DEI MASSIMI SISTEMI
La filosofia
koala, Béatrice Rodriguez (trad. Eleonora Armaroli)
Terre di Mezzo, 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Flip flap flip
flap...
'Dov'è il tuo
vestito?'
'L'ho tolto. Non è
pratico per arrampicarsi sugli alberi. E poi, si poteva vedere
sotto... non mi piace che si possa sbirciare sotto il vestito.'
'Ma così sei tutto
nudo!'
'Sì, e allora?'
'E' come se ti
guardassero sotto il vestito, no?'
'No, perché non ho
nessun vestito'".
Era
solo poco fa che l'uccellino mostrava a koala un baule pieno di
vestiti diversi, aperto proprio sotto il suo albero. Koala ne sceglie
uno rosa, lo indossa e poi, felice, improvvisa una danza. Poi sorgono
i dubbi: un koala vestito non si è mai visto, argomenta koala con
l'uccellino. E nonostante il suo amico lo rassicuri sul fatto che
l'amicizia vera non passa per il giudizio, koala teme che gli altri
possano prenderlo in giro...
Il
koala e l'uccellino passano molto tempo assieme a discutere dei
massimi e dei minimi sistemi. Ragionano sul senso della casa, sulla
bellezza del niente e del tempo, sulla vita privata e pubblica, sul
significato (anche etimologico) della compassione. E mentre i due
amici e il camaleonte sono appollaiati su un ramo alto, il vecchio
albero cede dalle radici e va giù. E' un vero e proprio lutto e come
tale va elaborato. Dopo l'inverno, anche dopo quello interiore,
arriva il tempo della primavera, con nuovi sogni, nuove passeggiate,
nuove scoperte con inaspettate prospettive aeree.
A
metà strada tra l'albo e il fumetto (ha lo spazio arioso di un albo
e il ritmo battente di un fumetto), questo altro piacevolissimo libro
di Béatrice Rodriguez (suoi sono Il ladro di polli
e Una pesca straordinaria,
rispettivamente 2011 e 2013 per Terre di mezzo) conferma lo sguardo
ironico e mai banale di questa autrice.
Costruito
essenzialmente sui dialoghi di due, anzi tre personaggi che ruotano
intorno al tronco di un grande albero che un forte vento a un certo
punto stende, La filosofia Koala
è un concentrato di belle idee.
Bella
è l'atmosfera rarefatta e il tempo rallentato, consono all'indole di
almeno due dei protagonisti, il koala e il camaleonte.
Bello
è il ritmo: si concede l'alternanza di pagine bianche con il solo
volo dell'uccellino al centro, a pagine piene con dialoghi fitti.
Bella
è l'inquadratura, quasi una camera fissa, a mezz'aria del ramo
intorno a cui tutto ruota, che implicitamente allude alla necessaria
distanza dalla vita 'terrena' di cui i filosofi hanno bisogno per
poter filosofare.
Bella
è la delicatezza del disegno e del colore: un koala tondo e azzurro,
un uccellino puntuto e arancione e un camaleonte il più del tempo
verdolino che ragionano su uno sfondo di foresta infinita che
trascolora dal verde all'azzurro.
Tuttavia
primariamente belli sono i ragionamenti di quei tre. Ricordano per
argomentazioni e per tono, i dialoghi dei libri che raccontano le
storie dell'orso Björn (di nuovo Terre di mezzo), che a sua volta
sembra portare in sé il medesimo spirito dei libri di Tellegen.
Li
accomuna un universo rigorosamente animale che però dimostra di
avere capacità di riflessione molto sviluppate, dietro le quali si
potrebbe nascondere il pensiero filosofico che ci appartiene. Entro i
loro ruoli predefiniti, che stimolano il dialogo e quindi il
pensiero, uccellino, nonostante sia il più aereo, dimostra certo
scetticismo e più sviluppato senso della realtà: paradossalmente è
il più 'terreno' dei tre, Camaleonte è il 'corpo estraneo', che ha
una funzione assimilabile a quella del grillo parlante, ovvero dà
voce a una sorta di coscienza remota, ma condivisa.
Il
garbo, la gentilezza, il rispetto reciproco tra gli interlocutori,
nonostante i punti di vista differenti già solo questo potrebbe
bastare per considerare questo libro un oggetto di interesse.
Ma
c'è di più: capitolo dopo capitolo, Béatrice Rodriguez cesella nel
testo mai scontate domande di senso e apre con leggerezza a
possibili e inaspettate risposte. Ed è proprio da queste aperture
che si possono spiccare bei salti e fare bei voletti.
Carla
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