mercoledì 30 dicembre 2020

ECCEZION FATTA!

 I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 


Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Gennaio 2020
 
 

 perché

 
ogni pagina è come un’istantanea, un frammento di vita, colto nell’intimità delle case, dove ci si incontra, si prepara la cena, si riposa o si fa festa.  
Lo sguardo della piccola protagonista è uno sguardo curioso, che vede in questi sprazzi di vite altrui l’annuncio del suo arrivo a casa, dove un papà affettuoso l’accompagnerà verso il mondo dei sogni.
‘La strada verso casa’ è un albo delicatissimo e intenso nel raccontare qualcosa di impalpabile come un’atmosfera, uno stato d’animo, realizzato con tecnica raffinata e infinita poesia.
 
 
il garbo, la gentilezza, il rispetto reciproco tra gli interlocutori, nonostante i punti di vista differenti, già solo questo potrebbe bastare per considerare questo libro un oggetto di interesse.
Ma c'è di più: capitolo dopo capitolo, Béatrice Rodriguez cesella nel testo mai scontate domande di senso e apre con leggerezza a possibili e inaspettate risposte. Ed è proprio da queste aperture che si possono spiccare bei salti e fare bei voletti.
 
 
Febbraio 2020
 
 

perché
 
tra le tante proposte editoriali che cercano di raccontare il mondo giovanile, l’ultimo romanzo di Gabriele Clima, ‘Black Boys’, pubblicato da Feltrinelli, credo abbia più di un motivo per essere segnalato.
Com’era già avvenuto con ‘La stanza del lupo’,  si ha a che fare con la materia incandescente del disagio giovanile, comunque lo si voglia definire, riuscendo a evitare i rischi delle storie ‘a tema’, spesso intrise di retorica.
Se è interessante l’intento, va detto che anche questa volta l’autore riesce nella difficile impresa di tenersi alla larga dai facili moralismi e dagli happy end scontati.
 
 
 
perché
 
la caratteristica dei disegni di Marsol, siano essi fatti per le tavole di un libro, per manifesti pubblicitari, per oggetti o per animazioni, è quella di restare dentro lo sguardo. È plausibile che questa caratteristica gli derivi dalla sua formazione nel campo pubblicitario, ma poco importa: Marsol buca lo schermo. Sempre. 
[...] Su un disegno apparentemente semplificato Marsol riesce a mettere a fuoco una tale mole di dettagli, la maggioranza dei quali portatori di grande ironia, che è impossibile per l'occhio non mettersi in cerca. 
E per ciascuno di loro è rintracciabile un nesso forte con la storia in sé.
 
 Marzo 2020
 
 

 perché
 
si entra molto nel dettaglio e le informazioni, per quanto chiare, sono di una certa complessità. Richiedono quindi un lettore e una lettrice quanto meno delle scuole medie. Sicuramente, la scorrevolezza del testo, l’uso di un linguaggio discorsivo, con una traccia narrativa, aiutano a rendere poco accademico il discorso, senza però perdere in precisione. E’ un esperimento interessante che appartiene al filone sempre più interessante di una divulgazione non più ‘infantile’, ovvero basata sulla semplificazione, rivolta a ragazze e ragazzi di oggi che hanno a disposizione un mare di informazioni, magari mal assortite.
 
 

perché
 
probabilmente dipende dal fatto che l'uovo più di qualsiasi altra forma in natura rappresenta la perfezione (ben più del noto cerchio, da cui di solito non nasce nulla), ma è un fatto incontrovertibile che in questo libro non ci sia nulla che non sia al posto giusto.
Come in un uovo ben fatto.
Non suona azzardato dire che anche lui, come l'uovo, ha una sua armonia interna, un suo equilibrio delle parti che lo rende perfetto allo sguardo.
 
A partire dalla copertina che è un capolavoro di purezza e nello stesso tempo un avviso nei confronti di chi aprirà il libro, per quanto riguarda la particolarissima tecnica che contraddistingue i libri migliori della Teckentrup.  
 
