, aperta, rivela un vecchio giocattolo perduto dalla bambina, rimpicciolitasi per l'occasione come una novella Alice nel paese delle meraviglie.
Ecco: un paese, una terra, un mondo delle meraviglie è quello raccontato in questo bel libro così particolare. E questo mondo delle meraviglie è il mondo immaginato da chi, nella propria disabilità ha saputo trovare una nuova dimensione, generata da percezioni, odori, ricordi, fantasie, parole che -proprio perché in assenza di luce cercano luminosità altrove - ne 'colorano' ogni momento, cogliendone la poesia più profonda.
Il mondo immaginario che la mente di questa ragazza crea trova un suo corrispettivo nel breve testo, anch'sso con un forte valore poetico (il libro lo dichiara subito, visto che è dedicato ai poeti) che accompagna la fantasmagoria di queste tavole: continuare a perdersi nella città, ha come immagine quella di una città costruita come un'eco di un famoso quadro di Escher; emozionarsi per tutte le forme che le nuvole possono assumere, è rappresentato con un bagno di sole della ragazza sdraiata in costume sulla schiena emersa di una balena che nuota tranquilla.
Raccontare questo libro a parole è inevitabilmente riduttivo e, mi rendo conto, ne svilisce la grande potenza. Questo, a ulteriore riprova  del fatto che poche parole, molti colori, forme e immagini così evocative fanno di questo racconto un libro di grande senso e qualità.


Carla

giovedì 27 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


SPARISCE UNA TORTA E TUTTE LE PAROLE

TORTINTAVOLA. MA LA TORTA DOV'E'?, Thé Tjong-Khing
Beisler, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

Copertina e quarta di copertina: boschetto in cui compaiono vari animali, camminanti sedenti e volanti (saranno solo comparse e figuranti??), casetta con tetto a falde, posta in una piccola radura ai margini del bosco, sulla riva del lago. Tavolino con due seggioline che aspettano i signori Scodinzoli, padroni di casa per una meritata merenda. E al centro, sulla tovaglia candida c'è lei: la tortintavola (la protagonista principale di questa storia?).
Potrebbe essere una tranquilla merenda se non fosse che, nascosti tra gli alberi, fanno capolino due toponi, che mirano a portarsi via quella bella torta farcita al cioccolato con la ciliegia in cima.
Così, a pagina uno i topi entrano in azione e i cani danno l'allarme. Visto il titolo e le premesse, sembrerebbe una storia di un furto di una bella torta.
Pagina due, comincia l'inseguimento. Da pagina tre a pagina nove continua l'inseguimento. A pagina dieci si catturano i ladri e scompare la torta, per poi ricomparire alla pagina seguente. Lieto fine a pagina dodici.
Ecco, detto così sembrerebbe una storia un po' deboluccia e non un gran libro. E invece Tortintavola è un vero portento: divertente, vivace, intelligente coinvolgente e pieno di belle idee dentro. Questo perché la storia della torta rubata non è che una delle cento altre cose che stanno capitando in quel bosco a quegli animali che al principio erano camminanti, sedenti e volanti.


Come avviene nella vita vera, molte cose avvengono contemporaneamente, ma noi non le possiamo vedere tutte insieme nello stesso momento. E così, non riusciamo a cogliere il lato imprevisto e ironico che, spesso e volentieri, la vita prende. Ma in Tortintavola, attraverso la prospettiva 'allargata' che ci offre Thé Tjong-Khing, riusciamo a seguire tutto quello che sta accadendo in quello stesso istante al di là, al di sopra e al di sotto dei due ladri e dei loro inseguitori.
La bellezza e la chiave della riuscita di questo libro sta proprio in questo: nel potere immenso che ha l'immaginazione e il disegno come sua rappresentazione figurata, a tal punto che anche le parole sono sparite.
Siamo divertiti spettatori in una dimensione 'impossibile' ma immaginabile. E allora possiamo seguire , ridendo a crepapelle, la passeggiata con intermezzo al cardiopalma della famigliola di porcelli, il lacrimevole dramma che angustia mamma coniglio e il suo piccolino, la partitella a pallone tra i due ranocchi finita male, l'amoroso incontro dei camaleonti, con l'esilarante inconveniente della vernice fresca! E poi ci sono le scimmie dispettose e la gatta elegante, il serpente insidioso, la papera con i paperotti in gita, poi c'è la cicogna, e meno male che c'è lei...ma tutti hanno la loro vicenda personale, che solo in rare occasioni si intreccia con quella degli altri protagonisti.
Si ride, si girano le pagine in avanti ma anche indietro e, sebbene il ritmo sia quello consueto per i libri, dato dal voltar pagina, la velocità e la concitazione delle azioni fa sì che chi sfoglia il libro stia in realtà vedendo diversi cartoni animati che corrono paralleli tra loro, salvo poi convergere tutti - in una sorta di fermo immagine generale - nella pagina centrale con il 'volo' del piccolo maiale.  Gran bel libro per passare del buon tempo con un bambino.

