ROBOT ALLE PRIME ARMI
Freschissimo di stampa e già entrato
nel cuore dei giovani lettori, ‘Norby. Il robot scombinato’ è la
nuova traduzione, firmata da Davide Morosinotto, di un romanzo
scritto nel 1983 da Isaac Asimov e dalla moglie, Janet Opal Asimov.
Nell’essere un testo chiaramente
orientato ai lettori più giovani, ‘Norby’ presenta tutti gli
ingredienti dei grandi romanzi che Asimov ha dedicato al tema
dell’intelligenza artificiale: dalle tre leggi della robotica ai
dilemmi etici e cognitivi connessi al ‘diverso da noi’,
all’immagine di un mondo in cui le macchine hanno un ruolo sempre
più importante.
Norby è in realtà uno scarto, che il
protagonista Jeff, un quattordicenne che sta affrontando in modo non
brillante gli studi dell’Accademia, trova da un rigattiere. Ha
l’aspetto di un barattolo d’acciaio, da cui emergono, alla
bisogna, gli arti e una buffa testa con quattro occhi, due davanti e
due dietro; dovrebbe essere il robot professore di Jeff, ma in realtà
ha potenzialità molto maggiori, solo che non sempre sa come usarle.
Nei primi passi nella sua nuova vita, risulta un po’ maldestro e
molto suscettibile, tanto da costringere Jeff a elaborati esercizi di
diplomazia. Le sue doti nascoste, d’altra parte, diventeranno
decisive nel corso dell’aspra battaglia che contrappone buoni e
cattivi.
Nella nostra storia c’è, infatti, un
impero che si estende per il sistema solare, legato ancora alla madre
patria, la Terra; c’è, ovviamente, un cattivo cospiratore che
vuole sovvertire l’ordine democratico, proclamandosi imperatore. In
modo altrettanto ovvio, ci sono i buoni, capitanati dal fratello più
grande di Jeff, Fargo. Lo svolgimento dello scontro è piuttosto
prevedibile, così come lo è il ruolo centrale del buffo robot, che
riesce a muoversi nell’iperspazio, mentre gli umani ancora non lo
sanno fare, limitandosi al teletrasporto. Forse le sue doti sono
dovute ai pezzi che il suo creatore, uno spaziale, aveva assemblato,
prendendoli da un’astronave aliena trovata su un lontano asteroide.
Il dato di fatto è che ne è uscita fuori una creatura molto
‘umana’, sicuramente meccanica, ma non priva di sentimenti e di
senso dell’umorismo.
Molto di questo personaggio è pensato
per catalizzare le simpatie del giovane lettore e giovane lettrice,
che possono avvicinarsi al libro già dai nove anni. Ma fra le righe,
ecco emergere qua e là i dilemmi della robotica: se la mente
artificiale esprime una sua soggettività e se questa dimensione la
accomuna a tutti i viventi, di questo e di altri pianeti. Nel qual
caso noi, inteso come noi umani, saremmo solo una delle
manifestazioni di un’unica realtà vivente.
Ma non c’è solo questo, che pure è
già moltissimo, se pensiamo anche solo alle produzioni letterarie e
cinematografiche che su questo argomento si sono esercitate e che ho più volte citato.
C’è anche l’interrogarsi sulla natura dell’universo, su cosa
siano spazio e tempo, che è anche spingersi ai confini della
conoscenza, tensione intimamente connessa alla fantascienza. Il bello
di questa e di molte altre storie che potrebbero essere proposte ai
ragazzi sta proprio nell’esplorazione del possibile e
dell’improbabile, immaginando limiti, paradossi, contraddizioni del
futuro che ci attende, ma anche del nostro presente.
Lettura divertente, anche emozionante,
per lettrici e lettori, dai nove anni in poi, che non temano di
esplorare le galassie.
Eleonora
“Norby. Il robot scombinato”, J. e
I. Asimov, Mondadori 2020
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