TRA CUORE E GOLA
Viaggia verso
Poesie nelle tasche dei jeans,
Chiara Carminati Pia Valentinis
Bompiani 2018
POESIA
"SILENZIO
Corpo a corpo
ho lottato con le
parole
le ho pressate
piegate distese
schiena a terra
le ho attese
in lentissimi
agguati le ho
avvinghiate con
furia e confuse
tra loro roventi ma
poi
eccole chiuse
tra cuore e gola
niente da dire
c'è da sentire
solo il
."
Si chiude così Viaggia
verso: poesie nelle tasche dei jeans.
Che
alluda al silenzio che conclude il bellissimo lavoro di una poetessa,
che alluda al silenzio di chiunque non sia in grado di dare voce al
proprio discorso, che alluda al silenzio, altrettanto bello, che si
ha quando le parole sono finite (e il libro si chiude) poco importa.
La grandezza della poesia sta in questo: nell'essere capace di
accendere i 'fuochi' personali che ognuno cova per sé. Tanto più la
poesia è buona tanto più la linea di confine tra l'intenzione e
interpretazione può dilatarsi.
Questo
è per dire che la poesia è per tutti. È di tutti.
Tuttavia
alcuni punti fermi cui Chiara Carminati, come un ragno, àncora la
propria tessitura per catturare un lettore ideale sono visibili e
condivisibili.
Si
può partire dal primo, quei jeans e quelle tasche del titolo. I
jeans e le tasche sono metafora di un tempo, di un'età, ma
soprattutto di un modo di stare al mondo. Non riguardano l'infanzia,
ma piuttosto l'età dell'indipendenza, del distacco, della misura di
sé. I primi jeans li indossano creature in crescita che si
confrontano con la necessità di provare a stare sulle proprie gambe.
E
le tasche rimandano a quelle degli 'anni in tasca'.
La
Carminati così si incammina in quella direzione ed esplora il
territorio e avvisa i propri lettori: sto parlando di voi, ragazzi e
ragazze. Di voi, a voi che la poesia vi hanno insegnato a temerla se
non addirittura a odiarla (Perché
odio la poesia).
A
conferma che i jeans e le tasche, così come le parole 'viaggio' e
'verso' (quest'ultima nella geniale doppia accezione di preposizione
e di sostantivo: una 'carminata'!) alludano a una strada da fare e
quindi a una meta da raggiungere, si evidenziano altri ancoraggi
della sua tela intorno all'adolescenza.
Il
primo: la fragilità. È
l'insicurezza di sé, di fronte all'altro, di fronte al gruppo:
ovvero la sensazione di essere diversi, di non essere capiti, di non
essere all'altezza, di non essere visti o ricordati, di essere
giudicati (Dov'è il trucco?,
Vicky chi?, Ho rotto
lo specchio, Compagni,
Però piove)
Ciuffo
in alto
sguardo
in basso
mi
nascondo quando posso
mi
confondo quando passo...
Il
secondo: la potenza.
Opposto al precedente, è
la fierezza di sé, di fronte all'altro, di fronte al gruppo: ovvero
la volontà di essere se stessi, diversi, la certezza di essere
all'altezza, di essere apprezzati, visti o ricordati (Buoni
propositi, Persona Mancante, Escluso, Bici)
...Ciuffo
in basso
sguardo
altero
punto
il mondo come un faro
pelle
azzurra smalto nero
Il
terzo: le metamorfosi.
È la consapevolezza o la sensazione di incarnare un 'altrove', di
essere in mezzo al guado, di aver lasciato indietro qualcosa e di
avere davanti qualcos'altro (Cresco
non cresco, Sono non sono, Due di tutti, Ci sono
giorni)
E in
mezzo
in
bilico
tra
prima e poi
ci
siamo noi
Il
quarto: la 'rete' di
protezione. Quel luogo virtuale di relazioni virtuali qui trova
spessore nel tentativo di andare al di là di se stesso per ridare ai
rapporti umani corpo, forma e soprattutto anima (Nickname,
Nati digitali, Chat sciatt)
E non
so dove
cliccare
per
dire
'mi
dispiace'.
Il
quinto: l'amicizia tra
farfalle (Souvenir, Happy hours, Tradimento,
Amiche di classe).
Quell'amicizia effimera, che basta un nulla per sovvertirla e
trasformarla in dispetto, antipatia. Un mondo che, con Chiara
Carminati definirei, senza dubbio, tutto femminile.
Il
sesto: l'amore,
in discesa e in salita. Nelle sue molteplici espressioni: quello che
crea scompiglio, quello che si impasta con la timidezza, quello che
fa affondare, quello che fa litigare, quello che è per sempre, forse
(Tu eri dentro, io
ero fuori,
Falling in love,
Litighiamo,
Il resto,
Serratura rotta)
PRIMO
AMORE
Ti
mi
do
Con
più di sei punti di attacco si ha già una tela di ragno ben solida
e bellissima a vedersi. Ed è proprio di questa bellezza che non si
può tacere. Chiara Carminati e Pia Valentinis in bianco e nero
(amiche profonde, niente farfalle) incidono sulla pagina con i loro
rispettivi codici, condividendo leggerezza di segno, ironia, capacità
di tenere vigile l'orecchio e l'occhio con meravigliosi 'duetti' sul
senso (o sensi) di immagini e testo.
Tessitura
e tela hanno segnato il principio di questa interminabile riflessione
che sarebbe bello concludere, per assurdo, con un punto di partenza -
nel senso letterale del termine (d'altronde ogni tela di ragno
comincia da un punto). Il primo punto che si fa, cucendo, e che segna
l'avvio del percorso di un filo. Quale sarà il suo tragitto non è
dato sapere in anticipo, ma di certo a questo filo per andare avanti
'fa bene' un nodo fermo da cui iniziare.
Il
senso di ciò vale per tutti. È di tutti.
E
anche questo cerchio mi pare chiuso.
Carla
NOTERELLA
AL MARGINE. Purtroppo non è superfluo ribadire che un libro del
genere dovrebbe entrare nelle tasche di tutti quegli adulti che per
professione o per passione abbiano a cuore la formazione della
persona. Anche la propria.
La
poesia si riconferma necessaria.