Carla

Consueta noterella a margine: Questo libro nel 2004 ha preso meritatamente vari premi in Olanda (l'autore, illustre disegnatore e fumettista cino-indonesiano, vive da più di cinquant'anni in Olanda) e altrettanto meritatamente vanno i nostri complimenti alla piccola Beisler che sa vedere lontano e sa scegliere per il suo catalogo titoli di grande pregio.

mercoledì 26 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


I MASCHI E LE FEMMINE DI BLAKE

CAMPIONE IN GONNELLA, David Walliams
Giunti Junior, 2011

NARRATIVA PER MEDI (dagli 8 anni)

"Dennis è diverso.
Quando si guardava allo specchio vedeva un normalissimo ragazzo di dodici anni. Ma lui si sentiva diverso: aveva la testa piena di colori e di poesia, eppure la sua vita era molto noiosa. [...] Era tutto così normale che prima o poi doveva succedere qualcosa di straordinario."

Così comincia la promettente storia di un ragazzino inglese dalla vita più o meno tranquilla.
Dennis vive con suo fratello John, in una casa come tante. La presenza distratta e saltuaria del padre camionista e la totale assenza della madre che anni fa se ne andò (anche le sue foto sono state tutte, tranne una, eliminate per sempre), fanno di Dennis un ragazzino molto sensibile e malinconico. Ma Dennis ha un grande talento nei piedi: è un attaccante formidabile. A questa sua passione se ne affianca un'altra: quella per gli abiti femminili (se di alta moda, ancora meglio) che desidera, appena possibile, indossare.
Dennis è attratto dalle riviste di moda, dai tacchi alti e dalle stoffe raffinate, ma sa che questa sua propensione per i bei vestiti da donna è meglio tenerla nascosta. Così come aveva fatto anche il piccolo Billy Elliot con le piroette e le scarpette da ballerino. Ma Lisa, la ragazzina più bella della scuola, lo viene a sapere e diventa, in qualche modo sua complice, in questo suo segreto. Il condividere con altri questa passione porta i due ragazzini a uscire un po' troppo allo scoperto. Andare a scuola con un abitino arancione pieno di lustrini, due bei tacchi a spillo e una parrucca in testa, facendosi passare per Denise, l'amica di Lisa arrivata dalla Francia, non passa proprio inosservato...d'altronde, ci avevano messo sull'avviso, doveva pur succedere qualcosa di straordinario.
Ora resta solo da stabilire se lo straordinario sta nel vestirsi da donna o in qualcos'altro...
Le conseguenze immediate di questo gesto le potete immaginare: tutti furiosi, padre e preside in prima fila. Ciò nonostante le cose prenderanno un piega inaspettata che ci piace parecchio, ma che non vi sveleremo.
Questo libro, nonostante affronti con garbo un argomento delicato, nonostante trovi una conclusione condivisibile e auspicabile, non mi convince. Come peraltro non mi aveva convinto, all'epoca , Mr. Stink (Giunti Junior, 2010), la storia di una bambina per bene che si porta a casa un barbone, che vive per strada. In quel caso il libro, forse anche complici i disegni di Quentin Blake, 'odorava' di Roald Dahl, senza però mai minimamente sfiorarne la potenza, il senso profondo, la qualità e la bellezza.
Walliams, in Mr. Stink, ne scimmiottava il senso di 'rottura' con certo berbenismo letterario, facendolo però a più di trent'anni di distanza. Un po' troppo facile, direi.
In Campione in gonnella mi lascia perplessa una certa incapacità di andare a fondo nel tema scelto. E questo mi pare di poterlo verificare anche nelle molte ingenuità narrative e di 'sceneggiatura' della storia. Ben altra esperienza fu leggere Teo vestito di rosa di Anne Fine, Piemme 1992, che, sebbene in una chiave ironica molto accentuata, offriva spunti migliori di riflessione e ampie aperture sull'argomento.
Tuttavia, a parziale riscatto del libro, trovo interessante che l'autore abbia lasciato nel vago, nell'incerto e nel non chiarito, quale sia il pensiero del giovane Dennis a proposito dei suoi desideri. Evidentemente questo ragazzino sta ancora prendendo le misure rispetto a sé stesso e a dodici anni è del tutto consueto.
Fa molto bene Walliams, nei ringraziamenti di coda, a riconoscere al grandissimo Blake il grande dono che gli ha fatto nell'illustrarlo. Quentin Blake? E' sempre un piacere. Le quattro tavole al principio e alla fine del libro potrebbero da sole valere l'acquisto del libro.

 











Carla

martedì 25 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


I MUSICANTI DI NEW YORK

STAN e MABEL, Jason Chapman
Lapis Edizioni, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Bi bip! Bi bip! Bi bip! Bi bip! Biiiip...
Stan! Stan! Stan! Stanley! SVEGLIATI! Facciamo tardi per la storia!
Eh? Cosa... Oh no Mabel! Ci siamo addormentati e...non mi ricordo la parte!
Ecco il testo. Svelto, la storia sta per cominciare..."


