SCRICCIOLO LO SCUDIERO
Come per magia, a venticinque anni
dalla morte, il nome di Michael Ende compare come autore di una
novità: si tratta di ‘Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il suo
scudiero’, pubblicato da De Agostini. In realtà lo scrittore
tedesco di questa storia ha scritto i primi tre capitoli, mentre il
completamento del romanzo si deve a Wieland Freund.
In breve, la trama: Rodrigo Gambarozza
è un brigante fasullo, vive nel suo tetro castello coltivando il suo
orto e la collezione di cactus; per tenere alla larga gli importuni,
i briganti e i malfattori di ogni risma, ha deciso di crearsi la
nomea di brigante egli stesso, disseminando i sentieri che portano al
suo maniero di finte ossa, finte lapidi e ammonimenti all’incauto
viandante.
Scricciolo è invece un ragazzino,
vestito come un arlecchino e con una vistosa chioma rossa, figlio di
teatranti, che vanno in giro con il loro carro pieno di marionette,
in compagnia del pappagallo Socrate.
Scricciolo non ama la vita che fa e di
conseguenza decide di diventare lo scudiero del brigante più
temibile della zona, il nostro Rodrigo. Per questo, scappa e
attraversa la temibile Foresta dei brividi, popolata da druidi di
palude, gnomi delle radici e coboldi, ovvero folletti dispettosi.
Alla fine di questo lungo e periglioso percorso arriva al portone del
maniero e inutilmente aspetta che il brigante venga ad accoglierlo.
Lo farà solo quando il povero Scricciolo si addormenterà
febbricitante. Rodrigo si prende cura del ragazzino e, una volta
guarito, intende mandarlo via; ma Scricciolo è veramente ostinato e
otterrà almeno di sostenere una prova di coraggio, che Rodrigo
inventa pur di toglierselo di torno.
Ne segue un rocambolesco rapimento di
una principessa, Flip, unica erede del malinconico Re Kilian; ma a
questo evento se ne intrecciano altri che vedono protagonisti un mago
avido e spregiudicato, un medico di corte sospettoso e un drago nero
che aspira a riposare sopra un tesoro, mentre i genitori di
Scricciolo lo cercano disperatamente coinvolgendo il riluttante
Rodrigo.
A dipanare l’intricata matassa riesce
il saggio Socrate, che mette in fuga drago e mago, mentre tutti si
ritrovano e si riappacificano.
Insomma, una trama piena di intrighi,
false magie, colpi di scena e molto divertimento.
Il romanzo, non troppo lungo, è
chiaramente rivolto a un pubblico di lettrici e lettori ancora
dentro al mondo incantato delle fiabe, ma già pronto a scombinarne
le trame, a ridere sui luoghi comuni, qui enfatizzati, e sui
personaggi tipici: principesse e pretendenti poveri che però hanno
dalla loro il destino, maghi, draghi che parlano e così discorrendo.
L’impressione che si ha è che anche
l’autore, Wieland Freund, si sia molto divertito ad utilizzare il
materiale lasciato da Ende per farne una storia comica, basata sugli
elenchi e le ripetizioni, con prevedibile successo nel pubblico
infantile, ma senza disdegnare un omaggio indiretto al Maestro,
grazie a sottili riferimenti alla storia che entra nella vita e
viceversa, con il pappagallo Socrate che cerca di capire come finirà
l’avventura, studiando il finale nei libri di fiabe.
Perfetto per la lettura ad alta voce a
partire dai sette anni, richiede un paio di anni in più per la
lettura autonoma.
Eleonora
“Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il
suo scudiero”, M. Ende e W. Freund, ill. di R. Kehn, De Agostini
2020
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