giovedì 31 dicembre 2020

ECCEZION FATTA!

 I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 
 
Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Luglio 2020
 


perché
 
di questo libro colpiscono due cose: l’adesione alla realtà della narrazione, che ci fa entrare nella vita quotidiana, nelle case, ci fa camminare in quelle strade, entrare nei negozi, come il negozio di caramelle di Ms CeeCee. Un realismo partecipe, che ci porta a condividere timori, dubbi, speranze di ragazzi che potrebbero essere quelli che abitualmente frequentiamo.
L’altro aspetto rilevante è, secondo me, la qualità di scrittura, lo stile che riesce ad adeguare linguaggio e ritmo alle storie che racconta.
 
Il dottor De Soto, William Steig (trad. Mara Pace)
 
 
perché
 
I suoi libri sono mappe per orientarsi. E per questa ragione, potrebbe essere utile mettere a fuoco due o tre punti che lo rendono, si potrebbe dire, normativo. [...]
Il politicamente corretto non c'è, non c'è neanche la piaggeria nei confronti del lettore, non ci sono strizzatine d'occhio. 
Niente di tutto questo, lui va dritto al punto, in cerca della verità: un nocciolo della questione, come sempre poetico e filosofico, di certo originale e soprattutto autentico.
Ed è per questo che, se si è lettori, intorno a tutto questo 'cosa' dovrebbe essere interessante poter dialogare e confrontarsi.  
Di certo, ragionarci.
E, se si è autori, si dovrebbe prendere tutto questo come canone per provare a scrivere belle storie.
 
Agosto 2020 
 
 

perché
 
forse proporre questa memoria al femminile può apparire artificioso, ma credo sia un atto necessario, e dovuto nei confronti di chi ci ha preceduto, per rendere le giovani generazioni più consapevoli.
Lettura educativa per ragazzi e ragazze dai dieci anni in poi.
 

perché

Ungerer vola sempre alto e la sua voce parla a tutti. Sta parlando a grandi e piccoli.
In questo senso, Vasco rappresenta il prototipo di una umanità che il vecchio Tomi, fino al suo ultimo respiro, ha desiderato esistesse: una umanità che sappia fare resistenza, che si opponga con coraggio, avendo cura di chi ha bisogno. Fragili, piccoli, poveri, ultimi...
Il canto del cigno è quindi anche il canto di un uomo giusto, rivolto ai bambini e alle bambine, agli uomini e alle donne
Un canto che, oggi più di ieri, si dovrebbe avere il coraggio di cantare.
 
 
Settembre 2020
 
 

perché
 
la struttura del libro è basata, come si vede, sull’immagine, in cui si inseriscono i riquadri, contornati di nero, che affrontano sinteticamente l’argomento; alle alette, che completano l’immagine, e alle righe a pie’ di pagina il compito di approfondire ulteriormente gli argomenti. Questa struttura consente una lettura a diversi livelli, che può partire dallo sfogliare le pagine per il puro piacere di guardare immagini dai colori sgargianti, oppure per approfondire aspetti della fisiologia e dell’etologia di animali noti e meno noti. 
 

 
perché
 
'Miss Genius' ha colpito ancora. La Norsdstrom che della Wise Brown dice testualmente 'my favourite author' o la chiama spesso nei suoi fitti carteggi 'miss genius' ha di lei una stima sconfinata, ma nello stesso tempo ha anche la capacità di rimanere lucida nel proprio ruolo di editor e sa vedere oltre i libri, sa cioè leggerne il futuro editoriale.
L'intesa tra un autore e il proprio editor - a patto che tra loro corra fiducia, stima, comprensione e ascolto reciproco - spesso contribuisce in buona percentuale a segnare la qualità e il successo di un libro.
Il talento e la sensibilità della Nordstrom sono leggendari (sotto i suoi occhi sono passati i più grandi e forse sono diventati proprio così grandi anche grazie al suo sguardo) e la pagina finale di questo libro lo attesta.
Ma dietro a questo armonioso testo, ispirato a un ballata amorosa dei trovatori provenzali, studiata su Chaucer che racconta una storia d'amore costruita come una battuta di caccia che prevede trasformazioni magiche, c'è anche un altro interlocutore importante per lei, Lucy Mitchell, la sua insegnante, nonché fondatrice della Bank Street School, ispirata alla pedagogia deweyana.
La Wise Brown la sfida in qualche modo e le dice che ha intenzione di trasformare un testo della tradizione trobadorica in un albo per bambini piccoli, piccoli: di due o tre anni, l'età in cui per l'appunto cercano di sperimentare il mondo al di là della protezione materna, sempre sicuri però di averla intorno - in caso di bisogno
 