Vi sarete chiesti anche voi mille volte dove vivono, dove vanno e cosa fanno i personaggi dei libri quando il libro è ancora chiuso e loro non devono 'andare in scena'. Sull'argomento c'è ampia letteratura. Per esempio Bruno Tognolini (Fuoco! Fatatrac 2003) sostiene che vivano chiusi tra le pagine, all'interno della storia, ma se do retta a Jason Chapman, devo dedurre che abitino in una roulotte, parcheggiata in mezzo al deserto. Beh, magari non proprio tutti i personaggi hanno la loro mobilhome da vecchi attori eccentrici, ma di certo vivono così Stan e Mabel: Stanley, un bastardino bianco e nero e Mabel, una gatta soriana un po' in carne.
Si accendono i riflettori sugli interpreti, tutto prende colore e si anima CIAK, SI GIRA! La storia comincia. In un grattacielo di NY gatto e cane, vicini di casa, conducono un vita piuttosto grama. Stan non esce quasi più perché il padrone passa il suo tempo davanti alla tv e Mabel è insidiata ogni momento dal nuovo bebé arrivato in famiglia che le ha anche rubato il posto sulle ginocchia per le coccole. L'unica nota - è proprio il caso di dirlo - lieta della giornata è la musica che sale dal piano di sotto. Ma un brutto giorno anche quella cessa. Non resta che andarsene. Sì, ma dove? Dietro a un sogno 'musicale'. 


Basta crederci, proprio come fecero in tempi molto più antichi, un vecchio cane, un gatto pigro, un asino stanco e un gallo buono solo per il brodo, tutti con velleità concertistiche: i musicanti diretti a Brema. E proprio come era successo già allora, anche adesso la compagnia di suonatori cresce cammin facendo con anatre, conigli, cavalli e tante mucche.
Il viaggio è a dir poco rocambolesco, visto che i sederi di cavalli e manze non si adattano granché ai sedili di un taxi o di un aereo, ma tant'è arrivano a destinazione. 


Ma se ai musicanti tedeschi, pur non essendo mai arrivati a Brema, andò comunque bene, alla nostra orchestra li aspetta invece un insuccesso. Gli animali, si sa, non sanno suonare e al concorso alla Scala di Milano vengono cacciati. Il sogno è infranto.
Certo, se guardiamo la cosa secondo la consueta prospettiva, non si può negare che gli animali non sappiano suonare, tuttavia, se giriamo il punto di vista, e qualcuno in questa storia fortunatamente lo fa, c'è una buona dose di 'straordinario' in un'orchestra fatta di gatti, cani, conigli, cavalli e mucche. E questo sì che merita un grande applauso.
Ecco, spesso basta crederci e guardare le cose secondo ottiche inconsuete, per garantirsi la realizzazione di un sogno e, magari, la felicità.
Ora che tutto è andato per il verso giusto, si possono spegnere i riflettori e i personaggi possono tornare al loro deserto silenzioso e, nella roulotte, godersi la meritata fama, per questo film oops! libro di successo!

Carla

lunedì 24 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

 
REGALALO A ME!

IL LIBRO DEI REGALI STRAORDINARI,
Nathalie Choux, Elisa Géhin, Mandana Sadat, Rémi Saillard
Giralangolo, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI, MEDI e GRANDI (dai 5 anni)

Un passaggio segreto che si adatta a qualunque muro [...]
Un serpente gentile, ma che fa paura a tutti fuorché a te [...]
Un cuoco-robot che sa fare delle buonissime patatine fritte [...]
Un buco....

Su quarantacinque regali straordinari in offerta, sono pochissimi quelli per cui non mi sbraccerei per averli: non mi interessa avere una bacchetta da direttore d'orchestra per dirigere un coro di uccellini. Non vorrei possedere neppure una chitarra che suona il rumore del temporale, i tuoni e i fulmini...perché ho paura dei temporali. Rinuncio volentieri anche al biglietto per la giostra valido tutta la vita, mi gira la testa già al solo pensarci.
Per tutti gli altri quarantadue regali, farei follie per riceverli un giorno in dono.
In questo bel librone quadrato, dalle pagine piene di colori che vedono alternarsi citazioni di oggetti imperdibili a immagini divertenti che li illustrano, regna l'allegria.
Sono travolgenti i colori e sono travolgenti le idee che si nascondono dietro ogni regalo. Ed è per questo che riesco a immaginarne una lettura ad alta, ma forse sarebbe meglio dire, ad altissima voce, come farebbe un imbonitore in una fiera di paese, davanti a ragazzini entusiasti all'idea di poter possedere almeno una decina di questi fantastici oggetti.
La cosa curiosa che capita a chi lo sfoglia è che fin dal primo minuto ci si fa trasportare felicemente, senza opporre alcuna resistenza, in questo rutilante gioco dell'assurdo. Già al secondo o al terzo regalo tutti si illudono di concorrere realmente all'estrazione di quel dato oggetto....
All'atto di tirare fuori da un sacco immaginario un walkie-talkie per parlare con gli extraterrestri, oppure mille vestiti da tutti i paesi del mondo per la tua bambola preferita, tutti direbbero: questo, ti prego, regalalo a me! Non ne posso proprio fare a meno!
La sua bellezza sta nell'essere seriamente assurdo, come sanno essere seriamente assurdi i ragazzini. Ed è per questo che penso che questo libro sia stato scritto prendendo spunto da gigantesche idee nate in teste piccoline. Se così non è stato, allora faccio qui pubblicamente i miei complimenti agli autori che, sebbene grandicelli, hanno saputo - circostanza rara - ascoltare e interpretare così bene il bambino-pensiero.
Questo libro, a mio parere, appartiene alla categoria dei libri che non finiscono mai, o, se preferite, alla categoria dei libri-trampolino: ovvero è uno di quei libri che, dopo esser stati letti, ti lanciano altrove nella loro continua azione di stimolo dell'immaginazione.
Per divertirsi basta avere un cervello elastico, attivo e ben disposto verso il sogno, insomma un cervello ancora bambino. Chi non lo ha più, non sa cosa si perde...delle ali per volare e delle pinne per nuotare come i pesci!

