BAMBINI, SEDETEVI AL SOLE E SPLENDETE!
Guarda sotto il letto se c'è
della poesia,
Ruth Krauss, Sergio Ruzzier (trad. Sergio Ruzzier)
Topipittori 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Vai come una strada.
Apri le braccia come un pino.
Ignora te stesso e fatti venire i
nervi.
Rimbalza come una goccia di pioggia.
Dai un calcio alla neve e fai uscir
la primavera."
Un pugnetto di
animali: dai più piccoli insetti alla grande balena, passando per
volpi, gatti, i famigerati ruzziertopi, maiali, papere, uccelli,
elefanti, serpenti, pesci, un gallo, un rinoceronte (in primo piano),
cani, conigli cui si aggiungono un trio di mostri panciuti. Questo è
il bestiario che attraversa uno spazio lunare, che solo per necessità
si riempie di acqua di mare o di stagno, che solo di rado diventa
casa. Arredi essenziali come un letto sotto cui cercare la poesia,
una vasca da bagno per cantare, uno specchio per guardarsi male, una
porta per farci pranzo, un certo numero di sgabelli di varie altezze.
Oggetti, pochi, che sono meno di dieci: 1 spugna, 2 libri, 1 chiave
inglese, 1 cacciavite, 1 ombrello, 1 bicchiere, 1 teatrino, 1 tromba,
1 barattolo di vernice viola con pennello, 1 asciugamano
e sotto il letto un certo numero di cianfrusaglie che possono essere
benissimo trasformate in poesia, in un amen.
Ci sono libri che
fanno battere il cuore parecchio. E parlarne troppo presto,
toglierebbe del tempo alla gioia che si prova, sapendo che sono lì
nel tuo scaffale. È un po' come quando ci si dà del tempo per
crogiolarsi tra le coperte nel letto, prima di alzarsi e cominciare
la giornata. Per paradosso, non scriverne prolunga il piacere...
È difficile da
spiegare, ma qui va così. E, visto quel certo stacanovismo che mi
distingue e certa cattiva coscienza, questo tempo che mi sono
concessa cerco di utilizzarlo per fare due ragionamenti, invece che
uno.
Se si parte
dall'inizio, occorre dire un paio di cose su Ruth Krauss.
E poi, è ovvio, su Sergio Ruzzier.
Chi mi frequenta sa
che da anni vado raccontando in giro quanto merito abbia avuto questa
signora a metà degli anni Quaranta in America per aver saputo dar
voce all'infanzia. Il rigore e l'onestà con cui lo ha fatto, l'ha
vista frequentare gli asili di Rowayton, la Harriet Johnson Nursery School della Bank Street School, appena qualche
anno prima della Margaret Wise Brown, l'ha vista origliare milioni di
volte i dialoghi tra piccoli, comprese le parole che un bambino sulla
spiaggia le ha regalato, del tutto inconsapevole, per dare il titolo
di un'altra sua raccolta di pensieri dal titolo A hole is to dig.
L'ha vista dialogare per anni con la bambina dei suoi amici, vicini
di casa, Nina Rowand Wallace, in lunghe passeggiate in cui, di norma, la grande ascoltava
e imparava dalla piccola.
In sostanza, Ruth
Krauss, che non del tutto incidentalmente era compagna di Crockett Johnson, è in grado di confrontarsi con i bambini in totale assenza
di gerarchie: lei si fida di loro e loro si fidano di lei.
Alla pari.
Lei non inventa
bambini, dà loro un posto nella letteratura.
I suoi bambini e il
linguaggio che mette loro in bocca e, più in generale, il linguaggio
di tutti i suoi testi non è inventato, semmai filtrato da una sua
innata capacità poetica. W.D. Snodgrass nel 1958, nel voler definire
il tatto del poeta, usa come esempi i libri di Ruth Krauss e mette in
luce la sua capacità di dare forma al senso, usando parole
'cruciali' o frasi che fino a quel momento non avevano avuto dignità
di stampa. Con questo sancisce, ovviamente,
la grande qualità estetica dei suoi testi.
La Krauss soppesa attentamente le frasi nell'assoluto rispetto dei
pensieri dei bambini, pensando in modo pragmatico e usando la lingua
in modo non ortodosso.
Lascia da parte ogni sentimentalismo e riporta quella che Sendak
stesso definisce la 'naturale ferocia dei bambini' perché ha capito
quello che Chokovsky ha studiato per una vita intera: le bizzarre e
inafferrabili leggi del pensiero dei bambini.
Per lei i bambini non sono adulti in miniatura da civilizzare, neppure dolci creature da padroneggiare, ma piuttosto sono persone organizzate con le proprie ambizioni che sono affascinate dal linguaggio e che hanno una esuberanza e un gioia di vita quotidiana e un irreprensibile senso del ridicolo e hanno una idea totalmente differente dagli adulti riguardo a che cosa possa considerarsi divertente.