 
Ottobre 2020
 
 

 perché
 
questo romanzo della Rosoff ha non pochi punti di forza: la descrizione dell’ambiguità dei sentimenti, della confusione adolescenziale è rappresentata con estrema semplicità e naturalezza: il conflitto fra pulsioni irrefrenabili e consapevolezza di sé e dell’altro emerge chiarissimo nella protagonista, attratta da Kit, ma nello stesso tempo consapevole di essere una pedina nel gioco perverso del ragazzo. La seduzione è un gioco di sguardi, di inviti e di ritrosie, qui però privi di innocenza. La stessa ambivalenza sessuale, che nell’adolescenza rientra nella confusa ricerca dell’identità, è tratteggiata con sensibilità e intelligenza: la protagonista potrebbe benissimo essere un ragazzo: non ci sono descrizioni fisiche, né passaggi in cui questo sia chiaro, così come il finale svela come Kit sappia giocare con la seduzione a prescindere dall’oggetto del desiderio. 
 
 
 
perché

il piacere più grande sta nel ritrovarsi tra 'vecchi amici'. Riconoscere i personaggi, certe routine, come quella dei pancakes o dei bigliettini alla madre, che si modificano solo di poco per piccole varianti legate al diverso contesto. Piacevole è anche vedere come, accanto al gruppetto di base delle due amiche e dei loro animali, la piccola banda di quartiere si arricchisce di nuove entrate, anche se non propriamente simpatiche (ma ci vuole pur qualcuno che si immoli e faccia il 'lavoro sporco'). 
Altrettanto piacevole è constatare che l'ironia sottile dei primi due episodi è rimasta intatta.  
 
 Novembre 2020
 
 

 perché
 
su questo romanzo c’è davvero moltissimo da dire, innanzitutto per la ricchezza di personaggi che propone, tutti degni di attenzione, per le caratterizzazioni, che si rifanno a un genere letterario, potremmo dire di cappa e spada, molto popolare in Cina. Sono ritratti pensati per colpire l’immaginazione, descritti nei dettagli, dai tatuaggi ai denti d’oro, una carrellata fantastica, che può gareggiare con la ciurma di Sandokan e Tremal-naik. Ma alcuni di questi sono invece raccontati con accortezza psicologica, a partire proprio dalla piccola protagonista: una ragazzina coraggiosa, impudente, determinata, indipendente, ma nello stesso tempo capace di passioni, di amore, di rabbia. Amante del potere, capace però anche di ritrarsi dal mondo. Un bel personaggio femminile, per niente banale, che dovrebbe dar da pensare alle giovani lettrici e ai giovani lettori
 
 

 perché
 
In sostanza, Ruth Krauss, che non del tutto incidentalmente era compagna di Crockett Johnson, è in grado di confrontarsi con i bambini in totale assenza di gerarchie: lei si fida di loro e loro si fidano di lei. 
Alla pari.
Lei non inventa bambini, dà loro un posto nella letteratura.
I suoi bambini e il linguaggio che mette loro in bocca e, più in generale, il linguaggio di tutti i suoi testi non è inventato, semmai filtrato da una sua innata capacità poetica. W.D. Snodgrass nel 1958, nel voler definire il tatto del poeta, usa come esempi i libri di Ruth Krauss e mette in luce la sua capacità di dare forma al senso, usando parole 'cruciali' o frasi che fino a quel momento non avevano avuto dignità di stampa. Con questo sancisce, ovviamente, la grande qualità estetica dei suoi testi. [...]
Sergio Ruzzier ha potuto costruire sulla leggerezza e profondità delle poche parole della Krauss un suo abecedario animale che spesso e volentieri prende spunto dalle parole, ma va a raccontare anche molto altro. Altre piccole storie che prendono forma.
A ben vedere, questo capita in ogni pagina. In alcune però l'assicella per 'saltare' si alza di parecchio.
 
Dicembre 2020
 
 

 perché
 
Le lettrici e i lettori più giovani troveranno in questo fumetto non solo le avventure di un ragazzino digiuno del mondo e costretto ad attraversarlo; troveranno anche una dissacrante immagine del potere, incarnato dal re e dalla sua corte, fatta di burocrati, di servi adulatori e di traditori. I singoli ritratti sono magistrali, mostrando, di volta in volta, vigliaccheria, ottusità, doppiezza come tratti fondamentali dei comportamenti degli uomini di corte. Di contro, i personaggi positivi, dalla Principessa Bianca all’Ucciditore, sono figure, almeno apparentemente, senza ombre; d’altra parte, lo schema narrativo del fantasy prevede, in linea di massima, una netta demarcazione fra il bene e il male.
Detto tutto questo, mi sembra di poter suggerire caldamente questa lettura a ragazze e ragazzi che vogliano avvicinarsi al fumetto d’autore, con una lettura divertente e appassionante.
 
