lunedì 26 giugno 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

TRA CHATTARE E INTRECCIARE

Il nostro piccolo paradiso, Marianne Kaurin (trad. Lucia Barni) 
La Nuova Frontiera Junior 2023 




NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni) 

"Vilmer sarà forse il vicino di casa più irritante del mondo, ma se è da un pezzo che sei reclusa in casa, non puoi fare troppo la schizzinosa. Inoltre sembra davvero stupido e buffo mentre danza tutt'intorno sull'asfalto del cortile più brutto della Norvegia. Tiro fuori il telefonino dalla tasca. Cerco il messaggio ricevuto, da un numero sconosciuto, dal ragazzo che sta ancora ballando nella notte estiva, e gli rispondo. 'Niente Tropici' scrivo e osservo dalla finestra cosa succede. Lui interrompe il suo ballo, prende il telefono. Guarda verso di me. E sento un bip. 'Ci vediamo domani?' c'è scritto sul mio schermo." 

Cosa è successo prima. Ultimo giorno di scuola. Arriva un nuovo compagno di classe. Riccioli, grandi occhi, incisivo storto e maglietta improbabile. Ina lo guarda: non è il suo tipo. Troppo sfigato. 
La prof, prima di chiudere l'anno scolastico, chiede a tutti quali saranno le mete delle loro vacanze: fioccano nomi di luoghi esotici e da sogno. Solo lui, il nuovo arrivato che si chiama Vilmer, dichiara di restare a casa perché suo padre è in bolletta. 
In verità anche Ina non andrà in vacanza, perché anche sua madre è al momento disoccupata, ma lei, che patisce la pressione sociale esercitata in particolare da due sue compagne, sfodera una balla dell'ultimo minuto: andrà con sua madre ai Tropici. 
Ora, la sorte vuole che Ina e Vilmer abitino nello stesso grande condominio Trine, con scale che arrivano fino alla lettera J... Vista la sua bugia, a Ina tocca passare le sue giornate tappata in casa per paura di essere scoperta, ma Vilmer, complice la vicinanza, un giorno la vede e capisce che forse i Tropici non è proprio il posto dove lei sta trascorrendo le sue vacanze. 
Questa è la storia della loro vacanza ai Tropici, che effettivamente non sono una località precisa ma piuttosto un luogo in cui ci sia sabbia, una piscina, un lounge bar e tramonti mozzafiato. E si trovi a Sud. 
Forse per quei due, i loro personalissimi Tropici sono anche molto di più: uno stato dell'anima. 
Questo, almeno fino al momento in cui qualcuno non decida di indagare....

Almeno tre sono le questioni che questo libro norvegese, tradotto ovunque e pluripremiato anche con il Deutscher Jugendliteraturpreis nel 2021, mette nero su bianco. 
La prima, decisamente la meno scontata e la più felice anche in senso letterario, è il grande 'progetto' di questi due ragazzini che non vanno in vacanza. 
Pieni di bellezza e tenerezza gli esiti cui porta. 
La seconda, non esattamente una novità nella letteratura rivolta ai più giovani, ruota intorno a una questione centrale: la pressione che ogni persona avverte su di sé da parte del prossimo. In questo caso appare declinata in un contesto in cui ragazzi e ragazze dodicenni, più o meno consapevolmente, la esercitano e la subiscono giorno dopo giorno. Soprattutto tra i banchi di scuola. Va da sé che la storia metta davanti ai lettori la grande domanda: qual è il prezzo che si è disposti a pagare per essere accettati dagli altri? 
La terza, a quest'ultima strettamente connessa, è la questione della comunicazione virtuale. Che è tale nelle sue forme, ma diventa reale nel momento in cui è l'unico canale attraverso cui testimoniare la propria esistenza in vita. E anche in questo caso le procedure per rendersi visibili, per sentirsi vincenti hanno un costo. Spesso alto. 
Salvo poi, leggere tra le righe, che alla resa dei conti tutto quello che passa per la finzione, finzione resta. 
A stravincere sulla distanza non sono le chat, ma le dita intrecciate. 
Tra loro molto diversi, Ina e Vilmer nuotano in queste acque. 
Rispetto a tutti gli altri personaggi di contorno, che forse appaiono troppo semplificati nel loro ruolo, Ina e Vilmer sono un'altra cosa.
Tra loro molto diversi: soprattutto nella percezione del mondo che li circonda, e soprattutto diversamente permeabili nei confronti dell'esterno. 
Forse per storia personale, o forse più semplicemente per carattere, tra Ina e Vilmer c'è una grande differenza nelle modalità scelte per restare a galla. 
Ina è in cerca di affermazione e di successo e pensa che per ottenerlo, anche a costo di mentire, debba entrare a far parte del gruppo dei 'vincenti'. Mente a scuola, ma mente anche a sua madre, facendole credere che è una ragazzina con una vita sociale dignitosa. Non vede altre vie. 
Al contrario, Vilmer della sua condizione non fa mistero e cerca soluzioni personali che possa poi gestire senza nascondersi o mostrarsi per quello che non è. 
Quindi di fronte a un'estate a casa hanno due reazioni ben diverse: una si nasconde, l'altro costruisce l'alternativa. 
La cosa bella è appunto la sua capacità di mettere in piedi 'qualcosa' che abbia un senso, anche se all'apparenza sembra più che altro un gioco da bambini. 
La costruzione da parte sua di uno scenario che possa ricordare i Tropici sognati da Ina è il suo modo di volerle bene, il suo originalissimo modo di dirle che lui è - veramente - dalla sua parte. Lento, ma sicuro, Vilmer la accoglie in un abbraccio fatto di attenzioni, di generosa condivisione di tempo e pensieri cui Ina, la fragile Ina, non sa e poi non vuole sottrarsi. Così anche lei, lenta ma sicura, accetta il gioco, accetta quel bene e, quasi inconsapevolmente, lo ricambia. E addirittura rilancia. 
L'allestimento dei loro personalissimi Tropici la vede parte attiva: piscinetta, tramonto da parati e suppellettili varie sono il suo contributo. Ma la cosa più bella che lei fa è quella di sognare. Di sognare da sola e di sognare in due. Ormai anche lei è dentro al gioco e giocare le piace e le piace farlo con Vilmer. 
Una finzione, uno scenario unico - tutto finto - per contenere qualcosa di meravigliosamente vero. 

Carla

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