Carla

noterella a margine: la casa editrice Giralangolo (www.giralangolo.it) già nel 2010 aveva pubblicato un libro che aveva gusto analogo e raccontava il mondo in modo altrettanto folle e pirotecnico. Il libro con le greguerías di  Ramòn Gòmez de la Serna,  I bambini cercano di tirarsi fuori le idee dal naso, al pari di questo, ha ben poco a che fare con la realtà, ma è divertentissimo. 

domenica 23 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

TROVARE IL TEMPO

IL RAFFREDDORE DI AMOS PERBACCO, Erin E. Stead, Philip C. Stead,
Babalibri, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Amos aveva sempre molto da fare allo zoo, eppure trovava sempre il tempo per una visita ai suoi amici."


Amos Perbacco è un signore allampanato, lungo e stretto, un po' curvo, con radi capelli in testa, mancino, abitudinario e anche ordinato. Lui ama il colore verde. Possiede un pigiama a righe, una paio di pantofole a coniglio, un orsetto di peluche nel letto. Ogni mattina, dopo aver bevuto il tè, lascia la sua piccola casa e si reca allo zoo dove, per lavoro, ha molte cose da fare. Ma a parte questo, trova il tempo per giocare a scacchi con l'elefante, correre con la tartaruga, sedere con il pinguino e soffiare il naso al rinoceronte e, a fine giornata, leggere anche una storia al gufo.
Amos Perbacco è un uomo tranquillo.
Il giorno in cui decide di non scendere da letto per una brutta infreddatura, la sua giornata e quella degli animali dello zoo sarà tutta diversa...
Amos Perbacco costruisce la sua vita con piccoli gesti miti, e va controcorrente: in un mondo che va veloce, lui vive con calma.
Io sono una cui piace correre, nel senso letterale del termine: trot trot trot una mattina sì e due no in un parco dalle mie parti per almeno un'ora, corro con calma. Ma come è possibile? Anche se, di norma, faccio le cose con un ritmo sostenuto, tuttavia considero la calma uno stato di grazia dell'animo umano.
Lentezza e calma sono due concetti molto diversi, va da sé. Anche se apparentemente la lentezza ha più a che fare con lo scorrere del tempo che non la calma, io penso che sia la calma quella che di più necessiti e si nutra del tempo.
Arrivare ad essere calmi necessita grande esercizio e quindi molto tempo.
Amos Perbacco ha costruito la sua calma, la sua serenità d'animo, prendendosi il tempo necessario. Occorre tempo per imparare a capire a fondo gli altri, per passare del buoni momenti con loro, per costruire amicizie e affetti. E Amos Perbacco lo sa e trova il tempo per circondare di affetto gli altri e a sua volta ne è circondato.
Ecco, questo libro meraviglioso racconta questo: trovare il tempo per sé e per gli altri per vivere in armonia con se stessi e con gli altri. Trovare il tempo per coltivare amicizie, amori, piccole e grandi passioni, momenti per affettuosi silenzi e per letture condivise.
La cosa buffa è che questo libro porta in sé un altro elemento che con la calma ha molto a che fare: come è stato realizzato. Erin E. Stead, la giovane e talentuosa illustratrice (con questo libro ha appena vinto la Caldecott Medal), ha realizzato tutte le parti a colori delle singole illustrazioni con la tecnica del woodblock printing, ovvero ha ricavato il profilo di tutte le figure da colorare da blocchi di legno, su cui ha steso il colore, e in ultimo con un rullo le ha stampate sul foglio. A colore asciutto, ha disegnato a matita i particolari. La percezione delle venature del legno dà ai personaggi a colori maggiore spessore, facendoli emergere dalla pagina nel loro essere corpi.


