DELLA GENTILEZZA
LupoGuido 2023
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"A Martha piaceva tantissimo preparare la zuppa di piselli.
A volte ne faceva così tanta che stava ai fornelli tutto il giorno.
Pentoloni e pentoloni di zuppa di piselli.
Se c'era una cosa che a George non piaceva affatto, questa era la zuppa di piselli.
Per dirla tutta, George detestava la zuppa di piselli più di ogni altra cosa al mondo.
Ma era impossibile dirlo a Martha."
Così accade che quella sera, dopo la decima scodella di zuppa, George non ce la fa più e ne versa un bel po' nelle sue pantofole che sono sotto il tavolo.
Martha se ne accorge e la verità viene fuori. Ma gli amici non dovrebbero sempre dirsi la verità? Sì, dovrebbero. Ma hanno anche paura del dispiacere che potrebbero provocare.
Confessione per confessione, anche Martha, della zuppa di piselli in realtà, ama solo prepararla. Nessuna fatica dunque per lei abolirla dal menu. Sostituendola amabilmente con dei friabili biscotti al cioccolato.
Ed è così che Martha e George, due ippopotami tra loro grandi amici, entrano nella nostra vita.
Lo fanno alla grande, ma con un sensibile ritardo che, ci spiega Sendak nella prefazione del 1997, dipende soprattutto dalla costante sottovalutazione da parte delle critica di questo grande autore statunitense.
Attraverso i quattro libri che contengono rispettivamente cinque storie, per un totale di venti racconti brevi e fulminanti, capiamo che siano costoro.
Amici che si frequentano con molta assiduità. Entrano quotidianamente nelle loro reciproche esistenze. Talvolta dalla porta, talaltra dalla finestra. Condividono esperienze: il cinema di paura, il luna park o una giornata al mare senza crema. E quando invece i loro progetti non incontrano il favore dell'altro, succedono cose piuttosto spassose. Tra loro alcune certezze che condividono: la più importante di tutte è che sono tra loro molto amici. Quindi, in linea di massima, sono tra loro rispettosi, benevoli, quindi gentili.
Ecco, la gentilezza mi pare il tratto 'rivoluzionario' di queste storie che hanno un bel po' di anni sulle spalle. Tratto che già Sendak nella sua prefazione, parlando dell'arte dell'amicizia, definisce dolce calore. Insomma, chiarisce, aveva la capacità di rimproverare ma anche quella - catartica - di amare e perdonare.
Il portato 'rivoluzionario' sta proprio in questa disposizione d'animo che si riflette in tutte le storie di Martha e George.
Su venti che ne sono, solo due (peraltro le mie preferite) non si appianano nel finale: la prima finisce con una vasca da bagno messa per cappello (non va dimenticato che un ippopotamo ha tutte le forze necessarie per farlo) a George che, amando sbirciare, attraverso le finestre, guarda in quella di Martha mentre lei sta facendosi un bagno. La seconda finisce con un bel No deciso e irremovibile: di nuovo una piccola invasione di campo da parte di George che vorrebbe sbirciare nel diario di Martha mentre lei lo scrive seduta sotto un albero.
Attenzione, il cambio di passo ha un suo preciso senso nella constatazione che la gentilezza debba necessariamente passare anche per il rispetto dell'altro.
Ragion per cui è difficile dispensarla, anche se dà un gusto particolarissimo praticarla qui e là.
Per Martha e George si tratta di un esercizio quotidiano. E vederli in azione, ascoltarli mentre si usano premure, come per esempio infilare tulipani comprati dal fioraio per rallegrare il prato secco dell'altra, è una esperienza piacevole. E decisamente controcorrente.
In linea di massima, riguardo alla gentilezza, nel migliore dei casi tra cui il mio, la percezione che mi pare più diffusa è quella di tenersela in tasca, solo per regalarla a chi dimostra di saperla apprezzare.
La consuetudine, invece, non la contempla affatto come modalità di relazione.
Forse proprio perché appartengo alla categoria delle tazzine che "'ncoppa, amara site la ritengo cosa preziosa e ne sono inevitabilmente attratta. Ma il mio limite, in controtendenza rispetto a Marshall, è quello di non saper essere gentile con chi è villano con me.
E forse perché ne riconosco la rarità, apprezzo molto i libri con dei 'gentili' dentro.
Se si escludono tutti quelli con l'intento di insegnarla a colpi di belle parole, gli altri, quelli che la praticano, sono davvero rari. E per questo indimenticabili.
Accanto alla rivoluzionaria 'gentilezza' un altro elemento che mi pare interessante, quanto raro, è la brevità.
A parte quella evidente, che definisce la costruzione dei testi belli serrati, ma soprattutto nell'uso del disegno: una linea di contorno che definisce le morbidezze dei due ippopotami, pochi elementi di contorno a creare contesto, alcune variazioni cromatiche necessarie, ma soprattutto una serie di impercettibili variazioni di trattini e puntini che definiscono e danno spessore alle espressioni: a partire dalla rabbia con la spazzola in mano per finire con la sfida sugli autoscontri, in mezzo tante occhiate oblique.
Carla
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