SOPRAVVIVERE
Come nel precedente romanzo, ‘The Skeleton Tree’, pubblicato anch’esso dalle Edizioni San Paolo, in ‘Fuoco sul Monte senza Testa’ tradotto da Christina Mortara, Iain Lawrence, si conferma come uno scrittore votato ai romanzi d’avventura.
Protagonista di questo romanzo è Virgil Pepper, dodicenne, in viaggio col fratello diciannovenne Joshua e la sorella, anche lei più grande, Kaitlyn. Stanno portando l’urna con le ceneri della madre verso l’amatissimo Little Lost Lake, un lago sperduto nella foresta canadese. Il padre, uno scrittore, non ha voluto andare con loro. I tre fratelli partono sul camper di famiglia, ‘Rusty’ e si inoltrano nella strada, chiamata Il Cimitero, che porta al lago; stanno ripercorrendo un viaggio che hanno fatto tante volte con la madre, scienziata e naturalista. Virgil ricorda con esattezza quante cose la madre gli ha mostrato, come gli ha insegnato a orientarsi nel bosco, di cosa e di chi avere veramente paura.
Si scatena una tempesta di fulmini, che, nell’altro versante della montagna, incendia un abete secolare, scatenando un incendio.
Questo i tre ragazzi non lo sanno, sono invece preoccupati perché il loro camper si ferma e non sembra intenzionato a ripartire. Siamo in una zona tutt’altro che turistica, il cellulare non ha campo, non passano macchine, non ci sono centri abitati vicini, sono partiti dimenticandosi le provviste a casa. Joshua, dopo la prima notte popolata da richiami agghiaccianti, che alimentano la leggenda del Sasquatch, una sorta di yeti locale, decide di partire a piedi da solo per cercare aiuto. Sarà il primo di loro ad avvistare l’incendio, che nel frattempo le guardie forestali decidono di lasciar bruciare, sottovalutandone la potenziale estensione.
Virgil è un ragazzino pieno di risorse e con grande fatica e mezzi di fortuna, riesce a riparare il camper; deve essere avviato a spinta e nel farlo, più o meno maldestramente, perde il contatto con la sorella, infortunata. L’incendio li ha raggiunti, sembra impossibile qualunque cosa, anche se gli elicotteri perlustrano la zona.
Non è davvero possibile dire di più senza svelare le svolte narrative del romanzo, che ha alcuni incontestabili punti di forza: una potente descrizione della natura selvaggia, raccontata senza romanticismo, in tutta la sua potenza e pericolosità, rappresentata dall’incendio stesso, dagli animali selvatici come gli orsi e i puma; la scelta di un protagonista, Virgil, fragile ma dotato di capacità non indifferenti, che mette all’opera ricordando gli insegnamenti della madre. Viene facile qui il parallelo con l’episodio realmente accaduto in Colombia, dove quattro ragazzini sono riusciti a sopravvivere per quaranta giorni nella giungla. E dunque, una lezione di sopravvivenza legata alla conoscenza del mondo naturale, dei suoi abitanti, dei fenomeni atmosferici; conoscenza che non nasconde le pericolosità della natura, ma non cerca di piegarla alle esigenze umane.
Virgil è un personaggio a metà strada fra il mondo infantile e quello degli adulti, crede alle leggende, ha paura del buio, ma si fa forte di quello che la madre gli ha insegnato: soprattutto non si arrende, anche quando tutto sembra perduto.
Scritto con ritmo incalzante, alternando la storia dei tre ragazzi con le azioni delle squadre di soccorso, il romanzo è un vero romanzo d’avventura, che molto deve, nel continente nordamericano, a Paulsen.
Sono certa che piacerà moltissimo a lettrici e lettori, a partire dai dodici anni, che amino l’avventura, la natura per come è e non come una bella cartolina; è un romanzo che tiene con il fiato sospeso, in cui non si vede l’ora di scoprire come andrà a finire, ma anche una storia che parla di legami che non finiscono mai, lezioni che, impresse nella memoria, possono anche salvarti la vita.
Eleonora
“Fuoco sul Monte senza Testa”, I. Lawrence, trad. C. Mortara, Edizioni San Paolo 2023