Questo gran bel libro è pieno di piccoli particolari che solo chi osserva con calma può apprezzare. Ve ne dico alcuni che amo particolarmente: i piedi e le zampe che raccontano più di ogni altra cosa emozioni e sentimenti, uno per tutti i dialoghi silenziosi e timidi che si instaurano tra i gli stivali di Amos e i calzini abbondanti del pinguino. I musi di ognuno che impercettibilmente cambiano dall'attesa, alla determinazione, alla gioia nell'arrivo a destinazione, fino al meritato riposo. E poi il tempo parallelo del topino, dell'uccellino e, perché no, del palloncino.
e adesso mettetevi lì e, trovato il tempo, cercate i vostri...


carla


Piccola aggiunta al post di Carla: di questo libro quello che mi ha maggiormente colpita sono sì i tempi lenti, quella calma che nasce dall’essere in pace con se stessi (cosa rara); ma anche quella particolare espressione del voler bene che si esprime nel prendersi cura. La passione consuma, può anche distruggere l’oggetto amato. Il prendersi cura nasce dall’empatia, dal sapere le necessità dell’altro e farsene, magari per un momento, carico. E’ dare all’altro ciò di cui ha bisogno. Fra amici, come sono Amos e gli animali di cui si occupa, si crea questa circolarità di affetto e di attenzione. Senza clamore, senza enfasi Amos ci parla di un modo gentile (e contagioso) di stare al mondo.

Eleonora
 

sabato 22 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

L'ELOGIO DEL SEGUGIO

UNO STUDIO IN ROSSO, Arthur Conan Doyle, Ale+Ale
Prìncipi e Princípi, 2011

NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

Anche io, come un segugio lo avevo puntato, seguivo la pista di questo bel libro da un po'. Ne avevo 'annusato' la qualità, anche solo vedendo di sfuggita la copertina  in rete qualche tempo fa.
Non poteva essere un brutto libro per tre motivi almeno:
1) è il primo romanzo di Arthur Conan Doyle,
2) aveva le illustrazioni degli ineffabili Ale+Ale,
3) veniva pubblicato nella collana Piccola Biblioteca dell'Immaginario della casa editrice Prìncipi e Princípi.
Comincio dal fondo, a spiegare le ragioni della mia valutazione.
Questa collana di classici della letteratura conta già nove titoli: uno più bello dell'altro, corredati tutti da illustrazioni di grandi autori, da Scarabottolo a Negrin, passando per Gianni De Conno. 
Io sono cresciuta con i libri Einaudi e quindi ho ricevuto quell'imprinting: sono naturalmente attirata dai libri rilegati, dalle copertine bianche con un'immagine centrale riquadrata. Le copertine dei libri di questa collana mi ricordano quelle Einaudi di un tempo, anche se queste hanno la costola rossa.


Come quelle Einaudi sono eleganti, sobrie. Le pagine, come quelle Einaudi, non sono bianche, ma leggermente avorio. Hanno un carattere di stampa leggibilissimo, hanno un margine molto ampio. Insomma, io le trovo bellissime, raffinatissime, elegantissime. Nella loro essenzialità, si tratta, a mio parere, di Libri con la L maiuscola.
Se fino a qui ho ragionato dell'aspetto esteriore di questi volumi, ora vorrei sottolineare che, anche nell'ambito dei contenuti, la collana si distingue per pari sobrietà e raffinatezza.
Le intelligenti scelte editoriali, in un momento che vede un grande recupero dei classici anche in altre case editrici, hanno privilegiato una serie di titoli, in alcuni casi addirittura imprevedibili - mi riferisco al Diario di Eva di Mark Twain o a L'uomo della sabbia di E.T.A. Hoffmann - che comunque sono appetibilissimi per un pubblico di giovani lettori.
A parte alcuni titoli più consueti, mi sembra molto interessante vedere Kafka, Stevenson, Poe, proposti in una versione integrale ad un pubblico di ragazzi.
Le ragioni del motivo numero due hanno lo stesso a che fare con la raffinatezza. L'ho accennato anche prima. Ogni titolo è impreziosito da grandi interpretazioni di illustratori di talento. Questo volume in particolare raggiunge dei livelli di qualità altissima. Ale+Ale hanno interpretato con intelligenza e personalità la galleria dei personaggi che popolano il romanzo di Doyle. Un po' assecondando la scrittura dello stesso autore che definisce Sherlock Holmes come un segugio, l'ispettore come un furetto, l'assassino come un lupo, ma poi, decollando in assoluta autonomia, disegnano ogni personaggio con un corpo umano e una testa animale: due gatte sono le prudenti signore Charpentier, madre e figlia, un leprotto bianco la giovane Lucy Ferrier in fuga nella notte e un bisonte che esce dall'ombra raffigura il mormone Stangerson. 


