mercoledì 29 luglio 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL CANONE STEIG

Il dottor De Soto, William Steig (trad. Mara Pace)
Rizzoli 2020


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Essendo un topo, si rifiutava di curare animali che fossero pericolosi per la sua specie, e lo aveva scritto anche sull'insegna. Quando suonavano alla porta, lui e sua moglie controllavano dalla finestra. Non avrebbero preso in cura nemmeno il gatto più timido del mondo."

Il dottor De Soto fa il dentista e la moglie è igienista. Per il suo tocco delicato è diventato molto famoso e ha una clientela molto vasta. Usa guanti di gomma per essere il più accurato possibile nei suoi interventi a bocca aperta. Per gli animali più piccoli usa una normale poltrona da dentista, per quelli più grandi è lui a raggiungere il campo operatorio con una scala. Per quelli ancora più grandi ha progettato un complesso sistema di carrucole che lo tengono sospeso davanti alle bocche da curare.
La sua professione la esercita con grande senso di responsabilità e accuratezza ed è per questo che il giorno in cui suona al suo campanello una volpe dolorante, De Soto e signora esitano. 


Il dilemma è forte: non aprire per non mettere a repentaglio la propria vita o, prestando fede al giuramento a Ippocrate, aprire e curare quella povera volpe.
Prevale il senso di responsabilità e la volpe viene fatta salire a farsi curare. Il dente è estratto e il dentista è ancora vivo, sebbene la volpe sia stata a un passo dal divorarlo.
Il dottor De Soto non lascia mai un intervento a metà quindi fissa per il giorno dopo un secondo appuntamento per impiantare il dente d'oro che sostituirà il premolare cariato.
La notte è tormentata tanto per il paziente quanto per i coniugi De Soto. Ma il giorno dopo tutti hanno preso la loro decisione. La volpe ha stabilito che alla natura non si comanda, e che si mangerà dentista e signora, mentre il dentista ha in mente di concludere il lavoro, salvando la pelle e l'onore.

E poi c'è Steig. La sua grandezza rende necessario mettere di nuovo tutto a registro: rivedere le valutazioni, i giudizi, i riferimenti, i pregi, i difetti, i punti di forza e le debolezze di tutti gli albi illustrati degni di questo nome, considerati fin qui. 



Fermarsi davanti a un gigante dell'albo illustrato e riconsiderare il proprio pensiero.
Non è proprio possibile non tenere conto della sua opera qualora si voglia ragionare a vario titolo sull'argomento. 
I suoi libri sono mappe per orientarsi. E per questa ragione, potrebbe essere utile mettere a fuoco due o tre punti che lo rendono, si potrebbe dire, normativo.
Partiamo dalla parte più complicata: il cosa. 
Poi ci spostiamo al come. 
E se ci riesce chiudiamo con il perché (o sarebbe più corretto scrivere il per chi?).
Cercando di sintetizzare al massimo, del 'cosa' fanno parte tutti gli elementi che in questo libro hanno a che fare con la storia, ovvero con i suoi contenuti. Per esempio, la natura e i comportamenti dei personaggi.
I primi sono i coniugi De Soto, marito e moglie, vera squadra in azione, coscienziosi professionisti, anche disponibili, ma non per questo sprovveduti. Decisamente generosi almeno quanto ingegnosi, determinati e molto coraggiosi. 


La loro relazione reciproca è un piccolo capolavoro di racconto dell'umanità.
Poi c'è lei: la Volpe, disgustosamente onesta e coerente con se stessa e con la sua indole di volpe. Tema questo, il rispetto di se stessi, centrale e ricorrente in Steig che ha collezionato nei suoi libri diverse volpi che facevano le volpi.
A partire dal suo primo libro, Roland the Ministrel Pig, del 1968.
Il politicamente corretto non c'è, non c'è neanche la piaggeria nei confronti del lettore, non ci sono strizzatine d'occhio. 
Niente di tutto questo, lui va dritto al punto, in cerca della verità: un nocciolo della questione, come sempre poetico e filosofico, di certo originale e soprattutto autentico.
Ed è per questo che, se si è lettori, intorno a tutto questo 'cosa' dovrebbe essere interessante poter dialogare e confrontarsi.  
Di certo, ragionarci.
E, se si è autori, si dovrebbe prendere tutto questo come canone per provare a scrivere belle storie.
Ora il 'come'. Ovvero tutto ciò che attiene a come Steig utilizzi i due codici che si è scelto - parole e figure - per raccontarci la sua storia.
Sulla lingua di Steig sono state scritte pagine, libri interi. 
E anche tra queste mura, modestamente, certe caratteristiche sono state messe in evidenza.
Ricercato ed esatto nell'uso delle parole (Mara Pace lo traduce con la dovuta cura): la fascia di flanella, carie al premolare, anestetico, argano, dentina. Cose così.
Evocativo, per esempio nel brevissimo dialogo tra moglie e marito alla prima citofonata della volpe in cui è possibile già intuire i caratteri di entrambi: "Quella povera volpe..." sussurrò alla moglie. "Che cosa facciamo?" "Corriamo il rischio!" esclamò la signora De Soto. Premette il pulsante del citofono e lasciò entrare la volpe." Oppure nello scambio notturno, a letto entrambi trepidanti, dove tutto si riconferma in perfetta coerenza con l'idea che ci siamo fatti di quei due.
 

Geniale, in quei piccoli colpi da maestro, che parlano una lingua universale che può essere apprezzata tanto dai piccoli quanto dai grandi in una lettura condivisa: "Quando prendo in cura un paziente [...] vado fino in fondo. Anche mio padre era fatto così."
E questa stessa capacità di essere esatto, evocativo e comunicativo la si ritrova pari pari nel disegno: lo studio con le varie sale adibite a clientele diverse, i marchingegni per salire ad altezza bocca e la strumentazione tutta, gli scorci di strada newyorkese, forse il Bronx dove Steig è cresciuto e dove ha ambientato chilometri di strisce e copertine per il New Yorker, bozzetti di vita familiare con la signora De Soto alla mola e il dottore in giacca da camera... 
E poi c'è il suo grande lavoro sull'espressività. È lui stesso che racconta che ogni sua tavola parte da uno sguardo, sorta di centro di gravitazione in cui poi tutto il resto ruota.


Ora solo due parole sul 'perché' o sul 'per chi'.
Il 'per chi': per tutti quei bambini e quelle bambine (e ci metterei anche per quegli adulti) che hanno voglia di leggere una bella storia e sono in cerca di verità. E come per incanto, da questo amore per la verità, ne deriva anche il perché, che scaturisce dal grande rispetto che Steig ha sempre portato nei confronti dei suoi piccoli e grandi lettori, in nome e per conto di detta verità. E tutto poi diventa bellezza.

Chapeau!

Carla

Noterella al margine. A chi fosse interessato, il prossimo incontro di Foto di gruppo con autore, dopo quelli già in programma su Eric Carle e su Tomi Ungerer, sarà dedicato all'arte di William Steig.

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