SCHIZZO IN CITTA', Joëlle Jolivet, Jean-Luc Fromental
Il Castoro, 2011
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
Non vedo finestre di alluminio anodizzato, non vedo intonaci scrostati, neppure scritte sui muri, non vedo cacche di cani agli angoli delle strade, non vedo motorini parcheggiati sul marciapiede (in verità uno ce n'è. Sta a voi trovarlo...), non vedo cartacce sull'asfalto e neppure cassonetti accartocciati (in verità non vedo proprio i cassonetti), non vedo macchine parcheggiate in seconda fila...
Non vedo la grande città in cui vivo ma una grande città in cui mi piacerebbe vivere: c'è il mare con un grande porto in attività e un litorale che si rivela un paradiso per me che amo il pesce. Un centro cittadino pieno di tutto ciò che occorre: un teatro, un cinema, un panificio, una libreria, un ristorante, qualche monumento, i Grandi Magazzini, un negozio che vende scarpe (irrinunciabile), vari angoli verdi abitati da ragazzini. Non manca la stazione, la banca, la scuola e neppure l'ospedale o la caserma dei pompieri, l'ufficio postale, un cimitero sullo sfondo. La città lentamente, con il girare delle pagine, si allontana e si trasforma in una periferia tranquilla e verde con casette, panni stesi e orti rigogliosi. Questo è quello che si vede nell'ultimo libro di Joëlle Jolivet e Jean-Luc Fromental, Schizzo in città (Il Castoro: www.castoro-on-line.it)
Questa coloratissima, pulitissima, vivacissima bellissima città è attraversata in lungo e in largo dal camioncino rosso di Schizzo, il camioncino delle consegne. Infatti Schizzo ha un lungo elenco di oggetti che deve recapitare ai quattro angoli della città e noi lettori possiamo seguirlo e aiutarlo a non sbagliare a consegnare la bilancia in un teatro e una chitarra all'ospedale.
Joëlle Jolivet ha creato queste grandi e vivaci vedute di una città a due dimensioni e Jean-Luc Fromental ha nascosto altrettanto vivaci indovinelli in rima sotto le alette che, di norma due per pagina, si possono sollevare per poter indovinare quale oggetto sia lì da portare (la rima è contagiosa).
Per dare ancora più risalto alla bidimensionalità delle grandi tavole, questo libro, a mio giudizio, va aperto ad angolo piatto, possibilmente su un tappeto o su un pavimento caldo e accogliente, poi tutti intorno, da uno a molti lettori, grandi o piccoli, si legge, si guarda, si gioca, ci si ragiona sopra tutti assieme.
E' un libro 'sociale'. Come sociale fu anche l'altro libro della coppia Jolivet- Fromental 365 pinguini, più volte premiato, sempre edito da Il Castoro nel 2006.
Entrambi sono bravissimi a progettare e a realizzare libri fatti per stare assieme. Ed è per questo che li fanno così grandi, perché le teste dei bambini intorno al libro non cozzino l'una con l'altra più del necessario. Quando poi sarà l'ora di riporre questi libroni sugli scaffali della libreria, si troverà un modo di farceli stare e se proprio sono troooppo grandi, lasciamoli pure in giro: sarà solo un bene!
Carla
noterella al margine: perché il nome di Fromental non compare nella copertina del libro? L'unica spiegazione plausibile è che in realtà lui sia l'omino con la maglia a righe e la motoretta verde che sta sopraggiungendo alla bottega della Jolivet...
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