Aprile 2020
 
 

perché
 
l’originalità sta nel aver applicato un format di grande successo di questo stesso editore francese, in italiano sempre tradotto da Gallucci con il nome di collana ‘Scorri e gioca’: una cartotecnica efficace, che fa funzionare le animazioni anche nelle mani dei più piccoli, al servizio di illustrazioni molto chiare, dai colori vivaci e che raccontano oggetti della vita quotidiana, gli animali, le stagioni e così discorrendo. Se guardiamo ai titoli della nuova collana, ‘I colori’ e ‘Le forme’ viene da pensare alla solita , ma proprio solita, rassegna di cerchi e quadrati per spingersi, per i più audaci, fino ai rombi.
Invece la trovata geniale sta nel piegare riproduzioni di opere d’arte di artisti moderni all’illustrazione, appunto, di forme e colori.
 
 
 
perché
 
si riconferma la grande capacità che la  Adbåge dimostra nel raccontare come funziona il pensiero nella mente dei quattrenni.
Senza ritocchi da 'adulta',  racconta i bambini per quello che sono spesso, ovvero imperfetti. Opportunisti, in questo caso.
La prima cosa che salta all'occhio è il racconto di una infanzia, letto attraverso la relazione reciproca tra questo bambinetto (o bambinetta) e sua madre, di fatto quasi l'unica adulta della storia. [...]
Seconda cosa degna di nota è la capacità di raccontare il quotidiano per quello che è. Senza veli. Ancora una volta a partire dal mondo dei bambini che si annoiano stravaccati in mille posizioni differenti, sulla poltrona di casa, in attesa che gli adulti siano pronti (come si differenzia la percezione del tempo tra piccoli e grandi...); che guardano con ammirazione e invidia un adulto che scrive, che si sbrodolano a una festa, che si siedono con le gambe a rana, che lasciano le scarpe in giro.
 
 
Maggio 2020
 
 
perché
 
con grande onestà, Marc ter Horst mette in luce i diversi punti di vista, le obiezioni, spesso di natura economica e politica, alle teorie sul riscaldamento globale; e mette in luce anche il grande bivio che ci aspetta: attrezzarsi ad affrontare i cambiamenti climatici, con il loro portato più o meno catastrofico, o cercare di attaccare le cause di questi processi? Il primo atteggiamento è sostanzialmente tecnologico e cerca di trovare soluzioni pragmatiche, per esempio al moltiplicarsi di eventi meteorologici intensi; l’altro approccio è politico, ma soprattutto culturale, perché mette in discussione il modello di sviluppo oggi dominante.
 
 
 
perché
 
va detto che il fatto che questa sia una storia sostanzialmente vera, molto ben raccontata nei toni da Ivan Cenzi, dà una mano di lucentezza, di vivezza che non può essere ignorata.
Le storie vere ci colpiscono. È così e basta.
Ma qui c'è anche molto altro. 
C'è una lezione sul senso profondo dello sguardo. 
Tra i possibili fattori che concorrono a tenere viva l'attenzione di una persona, catturarne lo sguardo appunto, ce ne sono tre che qui sono molto presenti: il perturbante, l'insolito, l'ambiguo.
 
Giugno 2020
 
 

perché 
 
‘Plasticus maritimus’ è dunque un bel libro di divulgazione, dedicato a un argomento di grande attualità, ma si segnala anche per altri aspetti: il rigore dei contenuti scientifici, sottoposti a più revisioni, la semplicità e la precisione del testo, anche quando si affrontano temi più squisitamente scientifici; la bella impaginazione, fondata sulle illustrazioni coloratissime di Bernardo Carvalho, che accompagnano il testo in ogni pagina, prendendosi un piccolo riquadro o la pagina intera.
 
 
 
perché

La grande fuga, pubblicato postumo, ha il tono del regalo prima di andarsene.
Un regalo che, proprio perché così importante, ha meritato una confezione d'eccezione: le illustrazioni di Kitty Crowther.
Stark e Crowther sono in perfetta sintonia, come pane e burro.
E lo sono perché, nel fare libri, condividono un bel po' di cose.
Almeno sei in elenco, senza parole di commento. [...]
La prima è la capacità di andare in profondità con estrema leggerezza.
La seconda è la serenità, tutta nordica, nei confronti della morte.
La terza è l'esattezza, figlia di una grande coerenza nella costruzione narrativa e nella definizione dei personaggi.
La quarta è la spiritualità, laica, secondo cui tutto può avere un'anima. 
La quinta, connessa alla precedente e anche questa con solide radici nordiche, è la capacità di raccontare la meraviglia.
La sesta è lo sguardo nei confronti dell'infanzia.  
 
[continua] 

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