PAPA', SEI UN DIO!!
L'OMINO E DIO, Kitty Crowther
Topipittori, 2011
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"«Chi sei?» domanda educatamente.
«Sono Dio»
«Sei Dio? IL DIO?
Non ti immaginavo assolutamente così.»
«Primo, non sono il Dio. Sono un dio.»
Questa la devo ricordare, pensa l'omino. "
Un omino - dolcevita, giacchino bianco e pantaloni a sigaretta neri - passeggia. Su una pietra è seduta una figurona piuttosto informe, avvolta da un alone luminoso: è Dio. Uno dei tanti, a suo dire. Un omone con cui l'omino comincia a discorrere. Fatte le dovute presentazioni, l'omino non resiste all'idea di mettere alla prova le capacità trasformistiche e così Dio diventa coniglio, gorilla o capo indiano. "Sembri mio padre" dice l'omino e poi lo invita a casa per pranzo. Un giro allo stagno, dove Dio cammina sull'acqua perché non sa nuotare come omino, una sosta tra gli alberi dove Dio vola perché non sa arrampicarsi come omino. Arrivata la sera, i due si dividono, non prima però di aver notato un punto di contatto: il nome, Teo. Ognuno torna a casa propria con i propri pensieri: l'omino pensa che un giorno così lo ha cambiato per l'eternità. Dio, tornato da sua moglie, prepara la cena, progetta un tuffo nello stagno e spera un giorno di imparare ad arrampicarsi sugli alberi come Teo.
Dai libri di Kitty Crowther sono attratta naturalmente. Non posso mai fare a meno di aprirli e perdermi nelle sue tavole che ricordano disegni fatti da un bambino creativo e zelante nell'arte del colorare con i pastelli.
Come è arrivato in libreria, sono stata convocata da Eleonora perché ci teneva che lo vedessi e che ne discutessimo un po' assieme. Fatto. Seduta sul solito sgabello, l'ho letto e riletto e il primo pensiero che ho fatto è stato: questo libro ha due pagine di troppo, le ultime. Però ho anche pensato che Kitty Crowther di norma non racconta storie inutili. E anche Giovanna Zoboli e Paolo Canton, in qualità di editori, non hanno mai pubblicato storie il cui senso non fosse sotto gli occhi di tutti. Quindi evidentemente ero io che stavo sbagliando.
Ci ho ripensato e ho cambiato prospettiva. E ha funzionato.
Un omone e un omino o, se preferite, Teo e Dio (ovvero la stessa cosa) che fanno un tratto di strada assieme. Ho capito, ho capito cosa mi stava raccontando. Ora è tutto chiaro.
In quell'omone che Teo vede come Dio, si nasconde un bel papà: affettuoso, apparentemente fallibile, generoso, stupefacente.
E in quell'omino si nasconde un bambino, sognatore, infallibile, curioso, affascinato.
A me pare una delicatissima metafora del legame padre-figlio, grande-piccolo laddove il grande asseconda e incentiva sogni e talenti del piccolo, anche a costo di qualche piccola bugia. E il piccolo, intimidito dall'autorevolezza, vede nell'omone un punto di riferimento, un affascinante adulto che non smette mai di stupirti, un ideale cui aspirare che porta in sé un pochino di te.Vedete, così funziona tutto, anche le ultime pagine, che raccontano (o forse sarebbe più onesto dire che mi ricordano) una delle tante serate in cui due genitori, dopo aver assistito alle fantasmagorie di cui il loro bambino è stato capace durante il giorno, lo hanno messo a dormire e ora, nella tranquillità, in un mondo di soli adulti, si accorgono di quanto 'divini' debbano essere per lui. Genitori che non si sottraggono al loro ruolo di 'giganti luminosi' per il loro piccolino.
E' davvero un libro gigante. E luminoso.
Carla
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