mercoledì 18 novembre 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

BAMBINI, SEDETEVI AL SOLE E SPLENDETE!

Guarda sotto il letto se c'è della poesia
Ruth Krauss, Sergio Ruzzier (trad. Sergio Ruzzier)
Topipittori 2020
 
 
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
"Vai come una strada.
Apri le braccia come un pino.
Ignora te stesso e fatti venire i nervi.
Rimbalza come una goccia di pioggia.
Dai un calcio alla neve e fai uscir la primavera."

 
Un pugnetto di animali: dai più piccoli insetti alla grande balena, passando per volpi, gatti, i famigerati ruzziertopi, maiali, papere, uccelli, elefanti, serpenti, pesci, un gallo, un rinoceronte (in primo piano), cani, conigli cui si aggiungono un trio di mostri panciuti. Questo è il bestiario che attraversa uno spazio lunare, che solo per necessità si riempie di acqua di mare o di stagno, che solo di rado diventa casa. Arredi essenziali come un letto sotto cui cercare la poesia, una vasca da bagno per cantare, uno specchio per guardarsi male, una porta per farci pranzo, un certo numero di sgabelli di varie altezze. Oggetti, pochi, che sono meno di dieci: 1 spugna, 2 libri, 1 chiave inglese, 1 cacciavite, 1 ombrello, 1 bicchiere, 1 teatrino, 1 tromba, 1 barattolo di vernice viola con pennello, 1 asciugamano e sotto il letto un certo numero di cianfrusaglie che possono essere benissimo trasformate in poesia, in un amen.
 
Ci sono libri che fanno battere il cuore parecchio. E parlarne troppo presto, toglierebbe del tempo alla gioia che si prova, sapendo che sono lì nel tuo scaffale. È un po' come quando ci si dà del tempo per crogiolarsi tra le coperte nel letto, prima di alzarsi e cominciare la giornata. Per paradosso, non scriverne prolunga il piacere... 
 
 
È difficile da spiegare, ma qui va così. E, visto quel certo stacanovismo che mi distingue e certa cattiva coscienza, questo tempo che mi sono concessa cerco di utilizzarlo per fare due ragionamenti, invece che uno.
Se si parte dall'inizio, occorre dire un paio di cose su Ruth Krauss.
E poi, è ovvio, su Sergio Ruzzier.
Chi mi frequenta sa che da anni vado raccontando in giro quanto merito abbia avuto questa signora a metà degli anni Quaranta in America per aver saputo dar voce all'infanzia. Il rigore e l'onestà con cui lo ha fatto, l'ha vista frequentare gli asili di Rowayton, la Harriet Johnson Nursery School della Bank Street School, appena qualche anno prima della Margaret Wise Brown, l'ha vista origliare milioni di volte i dialoghi tra piccoli, comprese le parole che un bambino sulla spiaggia le ha regalato, del tutto inconsapevole, per dare il titolo di un'altra sua raccolta di pensieri dal titolo A hole is to dig. L'ha vista dialogare per anni con la bambina dei suoi amici, vicini di casa, Nina Rowand Wallace, in lunghe passeggiate in cui, di norma, la grande ascoltava e imparava dalla piccola.
In sostanza, Ruth Krauss, che non del tutto incidentalmente era compagna di Crockett Johnson, è in grado di confrontarsi con i bambini in totale assenza di gerarchie: lei si fida di loro e loro si fidano di lei. 
Alla pari.
Lei non inventa bambini, dà loro un posto nella letteratura.
I suoi bambini e il linguaggio che mette loro in bocca e, più in generale, il linguaggio di tutti i suoi testi non è inventato, semmai filtrato da una sua innata capacità poetica. W.D. Snodgrass nel 1958, nel voler definire il tatto del poeta, usa come esempi i libri di Ruth Krauss e mette in luce la sua capacità di dare forma al senso, usando parole 'cruciali' o frasi che fino a quel momento non avevano avuto dignità di stampa. Con questo sancisce, ovviamente, la grande qualità estetica dei suoi testi.
La Krauss soppesa attentamente le frasi nell'assoluto rispetto dei pensieri dei bambini, pensando in modo pragmatico e usando la lingua in modo non ortodosso.
Lascia da parte ogni sentimentalismo e riporta quella che Sendak stesso definisce la 'naturale ferocia dei bambini' perché ha capito quello che Chokovsky ha studiato per una vita intera: le bizzarre e inafferrabili leggi del pensiero dei bambini.
 