Scelte geniali quanto originali (anche per l'uso molto particolare della tecnica del collage), ma nello stesso tempo estremamente attente e rispettose del testo.
E, a proposito del testo, passerei a dire due parole sul motivo numero uno, ovvero la grandiosità di questo romanzo.
Tralasciando ogni riflessione critica che molti prima e dopo di me han fatto o faranno meglio, vorrei solo sottolineare quello che è l'aspetto principale che, a mio parere, rende questo romanzo di grande interesse per un lettore giovane. E penso all'improvviso cambio di prospettiva della storia che divide la prima parte della vicenda tutta agita nella fumosa e angusta Londra da quella ariosa e avventurosa della seconda parte, in territorio americano. Entrambe attraversate da due 'segugi', laddove il primo è in cerca della verità, mentre il secondo della vendetta. Sono due racconti disgiunti che hanno lievi, ma solidissimi punti di congiuntura. Fatto questo che fa sì che l'intero romanzo sia attraversato da una grande e profonda tensione interna, come in ogni giallo che si rispetti. A rendere ancora più netta la separazione, si nota come nella prima parte l'io narrante sia lo stesso Watson, mentre per il versante americano ci sia un narratore esterno che sembra trasformare il racconto in una sequenza cinematografica che scorre davanti agli occhi del lettore. Bello e mozzafiato.
Non vedo nessun quarto motivo che potrebbe distogliervi dall'acquisto e dalla lettura di questo grande libro.
Carla

venerdì 21 ottobre 2011


STRATI DI CIPOLLE PER IL CAMBIO DI STAGIONE

Oggi ho fatto il cambio di guardaroba, con una casa piccola non si può fare diversamente: ho abbandonato i miei sandali amati (già lunedì scorso Carla mi aveva fatto notare che non era più il caso di metterli) che sono finiti in una scatola sopra l’armadio. Ne sono scesi scarponcini con suola carrarmato, stivali e un fantastico paio di scarpe argento. In cucina è lo stesso: ho messo da parte melanzane e peperoni per iniziare a cucinare broccoli, porri, zucca e cipolle. In effetti, le cipolle non sono esclusive dell’autunno, si trovano tutto l’anno ma, in genere, mi ritrovo a cucinarle soprattutto in questo periodo. Quindi oggi: torta di cipolle!



Ingredienti per una teglia di 26 cm di diametro:
300 gr di ricotta alla quale mescolerete uno yogurt intero (se siete in Liguria, soprattutto se siete a Genova, usate la prescinseua che è una cagliata leggermente acidula senza aggiungere lo yogurt)
400 gr di cipolle
300 gr di porri
20 gr di funghi porcini secchi
4 cucchiai di parmigiano reggiano
400 gr di farina
olio extra vergine di oliva
acqua tiepida
sale

Mettete a bagno i funghi in una ciotola di acqua fredda.
Impastate la farina con tre cucchiai di olio e tanta acqua tiepida quanto sarà necessaria per ottenere un impasto elastico che non si appiccica alle dita. Lavoratelo per 10 min e lasciatelo riposare per almeno tre ore (se lo lasciate di più non succede nulla) avvolto in un panno umido.
Tagliate a fette sottili le cipolle e i porri. Metteteli in una padella dove avrete fatto scaldare un filo di olio. Unite i funghi strizzati e tritati.
Fate cuocere per 30 min. Se è necessario aggiungere dell’acqua, usate quella dell’ammollo dei funghi. A fine cottura aggiungete il sale e fate raffreddare.
Unite lo yogurt e il parmigiano alla ricotta.
Una volta raffreddate le cipolle mescolatevi il composto di formaggi.
Ora riprendete la pasta e dividetela in dieci palline. Spianate ogni pallina con il matterello così da farla diventare una sfoglia sottile. Ma non basta!
Sollevatela e mettetela sul dorso delle mani chiuse a pugno in modo da tirarla piano piano con le nocche. Sembra difficile ma non lo è. Anzi è molto piacevole vedere la sfoglia che diventa sempre più trasparente.
Stendete la prima sfoglia sulla teglia, spennellate con pochissimo olio e sovrapponete un’altra sfoglia sino ad arrivare a sette (ovviamente ungendo tra una e l’altra).
Mettete il ripieno, livellatelo bene e quindi chiudete con le tre sfoglie rimaste. Arrotolate la pasta in eccesso così da formare il bordo.
Infornate a 180 °C per 40 minuti.