 
 
perché 
 
Costruiti sul passo breve, anzi brevissimo (dovevano occupare il paginone centrale della rivista), spesso si tratta di vere e proprie pièces di teatro, dialoghi pieni di ironia e contemporaneamente di ingenuità tra i due fratelli o tra questi e il resto degli abitanti della fattoria. [...]
In un microcosmo tutto (o quasi) animale trova spazio l'intera umanità con le fragilità, le paure, convinzioni e convenzioni che le sono proprie. È un continuo stimolo a ragionare sul nostro bisogno di essere sociali e individui allo stesso tempo, sul nostro piccolo quotidiano e sulla nostra grande spiritualità. Ognuno di noi si confronterà con la percezione del buio nel racconto che ne fa il cane, con la propria fragilità a sentirsi solo nel bofonchiare di oca, con la propria finitezza di fronte alla perfezione, leggendo il discorso sulla luna piena che pronuncia fratello. Ciascuno è chiamato a ragionare sulla propria percezione di quanto sia effimera la felicità, quando leggerà del rammarico di tutti per non aver toccato legno per farla durare...
 
[Fine]
 

mercoledì 30 dicembre 2020

ECCEZION FATTA!

 I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 


Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Gennaio 2020
 
 

 perché

 
ogni pagina è come un’istantanea, un frammento di vita, colto nell’intimità delle case, dove ci si incontra, si prepara la cena, si riposa o si fa festa.  
Lo sguardo della piccola protagonista è uno sguardo curioso, che vede in questi sprazzi di vite altrui l’annuncio del suo arrivo a casa, dove un papà affettuoso l’accompagnerà verso il mondo dei sogni.
‘La strada verso casa’ è un albo delicatissimo e intenso nel raccontare qualcosa di impalpabile come un’atmosfera, uno stato d’animo, realizzato con tecnica raffinata e infinita poesia.
 
 
il garbo, la gentilezza, il rispetto reciproco tra gli interlocutori, nonostante i punti di vista differenti, già solo questo potrebbe bastare per considerare questo libro un oggetto di interesse.
Ma c'è di più: capitolo dopo capitolo, Béatrice Rodriguez cesella nel testo mai scontate domande di senso e apre con leggerezza a possibili e inaspettate risposte. Ed è proprio da queste aperture che si possono spiccare bei salti e fare bei voletti.
 
 
Febbraio 2020
 
 

perché
 
tra le tante proposte editoriali che cercano di raccontare il mondo giovanile, l’ultimo romanzo di Gabriele Clima, ‘Black Boys’, pubblicato da Feltrinelli, credo abbia più di un motivo per essere segnalato.
Com’era già avvenuto con ‘La stanza del lupo’,  si ha a che fare con la materia incandescente del disagio giovanile, comunque lo si voglia definire, riuscendo a evitare i rischi delle storie ‘a tema’, spesso intrise di retorica.
Se è interessante l’intento, va detto che anche questa volta l’autore riesce nella difficile impresa di tenersi alla larga dai facili moralismi e dagli happy end scontati.
 
 
 
perché
 
la caratteristica dei disegni di Marsol, siano essi fatti per le tavole di un libro, per manifesti pubblicitari, per oggetti o per animazioni, è quella di restare dentro lo sguardo. È plausibile che questa caratteristica gli derivi dalla sua formazione nel campo pubblicitario, ma poco importa: Marsol buca lo schermo. Sempre. 
[...] Su un disegno apparentemente semplificato Marsol riesce a mettere a fuoco una tale mole di dettagli, la maggioranza dei quali portatori di grande ironia, che è impossibile per l'occhio non mettersi in cerca. 
E per ciascuno di loro è rintracciabile un nesso forte con la storia in sé.
 
 Marzo 2020
 
 

 perché
 
si entra molto nel dettaglio e le informazioni, per quanto chiare, sono di una certa complessità. Richiedono quindi un lettore e una lettrice quanto meno delle scuole medie. Sicuramente, la scorrevolezza del testo, l’uso di un linguaggio discorsivo, con una traccia narrativa, aiutano a rendere poco accademico il discorso, senza però perdere in precisione. E’ un esperimento interessante che appartiene al filone sempre più interessante di una divulgazione non più ‘infantile’, ovvero basata sulla semplificazione, rivolta a ragazze e ragazzi di oggi che hanno a disposizione un mare di informazioni, magari mal assortite.
 
 

perché
 
probabilmente dipende dal fatto che l'uovo più di qualsiasi altra forma in natura rappresenta la perfezione (ben più del noto cerchio, da cui di solito non nasce nulla), ma è un fatto incontrovertibile che in questo libro non ci sia nulla che non sia al posto giusto.
Come in un uovo ben fatto.
Non suona azzardato dire che anche lui, come l'uovo, ha una sua armonia interna, un suo equilibrio delle parti che lo rende perfetto allo sguardo.
 
