lunedì 19 giugno 2023

ECCEZION FATTA!

I BAMBINI E L'ANGELO

I bambini si rompono facilmente
, Silvia Vecchini, Sualzo 
Bompiani 2023 


NARRATIVA ILLUSTRATA 

 "Vogliono che non le manchi niente, le comprano le cose più costose, ha una bella libreria laccata bianca, un tavolo gigante dove può fare qualsiasi cosa le venga in mente. Può chiedere di cucinare, fare il tornio, costruire una capanna in salotto. Si sono dati un obiettivo, deve avere una lunga infanzia spensierata." 

La bambina delle fate ha tutto quello che può desiderare, compresa una stanza tutta rosa con le sue foto incorniciate. Sta crescendo e forse tutte queste attenzioni, ma ancora peggio il mondo di fatine dei denti e di gnomi, di befane che arrivano sul balcone la notte tra il 5 e il 6 gennaio, deve appartenere al passato. Lei è da un bel po' che ha scoperto essere suo padre a uscire per un finto impegno di lavoro, a travestirsi per poi rientrare in casa alla chetichella e mettere bastoncini di zucchero nella calza che le hanno chiesto anche quest'anno di appendere in cucina. Ma con sua madre l'unica cosa che può fare è reggere il gioco e andare a dormire con lei nel lettone. 
Lei lo sa che nella notte di Natale sono loro a mangiare i biscotti e a bere il latte che lasciano ogni anno sul tavolo in soggiorno. 
Lei vorrebbe tanto fare come fanno le sue amiche o i suoi compagni che tutto questo lo hanno ormai passato e forse anche un po' dimenticato. Vorrebbe che la loro vita facesse un passetto avanti, una "casellina" nuova nel loro avanzare sul grande gioco dell'oca che è la loro vita assieme. 
Ma ha paura di ferirli, di deluderli. Loro che rispettivamente si tingono i primi capelli bianchi con il pennellino in bagno e di tanto in tanto indossano l'abito da sposa e poi si guardano tra i due specchi delle ante dell'armadio. Così, per verificare che segno hanno lasciato gli anni su un corpo che sta infiacchendosi. Non ce la fanno proprio ad accettare all'idea di invecchiare e lei, la piccola di casa, deve rimanere tale, la piccola di mamma e papà. Così diventa suo malgrado la prova vivente che la vita in fondo forse ti dà modo di cristallizzarsi nell'attimo che si giudica il migliore. Basta crederci. O meglio basta illudersi.

Venti tra bambini e bambine che nello spazio di una o due pagine sono lì a raccontare la loro fragilità, le incrinature, talvolta i cocci in cui si rompono, ma nello stesso tempo la loro resistenza nella convinzione che la vita che pulsa in loro è più forte di qualsiasi mazzata che la vita gli riserva. 
Due parole sul libro e altre due sull'anomalia che se ne parli qui. 
Silvia Vecchini ha raccolto con la delicatezza e la cura che mette sempre nelle sue relazioni umane i racconti, le storie, frasi, disegni, allusioni di bambine e bambini che ha avuto "l'onore" di incontrare lungo la sua strada. Lo ha fatto perché ne ha avvertito la necessità e l'urgenza di non lasciare cadere nel silenzio racconti del genere. Li ha rimodellati, credo il minimo indispensabile, per renderli frecce da scoccare. Li ha messi insieme. 
Sualzo, con una lingua altrettanto lieve, per ognuno ha fatto un disegno a china, cui si aggiunge una copertina con il timido coniglio che ha il compito di raffigurare la fragilità dei bambini, ma anche quello di essere il protagonista dell'ultimo racconto. Ognuna di queste storie è una storia vera cui Silvia Vecchini dà voce e, alla fine di ciascuna, la distilla in versi che diventano il necessario seme di tarassaco da far volare ancora e ancora. 
Tutto questo diventa un libro necessario che Bompiani pubblica. 
È un libro di piccoli per i grandi. 
È un libro che dietro una voce poetica, rarefatta, riesce a dire tanta di quella dura verità che non poteva non essere scritto e aggiungerei non può non essere letto. 
Ed ecco la seconda cosa che ha a che fare con l'anomalia di mettere in questo blog pensieri su un libro che parla dei piccoli, ma è scritto perché lo leggano i grandi. 
Il caso vuole che io stia partendo per Cagliari per un progetto di formazione che ha come fulcro la questione dei legami di famiglia, in altri termini sono chiamata a elaborare un discorso sensato -spero - attraverso una bibliografia di libri che abbiano dentro principalmente genitori e figli, ma anche qualche zia e un certo numero di fratelli. Ma. C'è un ma. 
Il registro richiesto è quello comico. Insomma, storie che facciano ridere. Per come sono abituata a orientarmi, decido di partire dai libri perché come sempre vorrei che fossero a parlare al posto mio, elaboro una bibliografia e su questa costruisco un discorso, ma mi rendo conto che c'è una zoppia evidente. 
Come si fa a parlare di libri spassosi su genitori e figli letterari, quando su genitori e figli veri c'è ben poco da ridere? Come faccio a ignorare l'urgenza di rimboccarsi le maniche e prendere quanto meno coscienza del fatto che tra adulti e bambini - non tutti si intende, ma molti - c'è un problema grosso un bel po'? Come faccio a ignorare questa situazione? Come posso solo guardarne il lato ironico, comico, sarcastico, senza risalire alle radici di tutto questo? 
Ed ecco che le due giornate formative si sdoppiano e diventano un pomeriggio serissimo, quasi drammatico, e una mattina esilarante. 
E mentre sono lì che scrivo pagine di appunti sulla condizione di fragilità in cui si trovano bambini, adolescenti, giovani adulti e persino adulti giovani, mentre sono lì che leggo le riflessioni che molti specialisti registrano come segnali ben oltre l'allarme, intercetto I bambini si rompono facilmente. 
Bene. Sobbalzo e in silenzio gioisco a leggere le pagine iniziali di Silvia Vecchini a proposito di un angelo, perché so che a Cagliari farò vedere una tavola di Heidelbach con una bambina che l'angelo custode se lo è costruito da sola... 


Il libro si legge di un fiato, lo studio, e la prosa e i versi, e ne sottolineo a matita tutto ciò che conferma la mia griglia cagliaritana: "stare vicini ai bambini è stare accanto a un mistero" oppure "la cieca distrazione degli adulti" o ancora "la traccia che i bambini lasciano sempre indirizzati al bene, anche quando non si vede, la loro fedeltà alla vita anche se ferisce". 
Bambini fatti a pezzi. Bambine a cui si nega di poter crescere - e non a caso ho issato quel racconto come bandiera. Bambini inascoltati. Bambini che sanno salvare i grandi. Bambine sirene. Bambini in lutto. In trasparenza si vede bene anche il mondo degli adulti. 
Il libro viene a Cagliari con me. 

Carla

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