Lulli

giovedì 20 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA PERFIDA ISOL

IL PALLONCINO, Isol
Logos, 2011

ILLUSTRATO PER MEDI (dai 6 anni)

Isol mi piace da morire perché è cattiva, anzi perfida. La sua perfidia è geniale, perfetta, raggelante e soprattutto autentica come nella realtà. Di norma, niente sconti.
Per mia fortuna possiedo un certo numero di libri suoi, raccattati qua e là per il mondo. E quelli che non ho, li ho letti tutti comunque. Con sistematicità ogni anno allo stand del Messico alla Fiera del Libro per ragazzi a Bologna controllo le novità e ripercorro le vecchie cose per ridere di nuovo un po'.
Nonostante Isol sia conosciuta e molto apprezzata in tutto l'orbe terracqueo, nonostante i suoi libri da quasi quindici anni circolino in almeno una dozzina di paesi e siano più volte entrati nella selezione dei White Ravens (www.childrenslibrary.org) , sebbene siano stati insigniti di molti premi, di molte menzioni e sebbene Isol sia stata finalista all'Hans Christian Andersen Award e candidata all'Astrid Lindgren, in Italia, fino a un mese fa, non era stato pubblicato nulla. L'onore spetta a Logos (www.logosedizioni.it) che finalmente ha 'importato' Isol qui da noi. Evviva, grazie!
Il librino in questione si intitola Il palloncino. E' come consuetudine di Isol un libro breve, con poco testo e immagini a matita, con pochi colori, di cui uno dominante: un bel rosso aranciato. Ideale per raffigurare un palloncino e la faccia di una madre furibonda. 

In verità madre e palloncino sono la stessa cosa perché

"un giorno un desiderio di Camilla divenne realtà. Sua mamma si trasformò in un palloncino e smise di gridare."

Superato il primo attimo di smarrimento, la bambina che - come diceva di ogni bambino il saggio pediatrone di mia figlia - è economica, ovvero cerca di ottenere il massimo con il minor dispendio possibile, pensa che in fondo sia meglio così: ora ha un palloncino silenzioso in più e una madre urlante in meno.
Con il nuovo giocattolo si diverte e ci saltella felice nel parco e lo tiene legato alla mano con un filo fino a che non incontra una bambina che ammira il suo palloncino ma per mano ha invece la sua mamma, una bella mamma, secondo la piccola Camilla...le bambine incrociano i loro sguardi: che bel palloncino, che bella mamma. Scambio?
Andate a vedere di persona che cosa è successo quella mattina nel parco...e non attribuite troppo frettolosamente a Isol un cuore tenero...perché c'è sempre la quarta di copertina da andare controllare.

Sperando che la Logos continui a pubblicare altre perfide storie, come La bella Griselda o Cosas que pasan, o Petit el monstruo vi consiglio di andare a visitare il perfido sito della perfida artista (www.isol-isol.com.ar)

Carla

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


Ci sono libri che, al di là del contenuto scritto, della storia che raccontano, puntano molto a meravigliare il lettore con la speciale veste grafica e la realizzazione editoriale; spesso sono un mondo a parte, che attrae molto gli adulti, come nel caso dei libri tridimensionali di Carter o di Sabuda. Si può discutere sul senso di questi libri, ma spesso non se ne può negare la raffinata bellezza. Qui ho scelto tre novità che si prestano bene a rappresentare quel genere di pop up apprezzati molto anche dai bambini, per l’argomento fiabesco o perché la realizzazione tridimensionale sottolinea efficacemente aspetti della storia.

Particolarmente suggestivo il pop up di Niroot Puttapirat, Aladino, realizzato nella versione teatrale, ovvero con i tre fogli sovrapposti in ogni pagina che realizzano l’effetto tridimensionale di un palcoscenico; i colori sono pochi e privi di sfumature, con la tecnica della silhouette, mentre il testo è contenuto nelle bandelle laterali. 
La storia, tratta dalle Mille e una notte, si presta perfettamente alla magia della rappresentazione: bella la pagina  dedicata all’apparizione del genio della lampada o quella finale delle nozze di Aladino e Badoura.                                                  

 
Più tradizionale, ma non meno fiabesca, la rappresentazione de La bella addormentata nel bosco, nella raffinata versione di Louise Rowe, che già abbiamo incontrato nel bellissimo Hansel e Gretel e Cappuccetto Rosso, sempre pubblicati da La Nuova Frontiera. Qui il testo è ridotto al minimo indispensabile, il cuore della storia è nell’illustrazione tridimensionale.


L’ultimo libro che vi propongo è la ristampa in versione pop up di un libro che ha già avuto un discreto successo nella versione normale. Devo dire che in questa versione il libro non perde di senso, al contrario viene sottolineato il gusto per l’assurdo e per il paradosso: la storia, lo ricordo per chi non avesse mai incontrato sulla propria strada un bimbo mangia libri, parla di un ragazzino che divorando libri diventa sempre più intelligente, vincendo quiz e imparando le cose più astruse, fino a fare una vera indigestione di parole, tanto da perderne il significato. Così comincia a leggere i libri e a mangiare gli splendidi panini di Carla. Bellissimo vedere, nel pop up, il guazzabuglio di lettere e parole nella testa di Enrico o la sequenza dell’indigestione.