A partire dalla copertina che è un capolavoro di purezza e nello stesso tempo un avviso nei confronti di chi aprirà il libro, per quanto riguarda la particolarissima tecnica che contraddistingue i libri migliori della Teckentrup.  
 
Aprile 2020
 
 

perché
 
l’originalità sta nel aver applicato un format di grande successo di questo stesso editore francese, in italiano sempre tradotto da Gallucci con il nome di collana ‘Scorri e gioca’: una cartotecnica efficace, che fa funzionare le animazioni anche nelle mani dei più piccoli, al servizio di illustrazioni molto chiare, dai colori vivaci e che raccontano oggetti della vita quotidiana, gli animali, le stagioni e così discorrendo. Se guardiamo ai titoli della nuova collana, ‘I colori’ e ‘Le forme’ viene da pensare alla solita , ma proprio solita, rassegna di cerchi e quadrati per spingersi, per i più audaci, fino ai rombi.
Invece la trovata geniale sta nel piegare riproduzioni di opere d’arte di artisti moderni all’illustrazione, appunto, di forme e colori.
 
 
 
perché
 
si riconferma la grande capacità che la  Adbåge dimostra nel raccontare come funziona il pensiero nella mente dei quattrenni.
Senza ritocchi da 'adulta',  racconta i bambini per quello che sono spesso, ovvero imperfetti. Opportunisti, in questo caso.
La prima cosa che salta all'occhio è il racconto di una infanzia, letto attraverso la relazione reciproca tra questo bambinetto (o bambinetta) e sua madre, di fatto quasi l'unica adulta della storia. [...]
Seconda cosa degna di nota è la capacità di raccontare il quotidiano per quello che è. Senza veli. Ancora una volta a partire dal mondo dei bambini che si annoiano stravaccati in mille posizioni differenti, sulla poltrona di casa, in attesa che gli adulti siano pronti (come si differenzia la percezione del tempo tra piccoli e grandi...); che guardano con ammirazione e invidia un adulto che scrive, che si sbrodolano a una festa, che si siedono con le gambe a rana, che lasciano le scarpe in giro.
 
 
Maggio 2020
 
 
perché
 
con grande onestà, Marc ter Horst mette in luce i diversi punti di vista, le obiezioni, spesso di natura economica e politica, alle teorie sul riscaldamento globale; e mette in luce anche il grande bivio che ci aspetta: attrezzarsi ad affrontare i cambiamenti climatici, con il loro portato più o meno catastrofico, o cercare di attaccare le cause di questi processi? Il primo atteggiamento è sostanzialmente tecnologico e cerca di trovare soluzioni pragmatiche, per esempio al moltiplicarsi di eventi meteorologici intensi; l’altro approccio è politico, ma soprattutto culturale, perché mette in discussione il modello di sviluppo oggi dominante.
 
 
 
perché
 
va detto che il fatto che questa sia una storia sostanzialmente vera, molto ben raccontata nei toni da Ivan Cenzi, dà una mano di lucentezza, di vivezza che non può essere ignorata.
Le storie vere ci colpiscono. È così e basta.
Ma qui c'è anche molto altro. 
C'è una lezione sul senso profondo dello sguardo. 
Tra i possibili fattori che concorrono a tenere viva l'attenzione di una persona, catturarne lo sguardo appunto, ce ne sono tre che qui sono molto presenti: il perturbante, l'insolito, l'ambiguo.
 
Giugno 2020
 
 

perché 
 
‘Plasticus maritimus’ è dunque un bel libro di divulgazione, dedicato a un argomento di grande attualità, ma si segnala anche per altri aspetti: il rigore dei contenuti scientifici, sottoposti a più revisioni, la semplicità e la precisione del testo, anche quando si affrontano temi più squisitamente scientifici; la bella impaginazione, fondata sulle illustrazioni coloratissime di Bernardo Carvalho, che accompagnano il testo in ogni pagina, prendendosi un piccolo riquadro o la pagina intera.
 
 
 
perché

La grande fuga, pubblicato postumo, ha il tono del regalo prima di andarsene.
Un regalo che, proprio perché così importante, ha meritato una confezione d'eccezione: le illustrazioni di Kitty Crowther.
Stark e Crowther sono in perfetta sintonia, come pane e burro.
E lo sono perché, nel fare libri, condividono un bel po' di cose.
Almeno sei in elenco, senza parole di commento. [...]
La prima è la capacità di andare in profondità con estrema leggerezza.
La seconda è la serenità, tutta nordica, nei confronti della morte.
La terza è l'esattezza, figlia di una grande coerenza nella costruzione narrativa e nella definizione dei personaggi.
La quarta è la spiritualità, laica, secondo cui tutto può avere un'anima. 
La quinta, connessa alla precedente e anche questa con solide radici nordiche, è la capacità di raccontare la meraviglia.
La sesta è lo sguardo nei confronti dell'infanzia.  
 
[continua]