JONAS
Come ho avuto modo di sottolineare, con
una qualche prudenza si stanno sviluppando produzioni che, nell’ampio
settore della letteratura di genere, esplorano il territorio delle
storie di paura.
Lo fa anche Francesco Carofiglio, che
qui esordisce come autore per ragazzi, con ‘Jonas e il Mondo Nero’,
pubblicato da Piemme con il marchio Battello a vapore, a fugare
qualsiasi dubbio sui destinatari del romanzo.
Si tratta di un romanzo densissimo di
riferimenti letterari, dai maestri della paura Stephen King e Neil
Gaiman, a Carroll, alla Storia infinita di Ende alle suggestioni
mostruose di Lovecraft. E questa ‘densità’ è sicuramente un
punto di forza, ma nello stesso tempo anche un limite, per i troppi
richiami a situazioni già descritte, ovviamente con modalità e
stili diversi.
In breve, la trama: Jonas è un
ragazzino, un dodicenne qualsiasi, dalla vita qualsiasi: pochi amici,
una famiglia un po’ triste e strani presentimenti, che gli
permettono di vedere creature oscure che si muovono in mezzo alle
persone normali. Jonas è, ovviamente, un prescelto a sua insaputa, è
l’unica persona che può impedire che i due mondi paralleli, quello
che vivono le persone normali e l’oscuro mondo di sotto, entrino in
contatto. Lui può impedire che il mondo dell’oscurità si
impadronisca, nel Giorno degli Incroci, del mondo normale e lo
travolga. Essendo lui ignaro del proprio ingrato compito, alcune
creature dell’Extramondo, una sorta di mondo ‘di mezzo’, si
occupano del suo addestramento e della sua protezione.
Abbiamo quindi un mondo al limite del
distopico, un mondo freddo e grigio in cui l’oscurità ha
cominciato ad insinuarsi; e un anti-eroe, Jonas che non è
esattamente un ragazzo di successo: come non pensare a Standish e al suo mondo sull’orlo della perdizione? La descrizione del
personaggio principale è sicuramente una delle parti migliori del
romanzo, con le sue piccole manie, la solitudine, la difficoltà a
districarsi nel mondo dei sentimenti. Sembra del tutto inadatto a
rivestire i panni dell’eroe e invece trova in se stesso la forza
per affrontare la ‘prova’.
Il mondo dell’oscurità richiama
moltissimo i mondi di Lovecraft, con tanto di porte e di guardiani
che impediscono alle oscene mostruosità di invadere il mondo umano.
Anche qui il mostruoso si annida appena un po’ più sotto del mondo
normale, nelle oscure gallerie che si stendono sotto la città; anche
qui l’oscurità si manifesta dove meno te l’aspetti,
infiltrandosi in luoghi della vita quotidiana.
Se ricordate anche Guillermo del Toro,
con Trollhunters, si era cimentato con questo schema di narrazione, con il mondo di
sotto, in questo caso quello dei Troll rapitori di bambini, che si
manifesta esattamente dove un bambino penserebbe , cioè sotto il suo
letto; qui l’horror, con le descrizioni dei mostri, si mescola con
una robusta dose di umorismo, che ovviamente cambia il tono di tutta
la narrazione.
Carofiglio non segue certo questa
strada, al contrario dipinge atmosfere via via più cupe e
inquietanti, aggiungendo rivelazioni che rendono imminente il giorno
fatale.
Nella sua densità letteraria, fatta di
molte letture ‘di genere’, il romanzo può costituire un
apri-porta non verso l’oscurità ma verso le sterminate praterie
delle storie di mistero e di paura, con una bella dose di
immaginazione.
Lo immagino adatto a lettrici e lettori
già abbastanza allenati, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Jonas e il mondo nero”, F.
Carofiglio, Piemme 2018
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