Eleonora


Aladino”, N. Puttapirat, Il Castoro 2011. Età di lettura consigliata, dai 7 anni
La Bella Addormentata nel bosco”, L. Rowe, La Nuova Frontiera 2011.  Età di lettura consigliata, dai 7 anni
L’incredibile bimbo mangia libri”, O. Jeffers, Zoolibri 2011. Età di lettura consigliata, dai 7 anni
Se volete saperne di più visitate il sito degli editori: 
www.lanuovafrontierajunior.it;  www.castoro-on-line.itwww.zoolibri.com

mercoledì 19 ottobre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


NEL MONDO TUTTO E' COLLEGATO

IL GIORNO IN CUI LA MUCCA STARNUTI', James Flora
Orecchio Acerbo, 2011

ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

Al piccolo Fletcher piacerebbe tanto possedere un coniglietto da tenere con sé nella fattoria e vedendone uno sfrecciargli davanti, abbandona la povera Floss nell'acqua gelata ed è così che a lei poco dopo...

"Il naso le diventò sempre più rosso e cominciò a pruderle. Gli occhi gli si riempirono di lacrime. Sentì un solletichio alla gola. 'E-e-e-e...'
'ETCIU'!' starnutì.
Un topo stava dormendo in mezzo al fieno. Quel potente starnuto lo catapultò fuori dal letto. Il gatto vide il topo, gli si lanciò addosso, lo mancò e atterrò sul capretto."


Ecco: è partita! La reazione a catena, quella che provoca l'effetto domino, o effetto valanga, o effetto farfalla (o come altro volete chiamare una serie di eventi tra loro concatenati che portano a conseguenze lontane e imprevedibili), si è innescata e ora sarà dura fermarla.
Così la povera Floss, mucca raffreddatasi per essere stata lasciata incustodita troppo a lungo in un ruscello gelido, ha potentemente starnutito e il suo starnuto ha fatto sì che un capretto con un gatto e un topo in motocicletta piombassero su un rullo compressore a vapore che, abbattuti i muri dello zoo, spianava per suo conto vari animali e altri se li caricava su di sé per poi finire a schiantarsi sulla ruota panoramica del luna park che, a sua volta, investita un camion di fuochi d'artificio, con il suo carico di bestie ed umani raccattati qua e là, rotolava su un peschereccio, il cui capitano, chiesto aiuto ai pompieri,....
Si sa in America i pompieri sono un mito e così, anche stavolta, il loro intervento si rivela fondamentale. Peccato! A noi tutti sarebbe piaciuto che la 'valanga' di eventi rotolasse ancora per un po'....

Una serie di rocamboleschi eventi raccontati in un altro libro molto 'rumoroso' pubblicato da Orecchio Acerbo (il primo fu Aprite quella porta! di Benoit Jacques nel 2009).
Non mi pare marginale notare che il libro è stato scritto e illustrato da Jim Flora che con il suono, la musica, il ritmo ha avuto molto a che fare nella sua vita. Il testo e le illustrazioni sembrano davvero una partitura musicale in crescendo, con vari assoli di batteria BAM! PUM! BING! BANG! CLING! CLANG! FRRR! CRASH!
Di concerto con il suono, si articola anche l'azione. Infatti, oltre a essere un libro 'sonoro' è anche un libro che non sta mai fermo. Se aprite a qualsiasi pagina, sia quelle in bianco e nero sia quelle a colori rigorosamente solo rosa, arancione, verde e nero, nessuno dei moltissimi personaggi è a riposo (eccezion fatta per alcuni animali spianati dal rullo compressore a vapore...). Si corre, si scappa, si cavalca, si salta, si inciampa, si stramazza, si vola, si ruzzola, ci si capovolge e via andare.


Ma dopo la tempesta anche per noi deve arrivare la quiete. E allora, quieti, riflettiamo su un paio di cosette. Tra le recenti pubblicazioni di Orecchio Acerbo, Il giorno in cui la mucca starnutì, come il precedente Fortunatamente! (Remy Charlip, Orecchio Acerbo 2011) offrono a chi li legge due divertenti chiavi di lettura per interpretare serissimamente il senso della vita. Con il libro di Charlip constatiamo che le cose non vanno sempre bene, ma neanche sempre male (utilissimo crederci, di questi tempi) mentre con il libro di Flora verifichiamo quello che una volta un bambino definì con felice sintesi: Nel mondo tutto è collegato (utilissimo tenerlo presente, per valutare sempre le conseguenze del nostro agire).
A parte la loro comune origine e la cronologia che li distanzia di una quindicina d'anni, entrambi gli autori si presentano come degli splendidi outsider nel mondo dei libri per ragazzi, pur avendo conquistato nel contempo il titolo di classici. E' forse questa loro non appartenza, questa loro libertà da certi schemi e capacità di spaziare in ogni direzione che li rende così unici e così efficaci?
Tra gli autori di Orecchio Acerbo, al Charlip danzatore e coreografo e al Flora designer e musicista si aggiunge una terza voce fuori dal coro: il poliedrico Shel Silverstein, del quale abbiamo amato alla follia Lafcadio. Il leone che mirava in alto (Orecchio Acerbo 2009) e ora non vediamo l'ora di leggere Chi vuole un rinoceronte a un prezzo speciale? (Orecchio Acerbo 2011).
Avanti così!


Carla