Per lei i bambini non sono adulti in miniatura da civilizzare, neppure dolci creature da padroneggiare, ma piuttosto sono persone organizzate con le proprie ambizioni che sono affascinate dal linguaggio e che hanno una esuberanza e un gioia di vita quotidiana e un irreprensibile senso del ridicolo e hanno una idea totalmente differente dagli adulti riguardo a che cosa possa considerarsi divertente.
Per i bambini e le bambine i libri di Krauss sono inesauribili fonti di scoperta, di discussione, di imitazione, di risata. Ascoltate cosa racconta Ruzzier delle sue presentazioni con le classi...
Guarda sotto il letto se c'è della poesia è perfettamente coerente con il magnifico e già citato A hole is to dig, pubblicato nel 1952.
Lo stesso tipo di libro, fatto di frasi isolate che non hanno l'intento di costruire una storia (almeno non nel testo), ma piuttosto quello di dare corpo e profondità di pensiero a una categoria umana: l'infanzia.
Lì fu Sendak a illustrarlo, mettendo bambinetti e bambinette saltellanti sul fondo bianco della pagina, solo caratterizzati da un semplice tratto a china.
Qui Ruzzier sceglie animali come personificazioni che colgono il senso di frasi sciolte, organizzate in un 'disordinato' abecedario poetico.
Per varie ragioni, non credo ci si allontani dal vero a pensare che Ruzzier a quel libro di quasi settantanni prima abbia giocoforza guardato, si sia inchinato al maestro che tanto ha amato e conosciuto, e poi abbia scelto di riprendere (come Sendak avrebbe preteso da lui) la sua personale strada, in assoluta coerenza con la propria poetica. Non prima di averglielo dedicato.
Così come accadde nel 1952, è Sendak a dirlo, il testo della Krauss che Ursula Nordstrom gli sottopose (lui ancora giovanissimo e quasi privo di esperienza) fu per lui immediatamente amatissimo e del tuo congeniale al suo spirito.
Cambia il testo, ma a distanza di sessantasette anni, questa volta è Ruzzier a dirlo, il testo della Krauss che l'editor Nancy Inteli di Harper gli propone lo convince a tal punto dal fargli dire: questo è il mio libro ideale. Mi corrisponde alla perfezione.
Questa analogia fa partire un altro ragionamento sulla capacità che dimostrano alcuni autori e autrici - vere mosche bianche - nel rendere 'naturale' la relazione tra testo e immagine. Autori che lasciano così tanto spazio libero, vuoto, bianco agli illustratori, da rendere la narrazione per figure di assoluto comfort anche per le loro storie. In questo senso Sergio Ruzzier ha potuto costruire sulla leggerezza e profondità delle poche parole della Krauss un suo abecedario animale che spesso e volentieri prende spunto dalle parole, ma va a raccontare anche molto altro. Altre piccole storie che prendono forma.
A ben vedere, questo capita in ogni pagina. In alcune però l'assicella per 'saltare' si alza di parecchio. La complessità di illustrare parole come poesia è evidente a chiunque, eppure Ruth Krauss offre a Ruzzier un assist pazzesco in quel 'sotto il letto' che rende tutto tremendamente concreto (come di fatto è il mondo dei ragazzini) e la poesia nel pennino di Ruzzier diventa scatolina, pennellini, busta di posta aerea, e un pugnetto di altri pezzettini di cose già esistite nel tempo e ora un po' misteriose. E un po' di polvere.
"Cancella tutte le cose brutte", che è di nuovo un contenitore enorme di concetti, Ruzzier lo interpreta con ironia e con un omaggio al viola di Harold. 
 
 
"Di' di sì" è un'altra enormità: un cimento che Ruzzier coglie in un angolino del foglio, facendolo diventare una dichiarazione d'amore tra pennuti. "Fai musica" invece occupa la doppia pagina perché è la cattivissima quanto roboante interpretazione di Ruzzier (lo stesso è il rinoceronte che rende inane lo sforzo di un coniglio a dar cornate come un capretto). 
 
 
Ma anche quelle apparentemente più semplici, ma non meno evocative, come "Cadi come pioggia", diventano, nell'illustrazione, buffe e divertenti nella pioggia di elefanti, la pesantezza fatta animale. Con assoluta coerenza li vediamo saltellare tre pagine dopo. Altre hanno letture interpretative originalissime che decidono di non muoversi dalla concretezza: "Fai fuori le serrature di tutte le porte".
Se ne deduce che intorno a queste frasi c'è tutta l'aria necessaria che le fa essere contemporaneamente legate a una contingenza concreta e nello stesso tempo universali.
E Ruzzier ne approfitta e ci gioca. Si diverte tanto con il testo, sicuro del fatto che lei avrebbe apprezzato, oltre che preteso, tanta gioia e spontaneità. Quella stessa vivacità e spontaneità che aveva subito amato nei bambini e bambine un po' selvatici, ma liberi e veri, che Sendak aveva messo a correre e saltare sulle pagine di A hole is to dig.
Ultimo pensiero, trasversale, lo farei sul tono. Sul tono delle parole, cui i disegni si inchinano. Una voce chiara, forte, decisa. Imperativa, come lo sono tutti i verbi che aprono le pagine: spruzza, canta, danza, cadi, vai, rimbalza, guarda, prova, fai, apri, di', grida. Una voce che incita: "Grida 'Buongiorno, mondo ciccione!'" "Vota per te stesso", "Ruggisci come un dente di leone".
 
R. Krauss, M. Sendak, A Hole Is To Dig, Harper&Collins 1952

Bambini,... sedetevi al sole e splendete!


Carla



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