Per
i bambini e le bambine i libri di Krauss sono inesauribili fonti di
scoperta, di discussione, di imitazione, di risata. Ascoltate cosa
racconta Ruzzier delle sue presentazioni con le classi...
Guarda
sotto il letto se c'è della poesia
è perfettamente coerente con il magnifico e già citato A
hole is to dig,
pubblicato nel 1952.
Lo
stesso tipo di libro, fatto di frasi isolate che non hanno l'intento
di costruire una storia (almeno non nel testo), ma piuttosto quello
di dare corpo e profondità di pensiero a una categoria umana:
l'infanzia.
Lì
fu Sendak a illustrarlo, mettendo bambinetti e bambinette saltellanti
sul fondo bianco della pagina, solo caratterizzati da un semplice
tratto a china.
Qui
Ruzzier sceglie animali come personificazioni che colgono il senso di
frasi sciolte, organizzate in un 'disordinato' abecedario poetico.
Per
varie ragioni, non credo ci si allontani dal vero a pensare che
Ruzzier a quel libro di quasi settantanni prima abbia giocoforza
guardato, si sia inchinato al maestro che tanto ha amato e
conosciuto, e poi abbia scelto di riprendere (come Sendak avrebbe
preteso da lui) la sua personale strada, in assoluta coerenza con la
propria poetica. Non prima di averglielo dedicato.
Così
come accadde nel 1952, è Sendak a dirlo, il testo della Krauss che
Ursula Nordstrom gli sottopose (lui ancora giovanissimo e quasi privo
di esperienza) fu per lui immediatamente amatissimo e del tuo
congeniale al suo spirito.
Cambia
il testo, ma a distanza di sessantasette anni, questa volta è
Ruzzier a dirlo, il testo della Krauss che l'editor Nancy Inteli di
Harper gli propone lo convince a tal punto dal fargli dire: questo è
il mio libro ideale. Mi corrisponde alla perfezione.
Questa
analogia fa partire un altro ragionamento sulla capacità che
dimostrano alcuni autori e autrici - vere mosche bianche - nel
rendere 'naturale' la relazione tra testo e immagine. Autori che
lasciano così tanto spazio libero, vuoto, bianco agli illustratori,
da rendere la narrazione per figure di assoluto comfort anche per le
loro storie. In questo senso Sergio Ruzzier ha potuto costruire sulla
leggerezza e profondità delle poche parole della Krauss un suo
abecedario animale che spesso e volentieri prende spunto dalle
parole, ma va a raccontare anche molto altro. Altre piccole storie
che prendono forma.
A
ben vedere, questo capita in ogni pagina. In alcune però l'assicella
per 'saltare' si alza di parecchio. La complessità di illustrare
parole come poesia
è evidente a
chiunque, eppure Ruth Krauss offre a Ruzzier un assist pazzesco in
quel 'sotto il letto' che rende tutto tremendamente concreto (come di
fatto è il mondo dei ragazzini) e la poesia
nel pennino di Ruzzier diventa scatolina, pennellini, busta di posta
aerea, e un pugnetto di altri pezzettini di cose già esistite nel
tempo e ora un po' misteriose. E un po' di polvere.
"Cancella
tutte le cose brutte",
che è di nuovo un contenitore enorme di concetti, Ruzzier lo
interpreta con ironia e con un omaggio al viola di Harold.
Ma
anche quelle apparentemente più semplici, ma non meno evocative,
come "Cadi come
pioggia",
diventano, nell'illustrazione, buffe e divertenti nella pioggia di
elefanti, la pesantezza fatta animale. Con assoluta coerenza li
vediamo saltellare tre pagine dopo. Altre hanno letture
interpretative originalissime che decidono di non muoversi dalla
concretezza: "Fai
fuori le serrature di tutte le porte".
Se
ne deduce che intorno a queste frasi c'è tutta l'aria necessaria che
le fa essere contemporaneamente legate a una contingenza concreta e
nello stesso tempo universali.
E
Ruzzier ne approfitta e ci gioca. Si diverte tanto con il testo,
sicuro del fatto che lei avrebbe apprezzato, oltre che preteso, tanta
gioia e spontaneità. Quella stessa vivacità e spontaneità che
aveva subito amato nei bambini e bambine un po' selvatici, ma liberi
e veri, che Sendak aveva messo a correre e saltare sulle pagine di A
hole is to dig.
Ultimo
pensiero, trasversale, lo farei sul tono. Sul tono delle parole, cui
i disegni si inchinano. Una voce chiara, forte, decisa. Imperativa,
come lo sono tutti i verbi che aprono le pagine: spruzza, canta,
danza, cadi, vai, rimbalza, guarda, prova, fai, apri, di', grida. Una
voce che incita: "Grida
'Buongiorno, mondo ciccione!'"
"Vota per te
stesso", "Ruggisci
come un dente di leone".
Bambini,... sedetevi al sole e splendete!
Carla
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