BATTAGLIA DI TROLL
Sono
arrivata a questo libro soprattutto per curiosità, dettata dalla
inconsueta accoppiata dei due autori, Guillermo del Toro,
sceneggiatore e regista, e Daniel Kraus, che conoscevo come autore,
fra l'altro, di L'estate del coprifuoco. Questo romanzo ha un
sotterraneo legame con quello di cui vi parlo oggi: infatti anche in
quello la chiave narrativa consisteva nella sparizione di un bambino
e nella presenza di un misterioso furgone.
Qui, in
Trollhunters, di bambini ne spariscono parecchi, a cominciare
dallo zio del protagonista, scomparso nel nulla mentre andava col
fratello in bicicletta. Il fratello sopravvissuto, Jim, non si è più
ripreso da quell'esperienza e vive barricato in casa insieme al
figlio Jim jr. Ma non ci sono difese contro i troll, se sono decisi a
venirti a prendere, anche nel tuo letto.
Il
giovane Jim si trova catapultato una prima volta nel 'mondo di
sotto', pieno di oscurità e mostruosità, come è ovvio immaginare.
Riesce a fuggire e a condurre per qualche giorno una vita quasi
normale, con il suo amico imbranato Tub e la bella della scuola, la
scozzese Claire, di cui è segretamente innamorato.
Se le
prime battute del romanzo hanno una chiave spiccatamente horror, con
dettagliate descrizioni di bave, liquami, budella e fetori, via via
il tono si alleggerisce e acquista una chiave ironica, comica,
grottesca; molti adulti umani sono ben più 'mostruosi' delle
creature orribili che popolano anfratti e gallerie sotterranee. Anche
perché si scopre, procedendo nella lettura, che non tutti i troll
sono cattivi e che il povero Jim si è trovato catapultato in
un'epica battaglia fra buoni e cattivi, con evidenti conseguenze per
il genere umano. Guarda caso a guidare l'esercito, 'nostrano', di
troll buoni c'è proprio Jack, lo zio scomparso tanti anni prima,
imprigionato nella sua adolescenza e nel suo ruolo di cacciatore di
troll.
Si
avvicina il giorno fatidico in cui la ricostruzione di un antico
ponte inglese darà il via all'invasione dei crudeli troll di Gunmar,
il più potente e nefasto fra i troll 'cattivi', provenienti dal
Vecchio Continente.
Non
posso rivelare di più della trama , densa, come gli autori
promettevano, di colpi di scena, alcuni dei quali veramente gustosi;
vorrei però individuare alcuni punti: c'è un lato serio, serissimo
in questo racconto, che consiste nel dar voce a una paura direi
atavica, quella della sparizione dei bambini, del loro rapimento e
dell'uso dei loro corpi. E' una paura reale, presente in qualsiasi
comunità, anche nella nostra. A questa paura si può rispondere in
molti modi; questo, con una storia horror, fantasy, epica e molto
ironica, è un evidente esorcismo. Sono i mostri a rapire i bambini e
i mostri possono essere combattuti.
In
secondo luogo, c'è il tema della paura dei bambini e dei ragazzi: il
mostro sotto il letto o dentro l'armadio, l'orrore che in ogni
descrizione perde progressivamente forza e si trasforma nel suo
opposto, nel comico.
C'è
infine il grande divertimento dei due autori che giocano con un
genere per farne a ogni pagina quello che vogliono, inventando
mostri, orrori e colpi di scena con grande prolificità.
Alla
fine, è un romanzo spiccatamente di genere, sicuramente gradito a
chi predilige la chiave horror, ma, come come ho detto prima, non
solo. Si legge con grande facilità ma le sue trecentocinquanta
pagine richiedono una lettrice o un lettore già allenati, dai dodici
anni in poi, e pronti ad affrontare battaglie notturne con armi
improbabili e alleati poco allettanti.
Eleonora
“Trollhunters”,
G. Del Toro, D. Kraus, De Agostini 2015
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